-Sì, direi di sì- gli rispose gentilmente Ilaria.
Giulia posò delicatamente una mano sul braccio di Filippo, come a tranquillizzare sia lui che se stessa:
-Te l'avevo detto che non servivano discorsi articolati e strappalacrime per chiederlo-.
-Anche perché con tutta questa agitazione non ci sarei mai riuscito- mormorò in tutta risposta lui, roteando gli occhi verso l'alto e prendendo ancora un sorso di birra, svuotando il bicchiere.
Per qualche minuto nessuno disse più nulla. Continuarono a mangiare, l'aria decisamente più distesa rispetto a prima, da quando avevano affrontato il discorso per cui era stata organizzata quella stessa cena. Solo quando Giulia ebbe riposto tutti i piatti sporchi nel lavandino, e dopo essere tornata a sedersi a tavola, Fabio iniziò a parlare un po' meno svagato:
-A proposito di testimoni- iniziò, la voce un po' incerta – Anche io volevo chiederti una cosa-.
Fece una pausa, gli occhi puntati su Filippo, che ricambiò lo sguardo con fare confuso e speranzoso allo stesso tempo:
-Tu vuoi essere il mio testimone?-.
Seguì un attimo di stupore generale. Giulia spostò freneticamente gli occhi da Fabio – che guardava il fratello in un misto di speranza ed imbarazzo- a Filippo, che aveva sgranato gli occhi e sembrava ad un passo dal collasso.
-Sul serio?- farfugliò dopo alcuni secondi. Fabio lo guardò come se la cosa fosse abbastanza ovvia e non ci fosse il bisogno di ulteriori conferme:
-Te lo sto chiedendo!-.
Giulia non fece nemmeno in tempo a formulare ulteriori pensieri, che vide Filippo alzarsi di scatto dalla sedia, camminare svelto verso il fratello maggiore, e buttargli le braccia al collo. Fabio protestò solo all'inizio, prima di lasciarsi andare a quell'abbraccio fraterno totalmente inaspettato.
Giulia si lasciò sfuggire un sorriso addolcito dall'immagine di Filippo e Fabio stretti tra di loro, e vide che anche Ilaria la stava osservando sorridendo a sua volta.
Era un'immagine tenera, quella che le si presentava davanti agli occhi, e non avrebbe potuto chiedere di meglio. Giulia prese un sorso di birra, ripensando a quanto lei e Filippo avevano temuto ed aspettato con ansia quella cena, timori che alla fine non avevano attecchito sul serio.
L'arrivederci che ci sarebbe stato a fine serata avrebbe avuto il sapore dolce e carico di promesse tipico delle occasioni riuscite.
*
I know what I want
But it feels like I'm paralyzed
I don't lose, I don't win
If I'm wrong, then I'm halfway right
(Linkin Park - "Halfway right")*
Faceva un caldo assurdo, in quella giornata. Cercava di intercettare qualsiasi ombra degli edifici proiettata sul marciapiede, ma nonostante quell'accorgimento, Alessio stava cominciando a sudare davvero troppo. Nulla di strano, in ogni caso: era il 28 di maggio, ed era ovvio che doveva cominciare a riabituarsi a quelle temperature, in vista dell'estate. Immaginava che, una volta arrivato alla segreteria studenti, si sarebbe ritrovato sudato come non mai: quello era l'unico finale possibile, dopo aver camminato per mezza Venezia alle due del pomeriggio.
Nonostante cominciasse a sentirsi stanco, oltre che accaldato, non decelerò, né tanto meno si fermò a prendere fiato. Era già abbastanza in ritardo, e non aveva la minima intenzione di arrivare troppo tardi e trovare la segreteria deserta, e quindi di dover rimandare all'indomani.
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Walk of Life - Growing
RomanceLa vita da ventenni è tutt'altro che semplice, parola di sei amici che nei venti ormai ci sguazzano da un po'. Giulia, che ha fin troppi sogni nel cassetto ma che se vuole realizzarli deve fare un passo alla volta (per prima cosa laurearsi) Filippo...