Capitolo 19 - Making today a perfect day (Pt. 1)

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Le giornate si erano fatte più corte, con l'oscurità che giungeva sempre prima all'inoltrarsi dell'autunno.

Quella mattina di fine settembre era stata salutata da una leggera pioggia – quel mese  era arrivato accompagnato dagli ultimi strascichi di caldo estivo, da giornate piovose e da un'insolita tranquillità a cui Caterina si stava pian piano riabituando. La pioggia aveva continuato a scendere per diverse ore, senza mai aumentare e sfociare in un temporale.

Pioveva anche in quel momento di metà pomeriggio, mentre Caterina se ne stava mollemente stesa sul divano del salotto, ascoltando le gocce battere contro i vetri delle finestre e controllando ogni tanto l'ora sul display del telefono. Erano le quattro del pomeriggio, e di lì a poco sarebbe tornato sicuramente Nicola, di rientro dal turno al ristorante.

Agosto era passato piuttosto lentamente, con un'agitazione di fondo che non l'aveva fatta stare tranquilla per lungo tempo. Ora che erano passati quasi due mesi poteva finalmente dirsi più rilassata: con tanto riposo e giornate passate immobile a letto, il distacco della placenta sembrava essersi riassorbito. La minaccia d'aborto sembrava quasi un lontano ricordo, un'ombra ormai passata, che però ancora le lasciava strascichi d'inquietudine.

Era passato già diverso tempo da quando era potuta tornare a casa, dimessa dall'ospedale con l'obbligo di rimanere a riposo e non fare sforzi inutili, ed in un certo senso, ormai, poteva dirsi abituata a quel nuovo corso che la sua vita aveva preso. Aveva dovuto rimandare di nuovo la laurea – e dicembre sembrava ancora così lontano e irraggiungibile-, ma in fin dei conti andava bene anche così: ci avrebbe pensato in un secondo momento, quando forse non ci sarebbero state ulteriori sorprese a scardinarle i piani.

Fu in quel momento, dopo aver riposto il cellulare per l'ennesima volta, che sentì la serratura della porta d'ingresso scattare. Sentì dei passi e diverse voci farsi più udibili, mentre entravano nell'appartamento, e Caterina si ritrovò ad aggrottare la fronte.

"Chi diavolo c'è oltre a Nicola?".

Non dovette attendere troppo prima di scoprirlo: dopo qualche minuto i passi si erano fatti più vicini, e rimase ad occhi sgranati quando vide comparire sulla soglia del piccolo salotto, insieme a Nicola, anche Giulia, Filippo, Pietro ed Alessio.

-Buon compleanno!- esclamò subito Giulia ad alta voce, non lasciando a Caterina nemmeno il tempo per dire qualcosa. La osservò dirigersi velocemente verso il divano, e chinandosi su di lei per lasciarle due baci sulle guance.

Solo quando Giulia si rimise dritta, Caterina ebbe il tempo per guardarsi intorno, gli occhi ancora spalancati per la sorpresa: vide Pietro ed Alessio in un angolo che trattenevano le risate, e Filippo, accanto a loro, sorridente ed allegro, mentre poggiava delicatamente a terra due grandi borse di carta bianca dalle dimensioni davvero esagerate.

-Piaciuta la sorpresa?- le si rivolse Nicola, in piedi e con la schiena contro lo stipite della porta. Caterina intuì dal suo sorriso appena accennato che anche lui doveva essere divertito dalla situazione.

-E voi che ci fate tutti qui?- Caterina guardò uno ad uno i presenti, in attesa di una risposta che, in ogni caso, credeva di conoscere già.

-Ci siamo auto invitati a casa tua per venirti a fare gli auguri di compleanno di persona- spiegò Alessio, avvicinandosi a sua volta a lei, e sedendosi nella zona lasciata libera del divano.

-E rendere la tua vita meno monotona- aggiunse Pietro, lanciando uno sguardo eloquente a Nicola, che in tutta risposta gli lanciò uno sguardo gelido.

-Abbiamo pure tanti regali!- esclamò a sua volta Filippo, indicando le due borse, ed andando poi ad affiancarsi a Giulia, di fronte al divano. Caterina si sistemò meglio, mettendosi seduta con movimenti lenti e oculati:

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