Capitolo 20 - Fire meet gasoline (Pt. 4)

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Quella notte era stata, probabilmente, la più lunga di tutta la sua vita. Non aveva chiuso occhio, se non per un'ora appena: era troppa l'adrenalina e la paura che contemporaneamente gli scorrevano nelle vene, rendendolo immune al sonno, nonostante la stanchezza che si sentiva addosso.

Alla fine, più spossato e stanco di quando si era infilato sotto le coperte circa cinque ore prima, si era alzato. Fuori faceva ancora buio, ma poco gli importava. Se ne era andato in bagno per una doccia calda, fermandosi prima sulla soglia della sua stanza e socchiudendo piano la porta: Alessio, steso sul suo letto, sembrava dormire ancora profondamente, ignaro dello sguardo di Pietro che si era appena posato su di lui.

Un minuto dopo richiuse la porta, il più piano possibile: era sollevato nel poter constatare che Alessio sembrava dormire sereno, finalmente.

Il cammino fino all'appartamento, durante la notte, era stato piuttosto surreale: erano arrivati all'una, mettendoci più di un'ora, quando per le strade non c'era più anima viva e la temperatura era così bassa che Pietro si era stupito non fossero morti congelati. Nessuno di loro aveva spiaccicato parola per tutto quel tempo, se non per qualche incitamento da parte di Pietro quando Alessio sembrava sul punto di perdere l'equilibrio o di rifiutarsi di proseguire. Alla fine era arrivati, Pietro con le spalle e la schiena dolenti per averlo sostenuto per gran parte del cammino, ed Alessio con la testa che girava come non mai e con una nausea sempre più fastidiosa.

Club queen, on the downtown scene

Prowling around at night

Alessio aveva vomitato, e a Pietro non era rimasto altro che stargli accanto ed aiutarlo anche in quel momento. Quando finalmente sembrava essersi sentito meglio, l'aveva messo a letto, in camera sua; Pietro era rimasto almeno un'ora seduto accanto a lui in una sorta di veglia, ai piedi del letto, prima di decidersi a prendere un paio di coperte ed un cuscino, ed andarsi a stendere sul divano.

In quel momento, mentre si avviava verso il bagno, alle sette della mattina appena passate, poteva dirsi definitivamente esausto, fisicamente e mentalmente.

Aveva pensato e ripensato per ore a quel che era successo. Dopo tutta la notte passata a ricordare quegli attimi, quel bacio gli sembrava un ricordo vago ed etereo, come appartenente ad un mondo fatto di sogni e desideri mai realizzati.

Eppure, se si concentrava, se si passava la lingua sulle labbra, era ancora tutto lì: il sapore della bocca di Alessio, il calore della sua pelle, la barba lunga che gli graffiava la pelle, il senso di vuoto estatico allo stomaco ogni volta che quel contatto si era fatto più prolungato.

Era un po' la stessa sensazione che provava in quell'attimo, mentre apriva l'acqua calda della doccia sul proprio corpo infreddolito: una sensazione di benessere generale, brividi che gli percorrevano la schiena e lo facevano sentire leggero.

Era stato bello, nella sua casualità e sorpresa. Ma era una bellezza – Pietro ne era consapevole, pur a malincuore- destinata a finire in ogni caso.

A little party never hurt no one

That's why it's alright

You want it, but you just can't win

Ci aveva riflettuto per tutto il resto della notte, analizzando ogni sfaccettatura di quel che era accaduto.

Si era chiesto come si sarebbe comportato Alessio una volta risvegliatosi, se avrebbe ricordato qualcosa o se l'alcool avrebbe annebbiato completamente tutti i suoi ricordi. Nemmeno lui sapeva bene in cosa sperare: cosa avrebbe potuto dirgli se si fosse ricordato ogni cosa, ogni dettaglio? Dirgli la verità, essere sincero, o tenergli ancora una volta nascosto tutto ciò che ci stava dietro?

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