Era un'insolita mattinata calda, quella del 21 febbraio. Nel camminare lungo le calli affollate alle prime ore della mattina, Giulia aveva quasi cominciato a sudare: il sole picchiava forte, stranamente forte per essere solo inverno, e il pancione non l'aveva affatto facilitata nella camminata. Ricordava di essersi aggrappata al braccio di Filippo, ad un certo punto, come a voler trarre la forza necessaria da lui per poter andare avanti e proseguire il percorso fino alla banchina del traghetto.
Lì in ospedale, in quel momento, non andava meglio in ogni caso: sebbene tutti gli ambienti fossero tiepidi e di una temperatura perfetta per quella giornata, Giulia si sentiva semplicemente troppo accaldata.
Non si meravigliava di ciò: l'agitazione le giocava sempre brutti scherzi, e non credeva di aver mai patito un'ansia simile in tutta la sua vita. Non prima di quel giorno, e non in quel modo.
Filippo continuava a camminare a passi lunghi per tutta la stanza, pallido in viso e con i ricci scuri completamente in disordine. Lei, perlomeno, stava cercando di contenere l'ansia; lui, al contrario, non stava nemmeno provando a far finta di non essere nel panico più totale.
Giulia si limitò ad osservarlo scuotendo la testa, e sperando che l'operazione non venisse rimandata: era rimasta a digiuno, quella mattina, ma non provava fame in ogni caso. Sentiva un vuoto all'altezza dello stomaco che le avrebbe impedito di mangiare qualsiasi cosa.
Erano rimasti soli da poco: un'infermiera se ne era appena andata dopo averla visitata e aver controllato il battito delle gemelle. Con enorme sollievo di tutti, sembrava essere tutto a posto.
-Secondo te mancherà tanto?- Filippo si fermò, finalmente, fissando Giulia con la fronte aggrottata.
-Non credo- Giulia non ne era molto convinta, ma era altrettanto vero che le ultime operazioni prima della sala operatoria erano già state fatte tutte – Penso che al massimo tra un'ora inizieremo-.
Non si era mai interessata troppo ai parti cesarei programmati, prima di scoprire di dover affrontare una gravidanza gemellare. Aveva sempre dato per scontato che le sarebbe capitato un parto naturale, quando parecchio tempo prima cercava di immaginarsi come sarebbe stato diventare madre; Caterina non le aveva mai raccontato dettagliatamente come si svolgeva il tutto, ma le aveva descritto piuttosto bene il dolore delle contrazioni. Almeno da quel punto di vista, nel dover fare un cesareo programmato senza alcuna contrazione, Giulia si riteneva fortunata.
La sua ginecologa, quando avevano fissato la data del parto all'ultimo controllo, poco più di un mese prima, le aveva spiegato un po' come sarebbe stata la procedura: alcuni controlli per l'anestesia qualche giorno prima del ricovero, altri controlli il giorno stesso del parto, e poi meno di un'ora di intervento. Quando se l'era sentito raccontare, Giulia si era quasi sentita tranquilla; in quel momento, però, nel ritrovarsi a vivere direttamente ed in prima persona l'esperienza, si sentiva tutt'altro che serena.
La sua unica speranza era che andasse tutto bene senza complicanze per le sue figlie. Tutto il resto veniva dopo.
-Tu come ti senti?- domandò ancora Filippo, accostandosi al letto. Era la prima volta che le si avvicinava, da quando erano entrati in quella sala dell'ospedale.
-Come una che sta per essere portata in sala chirurgica- sospirò Giulia, passandosi una mano sul viso – Sono agitata-.
Durante la notte si era sforzata di dormire almeno un po', consapevole che da lì in avanti il sonno sarebbe mancato spesso. La verità era che aveva dormito a malapena un'ora, continuando a rigirarsi nel letto, e sentendo le bambine scalciare a più non posso. Alla fine si era alzata alle quattro, anche se il ricovero era fissato per metà mattina.
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Walk of Life - Growing
RomanceLa vita da ventenni è tutt'altro che semplice, parola di sei amici che nei venti ormai ci sguazzano da un po'. Giulia, che ha fin troppi sogni nel cassetto ma che se vuole realizzarli deve fare un passo alla volta (per prima cosa laurearsi) Filippo...