Inconsapevolmente eroina (Jamil) 🌸

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Avvertenze: questa storia è stata scritta per il writober 2021, con paura come tema.

Il pomeriggio al Night Raven College era sempre quel momento della giornata desolante, se non avevi un club da frequentare, ma non quelli di (Y/n) e Grim. Fino a quel momento avevano avuto un bel po' di rogne da risolvere, qualcosa come quattro overblot e tutti i problemi che hanno portato prima e dopo, quindi tempo per annoiarsi non ne avevano avuto. Almeno fino a quando non si sono ritrovati a risolvere i problemi di Scarabia e dopo poterono passare il resto delle vacanze invernali in pace. L'unico problema fu che lei e il mostro si annoiarono in tutti quei momenti in cui né Kalim, né Jamil, né nessun altro abitante del dormitorio erano disponibili per passare il tempo con loro due e giocare a Mancala da soli, dopo un po', era diventato noioso. Quindi si ripromisero che appena le lezioni fossero riprese, si sarebbero iscritti a qualche club.

Il giorno della ripresa delle lezioni, con un po' di pazienza, arrivò e con esso le attività pomeridiane. Avevano pensato di fare un giro fra tutti i club disponibili prima di sceglierne uno e si sono ritrovati a passare per aule, laboratori e campi sportivi. Qualcuno è stato subito scartato, altri sono sembrati interessanti e (Y/n) se li è segnati sul suo telefono, nella sezione note.

«Quali altri mancano?», chiese Grim, poggiato sulla spalla di lei e sbirciando sul telefono quelli non ancora cancellati.

«Pochi, non preoccuparti», (Y/n) scrollò la lista contandoli, «solo altri cinque, escluso il prossimo».

Grim si lamentò sonoramente sapendo di non riuscire a sopportare ancora a lungo quella manfrina. Era tutto il pomeriggio che non facevano altro che andare da un luogo a un altro, parlare con le persone, osservarle e chiedere spiegazioni. Lui voleva solo tornare al dormitorio e crogiolarsi sul divano con una bella scatoletta di tonno appena aperta.

«Resisti, siamo già arrivati al club di basket. Un altro po' e finiamo».

Appena entrarono nella palestra dove la squadra si stava già allentando, furono inondati da urla, dallo stridere della gomma delle scarpe sul pavimento e anche da un leggero fetore di sudore. Nulla di anomalo, considerando che era già passato più di metà tempo delle attività, ma per due che arrivavano da fuori era al limite del sopportabile.

«Andiamocene via di qua», Grim si agitò sulla spalla, spingendola ad abbandonare l'impresa, ma (Y/n) non voleva demordere.

«Aspetta, rimaniamo solo qualche minuto a guardare».

Il mostro non sembrava molto convinto, ma alla fine accettò. Quindi (Y/n) si sedette sugli spalti e cominciò a guardare cosa stavano facendo. Si erano divisi in due squadre bilanciate di numero e si stavano sfidando l'un l'altra. Il punteggio era preso a mano, su un foglio di carta, da un componente che, a quanto pareva, non giocava. Notò come le uniche tre persone del club che conosceva stessero nella stessa squadra e ben pensò di fare un tifo silenzioso per loro.

Jamil sembrava tanto fiducioso quando prendeva la palla, sbeffeggiava gli avversari con trucchetti degni di un professionista e quando li schivava regalava piccoli insulti o sguardi arroganti. Insomma, nulla di insolito per lui. Anche Ace e Floyd non scherzavano. Il secondo era quello che tendeva a infrangere qualche regola e a spingere gli altri pur di prendere possesso della palla, mentre Ace sfoderava il suo miglior vocabolario di insulti originali da distribuire a chiunque, che lo stessero intralciando o meno. Quello non era decisamente un posto adatto a una come (Y/n). Aveva già ricevuto troppi insulti dai leader dei dormitori, dagli overblot e anche da Ace, quasi all'ordine del giorno, non aveva bisogno di mettersi in una squadra in cui sarebbe finita schiacciata al suolo o contro una parete come una fastidiosa mosca. Forse lo sport di per sé era bello, ma non voleva ritrovarsi in un ambiente simile. Si decise ad andarsene, quando vide che Jamil era entrato nell'area del canestro, forse avrebbe tirato da un momento all'altro. Sarebbe rimasta seduta ancora un po', il tempo di vedere il lancio, e poi se ne sarebbe andata.

Jamil si avvicinò sempre più al canestro, schivò uno che gli si era lanciato contro spostandosi a destra, poi a sinistra con un altro. La palla rimbalzò sul pavimento rimbombando per tutta la palestra, qualche altro insulto gratuito, questa volta ricevuto e Jamil smise di palleggiare. Fece tre passi prima di balzare verso il canestro e buttarci la palla dentro, con la sicurezza che il punto non glielo potesse levare nessuno. Guardò il ragazzo che pochi secondi prima l'aveva insultato e gli rivolse un ghigno arrogante e una linguaccia. Probabilmente avrebbe fatto anche il dito medio, se non fosse che si era appeso al canestro ed era ancora lì, penzolante, beandosi della gloria momentanea.

Tutto molto entusiasmante, soprattutto per i ragazzi della squadra che aveva segnato, soprattutto per Jamil, se non fosse per una piccola falena che aveva deciso di farsi un giro per il luogo, più precisamente vicino al canestro, a pochi centimetri dalla faccia del ragazzo.

Si sentì un suono strozzato, fra un verso di sorpresa e un urlo di spavento e poi Jamil cadde in modo disastroso a terra, con un tonfo. Qualcuno si mise a ridere di ciò, ma lui li ignorò. Piuttosto si tastò con foga le tasche e tirò fuori la sua penna magica.

«Dov'è? Gli do fuoco!», urlò in preda al panico.

Era risaputo che Jamil avesse paura degli insetti fra più o meno tutti in quella scuola, tranne (Y/n), che dopo aver visto il suo senpai precipitare si allarmò e corse per cercare di aiutarlo, sperando che non si fosse fatto male. Nel sentire le sue parole, apprese subito della sua fobia e si mise a ispezionare l'aria, alla ricerca della falena. Gli altri presenti cominciarono a fare dei tentativi per calmarlo, per evitare che bruciasse tutta la palestra, ma sapevano già che sarebbero stati pressoché vani. Nel frattempo, (Y/n) la trovò poggiata su una parete non molto lontano da loro. Andò a prenderla, chiudendola poi fra le mani e si allontanò dalla palestra per poterla andare a rilasciare nella natura, tramite una finestra aperta nel corridoio.

Jamil si accorse dei suoi gesti e la seguì con lo sguardo, inizialmente perché avrebbe voluto chiedere alla ragazza di allontanarsi per dare fuoco all'animale, poi perché era rimasto incredulo dal gesto che ella aveva compiuto.

Quando tornò indietro, (Y/n) si riavvicinò a lui e gli disse «adesso non c'è più nulla di cui preoccuparsi, Jamil-senpai», gli sorrise sperando di calmarlo, «l'ho portata nel posto in cui deve stare».

Il ragazzo era incredulo: quindi aveva veramente appena preso fra le mani un insetto? E l'aveva allontanato da lui solo perché aveva notato che ne aveva paura? O forse l'aveva fatto per evitare che uccidesse l'animale? Qualunque fosse stata la risposta, doveva ammettere che aveva avuto molto coraggio a farlo e a salvare lui e tutta la palestra.

Dopo aver ricevuto un cenno come risposta, (Y/n) pensò che fosse il momento giusto per continuare il giro dei club. Grim ormai l'aveva abbandonata, finendo chissà dove e lì aveva passato più tempo del dovuto. Salutò in fretta tutti i presenti e si allontanò dal luogo.

«Riprendiamo la partita?», chiese qualcuno e un'orda di assensi venne dopo. Ma Jamil stava ancora pensando al coraggio di quella ragazzina. Avrebbe dovuto ricredersi su di lei. L'aveva sottovalutata quando aveva deciso di rinchiuderla a Scarabia per renderla una inconsapevole complice del suo piano. Forse avrebbe dovuto provare ad avvicinarsi un po' di più a lei e cercare di comprenderla meglio.

«Ehi, Jamil-senpai, stiamo riprendendo. Ti vuoi muovere da lì?», lo pungolò Ace, facendogli rendere conto che era rimasto bloccato al centro del campo, con lo sguardo ancora fisso sull'ingresso.

«Sì, riprendiamo». Ora avrebbe dovuto fare il culo a quelli dell'altra squadra, poi ci avrebbe pensato a lei.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora