Distrailo (1): Nella stanza di Jamil 🔞

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Note: ricordati che la protagonista di questa parte è MC2, che verrà segnata come (Y/N), mentre l'altra sarà (B/f/f/n).


Perché sono qui? Sono ancora in tempo per scappare, perché non lo sto facendo?

Una serie di domande vorticavano frenetiche nella testa di (Y/n) mentre si ritrovava davanti alla camera di Jamil con un cesto di uva in mano, coperto da una busta, e con indosso un pesante cappotto nero che copriva la sua figura fino a metà coscia, lasciando poi spazio a un ampio pantalone rosso e laminato. Era sospettissima in quell'abbigliamento, soprattutto il superiore, poiché indossare qualcosa di così pesante in un dormitorio dalle desertiche temperature non era molto normale, senza contare le gocce di sudore che sentiva scivolare lungo la schiena a confermare l'anormalità. Desiderava toglierselo il prima possibile, ma poteva farlo solo in due camere: la sua e quella che si ritrovava davanti, non volendo che qualcuno la vedesse con solo ciò che aveva da sotto. I vimini del cesto stavano iniziando a diventare scivolosi, segno che era stata così tanto tempo a indugiare davanti alla porta che le mani si stavano bagnando.

Ora o mai più, si disse prima di allungare un pugno e bussare.

Dall'interno non derivò nessun suono per diverso tempo. Era così tranquillo che stava per tirare un sospiro di sollievo e battere in ritirata di corsa, ma la maniglia ruotò e la porta fu tirata indietro, rivelando il ragazzo che stava cercando e che al contempo sperava di non trovare. Le bastò che apparisse nella sua visuale, oltremodo coi capelli sciolti, per mandarle il cervello in pappa e far comparire una lieve spolverata di colore sulle guance. Non l'aveva mai visto senza le trecce e quella visione le pareva idilliaca.

«(Y/n), qualche problema?», sentirlo parlare la riportò alla realtà. Si era messo a braccia conserte contro lo stipite, aspettando che gli dicesse in fretta che cosa volesse a quell'ora.

«Disturbo, Jamil-senpai?», abbassò la testa, non riuscendo a sostenere lo sguardo severo e serio che le veniva rivolto, «posso entrare?».

La seconda domanda attirò la sua totale attenzione e lo si poteva capire dal movimento che fece: si staccò dalla porta e si mise diritto, catturato dalla ragazza.

«Cosa c'è di così importante che vuoi entrare dentro?»;

«Pre...», la voce le morì in gola, sentendosi di gelatina davanti allo sguardo che stava ricevendo, poi se la schiarì e riprese la frase, con fermezza, «preferirei non dirlo qui», si guardò attorno per essere sicura che nessuno li stesse sentendo o vedendo.

Jamil le diede un'ultima occhiata, chiedendosi se quel cappotto e il cesto coperto che aveva fra le mani c'entrassero con la questione urgente, poi le fece spazio e le permise di accomodarsi.

Una volta dentro si guardò attorno. Ancora non ci credeva di essere nella stanza di Jamil, le sembrava una sorta di sogno e avrebbe voluto urlare dalla gioia. Per fortuna il momento durò poco, perché il ragazzo la riportò ancora una volta alla realtà.

«Allora?».

Sentiva la voce alle spalle e ciò la fece irrigidire. Va bene, un passo alla volta, non c'è bisogno di essere così agitati, pensò incamminandosi verso la libreria, per poggiare il cesto accanto alla radio, nel punto che era libero. Quella stanza non era molto diversa dalla sua, ma era riservata al solo ragazzo, mentre gli altri residenti dovevano dividerla con dei coinquilini: era certa che non avrebbero avuto ospiti indesiderati a meno che Jamil non avesse permesso loro l'ingresso. Il pensiero la rassicurò e decise che era arrivato il momento di togliersi il pesante capo. Continuò a dargli le spalle quando si fece scivolare il tessuto, lasciando spazio alla pelle nuda. Il cappotto cadde a terra con un tonfo e, con molta lentezza, si voltò per affrontarlo. Non riusciva a tenere la testa alta o a guardarlo, anche di sfuggita, negli occhi, si sentiva fin troppo vulnerabile in quegli abiti e davanti all'unica persona in cui si sarebbe voluta far vedere in quel modo. L'idea dell'abito, ora più che mai, le stava sembrando una cosa stupida, ma ormai si trovava lì, doveva continuare a recitare la parte. Jamil non diceva niente, troppo scioccato da quello che stava vedendo, quindi (Y/n) colse l'occasione per spiegare.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora