Spero che un giorno tu possa essere felice (Lilia) 💧

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Avvertenze: questa storia è stata scritta per il writober 2021, con appuntamento come tema.

«Spero che un giorno tu possa essere felice». Aveva dimenticato queste parole, fino al giorno in cui non l'ha rivista nell'ultimo luogo in cui avrebbe mai pensato. La cerimonia d'ingresso non si era ancora conclusa, ma stava volgendo verso il termine. Come al solito Malleus non era stato invitato e anche se Lilia si era accorto della sua assenza, aveva pensato fosse solo in ritardo, per poi ricredersi quando il preside l'ha detto esplicitamente. Appresa la notizia, si era fatto avanti per poter prelevare le nuove entrate nel dormitorio di Diasomnia e fu il momento in cui si accorse di qualcos'altro, o meglio, di qualcun altro. Non l'aveva notata subito. Aveva il cappuccio tirato sulla testa e le copriva il volto da chiunque non la stesse guardando dal davanti. Aveva sentito la sua voce e il suo nome prima, quando l'aveva detto allo specchio, ma un nome non voleva dire nulla.

Lilia si era fermato a parlare con preside, dicendogli che si sarebbe occupato lui dei nuovi ragazzi e fu così che attirò gli occhi di tutti i presenti in sala, compreso il suo. Quando la vide si bloccò. Non riusciva a pensare a niente di diverso dal "non è possibile" che gli roteava nella testa senza freno. Nessun'altra parola si azzardava a interrompere quel flusso. Aveva gli stessi occhi, gli stessi capelli, lo stesso viso, sembrava a tutti gli effetti lei, solo con degli abiti che non avrebbe mai potuto mettere secoli fa.

(Y/n)...

Ripeté il suo nome, stavolta sicuro che non si trattasse di un caso di omonimia, interrompendo la frase di incredulità che gli risuonava prima nelle orecchie.

Lasciò la sala a grandi falcate, seguito dai ragazzini, troppo scosso per dire altre parole. Com'era possibile? L'aveva vista morire davanti ai suoi occhi secoli e secoli fa, ancor prima che nascesse Malleus. Non riusciva a metabolizzare che l'avesse vista nella sala, credeva quasi che fosse un'allucinazione, un brutto scherzo della sua testa troppo vecchia.

Era un generale all'epoca. Era il meglio dell'armata del suo paese e la Regina confidava ciecamente in lui. Era diverso allora. Era molto più serio e poco esperto sul mondo e sulle persone, non aveva ancora compiuto i suoi viaggi. Era nel periodo in cui aveva sempre le mani sporche di sangue che l'aveva conosciuta, prima per fama e poi di persona. Sapeva che era una grande guerriera, l'unica donna che era mai stata ammessa nell'armata. Per questo spesso veniva trattata come tale dai suoi compagni, nonostante fosse la più forte fra di loro. Veniva definita "la pulzella del Re", ma non perché avesse mai intrattenuto rapporti con lui, ma perché era la sua protetta. Lui l'ascoltava e le dava la possibilità di creare le strategie di guerra per la prossima battaglia.

Non l'aveva conosciuta sul campo. A Lilia era stato affidato il compito di infiltrarsi nel villaggio, per riuscire a scovare informazioni e anticipare le mosse avversarie. Aveva avuto fortuna, poiché aveva scoperto in poco tempo che era in corso una riunione e che quindi poteva imbucarsi in essa, senza farsi passare le novità da qualche losco mercenario incontrato in una locanda.

Era notte, indossava un lungo mantello con cappuccio nero, in modo che si mimetizzasse per bene con i generali dell'armata avversaria, appena ne avrebbe incontrato uno, e che sarebbe riuscito a entrare nel luogo della riunione. Si aspettava di incrociare chiunque, tranne lei. Decise di giocarsi la carta dell'approccio romantico e, appena gli fu chiesto chi fosse e perché fosse lì, disse che era un soldato comune che l'aveva seguita perché voleva proteggerla dalle schifose mani di qualche maniaco. Forse perché era abituata a quei trattamenti, lo lasciò fare, aggiungendo solo che non si ricordasse di lui. Per non farla insospettire le avanzava continuamente complimenti legati al suo aspetto e alla sua forza, che non venivano mai respinti.

«Generale, sapete», Lilia poggiò un gomito su un barile lì vicino, «con il chiaro di luna che illumina la vostra pelle siete assolutamente incantevole. Potrei innamorarmene».

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora