Pensieri felici (Jamil) 🌸

100 6 0
                                    

» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

» Prompt: Polvere (pumpINK)

Importante: Ci sono spoiler degli eventi di Fairy Gala, Fireworks of Hot Sands Country e della Guess Room (il regalo/oggetto dimenticato di Jamil)

«Pensieri felici?», Ruggie guardò Kalim diffidente, «dove l'hai letto?»;

«Che grande cazzata», borbottò Leona sotto voce, facendosi sentire appena da un paio di persone e voltandosi scocciato dall'altra parte.

«Sì, esiste una leggenda che lo dice», fece entusiasta l'albino, «perché non ne proviamo un po'? Ne abbiamo abbastanza sia per oggi che per domani», sollevò il sacchetto che avevano comprato da Sam.

Gli altri tre lo guardarono scettico. Avevano una missione importante da compiere, che nessuno in realtà voleva fare ma in cui erano stati incastrati, e la data della messa in opera era segnata per il giorno dopo: rubare la corona della Regina delle Fate e riconsegnare la pietra arcobaleno nelle mani del Preside. Per portare a compimento l'obiettivo si erano allenati tanto, stando sotto le grinfie dittatoriali di Vil e del professor Crewel, ma adesso erano pronti per la sfilata. Il tocco finale, oltre gli abiti lussuosi, era proprio la polvere di fata, che il Preside gli stava pure rinfacciando come costo che aveva sostenuto per loro, che serviva per confondersi fra le creature e non destare sospetti. Ma appena Kalim l'aveva vista se ne era uscito con questo fantomatico mito secondo la quale quando eri ricoperto di quella sostanza e pensavi pensieri felici, potevi volare senza l'ausilio della magia o di scope.

«Io la provo», continuò, aprendo il sacchetto.

«No, aspetta!», provò a fermarlo il vice-leader di Scarabia, ma l'altro aveva già preso una manciata e l'aveva gettata in aria, facendola calare sui quattro presenti, fra un'imprecazione di Leona e un Jamil preoccupato che il Preside potesse entrare da un momento all'altro.

«Ora... un pensiero felice», non ebbe nemmeno tempo di delineare nella mente l'immagine della sua famiglia e di tutti i suoi amici, che Kalim spiccò il volo, con uno sbalzo abbastanza violento, tanto che per poco non sbattette la testa contro il soffitto. «Funziona!», urlò contento, cominciando subito a volteggiare in aria, «è come quando uso il tappeto magico, ma senza tappeto».

«Adesso voglio provarci anch'io», Ruggie chiuse gli occhi, scovò il suo pensiero felice e poco dopo si ritrovò a sua volta sospeso nel vuoto. «Mi sento così leggero», commentò sedendosi sul nulla.

«Allora è vero...», mormorò Jamil, scioccato dalla nuova scoperta, per poi girarsi e vedere Leona sdraiato diversi centimetri da terra, con le mani dietro la nuca e le gambe semi-accavallate. «Non avevi detto che non ci credevi?»

«Ho detto che è una cazzata, non che non ci credevo», lo corresse guardandolo annoiato, prima di chiudere le palpebre e rilassarsi sospeso.

A quel punto, l'unico che rimaneva ancorato a terra era Jamil, che però stava faticando a trovare un ricordo che reputasse felice.

«A cosa avete pensato?», chiese, sperando in uno spunto dagli altri.

«Alla mia famiglia e i miei amici», rispose subito Kalim, smettendo per un attimo di volteggiare e riprendere dopo aver finito di parlare.

Sembrava facile, bastava solo concentrarsi su Najima e i suoi genitori, ma appena ci provò gli saltarono alla mente tutte le volte che veniva rincorso dalla madre con la ciabatta in mano e lui, per difendersi, scappava con un vaso che lo copriva totalmente, ad eccezione delle gambe. E poi ripensò a quando Najima disse ciò davanti al alcuni dei compagni di scuola. Scosse la testa: non sembrava affatto un ricordo felice, né quelli né quando lo rimproveravano perché non voleva giocare con Kalim. Perciò passò ad altri, ai suoi amici, ma per quanto si sforzasse non riusciva a trovare a nessuno che reputasse suo amico. Qualcosa che si somigliava ad essi erano i compagni del Club di Basket, in particolar modo Ace e Floyd, ma neanche più di tanto. La mente piano piano scivolò sui ricordi legati alle partite: quelli potevano forse essere bei ricordi. Si concentrò sulle vittorie, sulle volte in cui aveva rubato la palla agli avversari e sulle loro facce avvilite. Sentì i piedi sollevarsi leggermente da terra, di appena qualche millimetro, e si sforzò per levarsi più in alto, eppure, per quanto ci provasse, non ci riusciva, perciò si arrese, tornando saldo sul pavimento.

«Gli altri?», chiese ancora.

«Io ho pensato alla sensazione di quando mi pagano dopo un lavoro: avere quelle madol fra le mani mi rende molto felice», rispose Ruggie e subito si sollevò di un altro po', con gli occhi che gli brillavano.

Quindi poteva rimuginare su un'attività che faceva e che gli dava soddisfazioni. Il basket, purtroppo, l'aveva già escluso, quindi tirò in ballo la cucina. Quando preparava i pasti per qualcuno spesso lo ringraziavano felici e cercavano di compensarlo in diversi modi, ma di frequente lo faceva perché era costretto o per necessità, quindi alla fine non si sentiva neanche così appagato. Scosse di nuovo la testa, scartando la seconda possibilità.

«Leona-san? Tu a cosa hai pensato?», si rivolse al leone mezzo appisolato.

«Carne», rispose secco, «e dormire».

Ponderare sul suo cibo preferito poteva essere una buona idea, ma quando ci provò la situazione non mutò.

«Jamil, non riesci a volare?», Kalim fermò il suo volteggiare, notando che l'amico era ancora a terra, con un'aria abbastanza sconfitta che, però, non colse. A Jamil irritò terribilmente l'intervento, ma si trattenne, non potendogli urlare addosso. «Puoi provare a pensare a una persona che ti rende felice», proferì, innocente, non sapendo che il suggerimento aveva colpito dritto al petto.

Una persona che lo rendeva felice...

Senza perdere tempo nella mente si materializzò all'istante l'immagine del Prefetto di Ramshackle, che solo una settimana prima si era presentata a Scarabia, da sola.

«Appena l'ho trovato sono subito corsa qui per ridartelo», gli aveva detto, porgendogli su entrambi i palmi il suo elastico per capelli con la piuma.

In effetti la mattina aveva quasi perso il senno mentre lo cercava per tutto il dormitorio, non trovandolo e dovendo arrangiarsi con un altro semplice. Non era chissà quale oggetto di valore, ma ne era affezionato e quando non l'aveva rinvenuto si era avvilito. Dalle mani era passato a guardare il viso con l'espressione mortificata.

«Spero che non ti sia preoccupato troppo, ho ripulito la stanza degli ospiti solo stamattina ed è stato allora che l'ho visto», continuò.

In effetti era ancora spettinata e la divisa era stata infilata addosso in fretta e furia, dimenticando qualche pezzo. Jamil prese l'oggetto dalle mani, sorpreso che lei avesse così tanta premura nei suoi confronti da non aspettare neanche l'inizio delle lezioni per ridarglielo. Aveva borbottato un grazie e aveva aggiunto un "non era necessaria così tanta fretta" per minimizzare, ma che parve far dispiacere la ragazza.

Era stato ospite da lei, la sera precedente, su suo invito, ma non aveva affatto supposto che avesse potuto dimenticare l'accessorio da lei.

Subito dopo se ne era andata e Jamil tornò in camera sua. Davanti allo specchio, mentre si legava l'elastico ai capelli, sostituendo quello nudo che aveva messo per rimpiazzo, i suoi occhi non lasciavano mai il famigliare ornamento. Anche quando terminò di arrotolarlo, rimase a fissarlo e ad accarezzarlo lieve con le punte dei polpastrelli, desiderando, dentro di sé, di passare un altro po' di tempo insieme a lei. Lo faceva sorridere ancora, il ricordo, nonostante fosse passata più una settimana dall'avvenimento.

«Ehi, Jamil, stai volando!», gli fece notare Kalim, riportandolo alla realtà.

Stava davvero volando, i piedi si erano librati dal suolo di un metro o due e la sensazione che gli dava era così strana. Si sentiva leggero, felice e un lieve senso di intontimento si era impadronito di lui. Non capiva come mai all'improvviso si fosse sollevato da terra e non comprendeva perché stava provando quell'ingarbugliamento dentro. Intanto, un lieve sorriso apparve sulle labbra.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora