L'unico che può dominare (Sebek) 🔞🌸

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» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

» Prompt: Respiro (pumpNIGHT list)

Non ce la faceva più, Sebek. Voleva resistere, voleva trattenersi fino alla fine, ma più il tempo avanzava più diventava impossibile. Doveva essere un momento di puro piacere, ma non per lui. Digrignava i denti con forza, stringeva le lenzuola sotto di sé quasi sulla soglia dello strapparle, il respiro era pesante e accelerato e tutti i muscoli cesellati si tendevano fino a far male. Non avrebbe ceduto. Lui, Sebek Zigvolt, non avrebbe mai ceduto a una umiliazione simile. Era fermamente convinto di quello che aveva detto solo poco tempo prima ed era disposto a tutto pur di dimostrarlo anche a lei: un vero uomo, come lo era un cavaliere degno di servire la corona del Regno delle Spine, era l'unico che poteva dominare a letto. Basta, non c'erano compromessi su questo. Ma la sua ragazza la pensava diversamente, sostenendo che anche una donna potesse prendere in mano la situazione e che, in realtà, chi si faceva sottomettere era colui che dominava davvero. Stupidaggini! E lui ora si trovava in quella situazione proprio per dimostrarle che aveva ragione. Quella sottospecie di tortura era cominciata in modo tranquillo: lei ha cercato di accenderlo con baci e leggeri tocchi lungo le braccia e il petto e lui, seppur avesse ricambiato i primi, le resisteva, sorridendole arrogante in faccia. Non ricordava bene come fosse successo, ma all'improvviso si era ritrovato disteso sul letto e, man mano che lei continuava, gli spariva qualche indumento da addosso. Più cercava di fare mente locale per capire come fosse arrivato a quel punto più trovava il vuoto e si diede dello stupido diverse volte per essersi lasciato andare, almeno in parte, agli istinti, perché se avesse resistito di più in quel momento non si sarebbe ritrovato a indossare solo i boxer, con una palese erezione al loro interno, e con la sua ragazza che gli stava abilmente lavorando il corpo, provocandogli sensazioni che non aveva mai provato prima.

Un grugnito basso, quasi bestiale, si levò dalla gola, cercando di far fronte a tutto il piacere che stava ricevendo e per non iniziare a gemere o urlare. Se avesse ceduto anche una sola volta, se gli fosse uscito anche un mezzo lamento, lei avrebbe vinto e non poteva in assoluto permetterlo: l'uomo era l'unico che poteva dominare e stare sopra, lui non stava provando piacere, lui le stava solo dimostrando che aveva ragione e quelli che continuava a ripetersi nella mente non erano solo patetici tentativi di resistere, erano la verità. Non stava provando piacere!

Perso nei suoi pensieri, con le palpebre strizzate e i denti digrignati, non si accorse che (Y/n) si era fermata e che lo stava guardando con un dolce sorriso. Solo quando ridacchiò, Sebek spalancò gli occhi e li puntò su di lei, seduta in mezzo alle sue gambe.

«Allora? Che ne pensi? Ti piace?», il tono mellifluo nascondeva un cenno di pregustata vittoria, mentre si divertiva ad esaminare le ciocche color menta scappate al controllo dalla rigida acconciatura e che ora cadevano sulla fronte, o addirittura si appiccicavano ad essa, e il petto che continuava a muoversi frenetico senza un accenno a rallentare.

In risposta le sorrise arrogante. «No!», urlò fiero, «non cederò alle tue torture per estorcermi falsità!»

Lei fu sorpresa dalle sue parole. «Torture? Addirittura?». Tornò a sorridere, stavolta in un modo seducente. Si sdraiò a pancia in giù, schiacciando metà del busto sul cavallo e sul basso ventre del ragazzo. Con un dito cominciò a tracciargli gli addominali, salendo lenta fino ai pettorali. Sebek tese il collo quasi in modo doloroso pur di continuare a tenere un contatto visivo con lei, la sua espressione severa, la fronte e le sopracciglia corrucciate con prepotenza, diffidente della sua prossima mossa. «Quindi non ti fa nessun effetto tutto questo?».

Non poteva cedere, Sebek si stava trattenendo con tutto sé stesso per non cadere nelle tentazioni a cui lo stava sottoponendo. Eppure più la guardava più sentiva di star scivolando verso un baratro senza fine. La soffice e calda pelle di lei contro la sua indurita dagli allenamenti lo attizzava, ma nulla in confronto alla visione della scollatura che aveva da quella posizione. Ingoiando a fatica un grumo di saliva che si era stagnato in bocca, si chiese perché si fosse spogliata anche lei, tanto da rimanere solo con il seducente intimo di pizzo. Quella scelta gli stava permettendo di avere un panorama erotico della sua fidanzata, mentre cominciava, lentamente, a disegnare dei cerchi poco sotto un pettorale. Il gesto gli mandava delle scariche continue di brividi e piacere e, seppur cercava di trattenersi, sentiva che si andavano ad accumulare nel membro, portandolo a pulsare poco sotto il seno della ragazza.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora