Sbagliato (Riddle) 💧

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» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

» Prompt: Sbagliato (pumpNIGHT)


Aveva un vuoto su come ci fosse finito lì, ma era un luogo che sperava di vedere di nuovo in quello stato solo nei ricordi. Riddle si guardava attorno, alla ricerca di una qualche forma di vita nel giardino di Heatslaybul ridotto a delle penose condizioni, con gli alberi strappati e pezzi del terreno che fluttuavano sospesi. Il cielo tetro non gli facilitava l'impresa di trovare qualcuno, sperava Trey, e presto si trovò a imbucarsi nel fitto del labirinto di rose. Non era preoccupato, sapeva quei corridoi limitati dai muri alti come le sue tasche, eppure dopo solo pochi metri non riconosceva più il punto in cui si trovava. Doveva avere una svolta a destra, invece lo obbligava ad andare dalla parte opposta. Si fermò lì, a osservare il punto in cui doveva esserci il passaggio, ma in cui non c'era altro che erba, poi si voltò di centoottanta gradi e guardò l'altra direzione che non ci sarebbe dovuta essere. Pensò che fosse strano, eppure, in mancanza di alternative, la imbucò. Diverse volte inciampò in delle radici che uscivano all'improvviso e che era certo che pochi istanti prima non ci fossero, ma continuò ad avanzare, nonostante il luogo gli sembrava sempre meno quello che conosceva.

Dopo del tempo che gli parve un'eternità, arrivò al centro, trovandovi il devasto più totale. Tutte le sue amate rose erano state strappate e i petali giacevano ovunque, mentre le radici straripavano incolte.

«Finalmente sei tornato», fece una voce che gli fece venire i brividi. Era doppia, infida, ma molto simile alla sua.

Riddle rimase ferreo e, drizzando la schiena in una posa autoritaria, comandò «fatti vedere se hai il coraggio».

L'altro rise, beffandosi di lui. Pensava che non si sarebbe mostrato, ma poi, all'improvviso, si sentì afferrare il viso e tirarlo all'indietro fino a costringerlo a sollevare la testa. Sussultò appena lo vide, riconoscendolo all'istante.

«No...», mormorò, mentre le dita sulla faccia stringevano la presa. Sopra di lui non c'era altro che sé stesso, nell'orribile momento in cui aveva perso la ragione ed era andato in Overblot e dietro di lui il Phantom in cui vedeva, sulla boccia piena di inchiostro, il suo riflesso spaventato.

«Non importa quanto tu cercherai di fuggire, il tuo passato ti tormenterà per sempre. Perché io sono la legge e tu non puoi fare altro che obbedirmi», il sé Overblot fece scivolare le dita dentro la bocca, ridacchiando. Sapevano di inchiostro e rabbia e gli ostruivano le vie respiratorie, soffocandolo fino alla gola e non permettendogli di urlare. «Io sono il giusto, io sono la legge!», continuava a urlare il mostro. Era inutile cercare di liberarsi, il corpo non gli rispondeva, rimaneva immobile sotto l'assalto dell'Overblot, mentre a poco a poco perdeva i sensi.

«Riddle?», sentì una voce da lontano, dal tono allarmato, «Riddle!»

Si svegliò di soprassalto, scosso da una mano sul braccio, e si mise a sedere. Percepiva il respiro affannato fin nelle orecchie, mentre con gli occhi scandagliava la stanza in cui si trovava. Era la sua e lui si trovava nel letto; era tutto in ordine, perfetto. Sondando il luogo arrivò fino alla sua destra, dove vi trovò (Y/n) accovacciata sotto l'altezza del materasso, con sguardo preoccupato.

«Riddle, stai bene?»

Piano piano realizzò che quello che aveva vissuto prima era solo un sogno, eppure adesso faceva più male che mai. Le sopracciglia assunsero una piega triste, gli occhi si assottigliarono, puntandosi verso il basso e divenendo languidi.

«(Y/n)... sono forse io quello sbagliato?», mormorò triste.

Lei si agitò. Le era capitato altre volte di avere a che fare con alcune rotture mentali di Riddle, conseguenza di un Overblot avuto ormai più di un anno prima, ma non era mai successo che i suoi traumi passati lo perseguitassero anche nel sonno.

«No, assolutamente no. Non sei sbagliato, perché pensi questo?», gli strinse la presa sul braccio, cercando un contatto visivo con lui, che però stava evitando.

«Perché ero così convinto di non sbagliare mai che ora mi fa pensare "e se ho sbagliato sempre?"».

Lei rimase in silenzio a lungo, tentando di leggerlo dentro, vedendo solo paura e insicurezze, molto lontano dal Riddle che conosceva lei, autoritario e convinto di ogni suo passo.

«Sei solo scosso dall'incubo che hai fatto. Ora ti stendi di nuovo, ti prendi un po' di tempo e ti rilassi», si alzò diritta, ancora preoccupata per lui, ma pronta a lasciarlo da solo se glielo avrebbe chiesto. Eppure lui fece tutt'altro.

«Rimani qui?», sembrava davvero perso, a stento lo riconosceva, ma sapeva che aveva bisogno di sentire la sua presenza. Annuì e si infilò sotto le coperte, accanto a lui. Entrambi si sdraiarono e subito (Y/n) lo abbracciò, permettendogli di riposare sulla spalla.

Di sicuro Riddle avrebbe rinnegato quel momento, arrossendo furiosamente per aver ceduto a un tale momento di debolezza, ma ora aveva davvero bisogno di sentirsi amato e al posto giusto nel mondo.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora