Non piangerò (Malleus) 💧

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» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

» Prompt: Morte (pumpINK)


«Sta arrivando», lo avvertì e si rimise in posizione, seguito subito dall'altro, anch'egli terrorizzato dalla notizia.

Passarono pochi secondi prima che dall'angolo apparisse il loro sovrano Malleus Draconia, che sorvolando il pavimento di un paio di centimetri, passò davanti ai due con un'espressione priva di qualsiasi emozione e senza nemmeno rivolgere loro uno sguardo distratto. La tunica nera gli svolazzava dietro, lasciando al suo passaggio solo delle sensazioni di gelo e terrore, che rimasero impregnati fin nelle ossa delle due guardie che ora, anche se il re era già fuori dal raggio visivo, non avevano più voglia di parlare e si guardavano l'un l'altro a disagio.

Da anni, ormai, il castello della Valle delle Spine e in generale tutto il Regno erano diventati dei luoghi desolanti e freddi. In ogni villaggio, campagna, stradina, il clima che si respirava era tetro e ben lontano dal periodo fiorente che è stato un tempo. E la situazione peggiorava man mano che ci si avvicinava alla reggia. I corridoi avevano perso ogni colore o luce, il cielo su di esso era sempre nero, come se fosse in una quasi perenne notte e chiunque si trovasse a lavorare al suo interno viveva in una costante sensazione di timore, soprattutto nei pressi di lui, Malleus, il sovrano che un tempo era il più amato di tutti, ma da cui adesso chiunque voleva tenersi lontano. Era diventato una persona gelida, quasi crudele, e il tutto da quel giorno, quando lei è andata via.

Malleus, con un movimento del polso, spalancò le porte della Sala del Trono. Al suo interno due file di guardie, delineando il corridoio, si ergevano con postura tesa e sguardo perso nel svuoto, cercando di non tremare mentre il sovrano passava davanti a loro per raggiungere il suo seggio. Qualcuno più coraggioso osava guardare il collega di fianco, per vedere se versava nella stessa condizione di paura, ma nessuno rischiava di più.

Lo strascico nero della veste del Re sfiorava il velluto del tappeto verde, mentre questo raggiungeva il suo posto con calma, prima che all'improvviso si bloccasse. Lento, si girò verso una finestra e notò un tenue, piccolo raggio di Sole riuscire ad attraversare le nubi nere e riflettersi, attraverso il vetro, fino al pavimento. Malleus assottigliò gli occhi in un gesto di fastidio e, con uno scatto, sollevò la mano e mosse un paio di dita, sprigionando una leggera luce verde da esse. Immediatamente tutte le finestre vennero sbarrate, sbattendo con dei forti tonfi e facendo riecheggiare i boati per i corridoi di pietra. Per fortuna le guardie che sussultarono al forte rumore non si trovavano nella sua visuale, mentre le altre cercarono di trattenere il loro tremore il più possibile.

Soddisfatto, la fata riprese il suo cammino verso il seggio regale, sedendosi con un gesto minimale, ma elegante.

«Udienze?», chiese, come da prassi, guardando severo davanti a sé.

«Nessuna», gli rispose Lilia, posto alla sua destra. Dal tono non era evidente, ma dall'espressione si notava con chiarezza quanto l'intera situazione lo rattristasse. Con gli occhi bassi, finito il suo solito lavoro che da anni ormai consisteva solo dell'avvertirlo che non ci fosse nessuna visita per lui, si girò e si posizionò dietro, semi-nascosto dall'altissimo schienale in pietra della sedia.

«Bene», concluse con lo stesso tono freddo.

Sebek, dall'altro lato, guardò di sfuggita il suo Maestro, combattuto da un sentimento irrequieto interiore, per poi sopprimerlo e tornare ferreo al suo lavoro di Cavaliere e guardia.

Nessuno riusciva a opporglisi, nemmeno a farlo ragionare, neanche Lilia che per anni e anni l'aveva istruito. Ormai Malleus non ascoltava più nessuno, continuava imperterrito la sua politica severa che terrorizzava chiunque gli stesse accanto. Anche se c'erano problemi nel Regno, i sudditi non si azzardavano a presentarsi alle sue udienze, preferendo di gran lunga cercare di risolverla da sé o anche vivere scomodi, piuttosto che affrontare quello sguardo gelido, privo di qualsiasi sentimento. Era innegabile che la morte della Regina avesse lasciato un vuoto nel popolo, ma prima di tutto l'aveva lasciato nel sovrano, che aveva cominciato a comportarsi in quel modo dal giorno che è stato soprannominato "il giorno del crollo", a indicare come la situazione sia andata in rovina da allora.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora