Mea Culpa (Rollo) 🔞

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N/A: 

Avrei dovuto scriverlo e pubblicarlo prima, ma per il writober avevo già tutto programmato e non riuscivo a inserirlo, quindi ne ho approfittato per studiarmi per bene il suo carattere. Non è l'unica idea che ho su di lui, scriverò anche altro, però intanto tenete questo smuttino.


«A volte mi domando davvero perché ci siano così tanti impuri attorno a me», sbottò con contegno Rollo, che faceva trasparire il suo disappunto solo attraverso le sopracciglia appena corrugate.

«Hai ragione, tesoro», sussurrò dolce (Y/n), seduta sulle sue ginocchia e spazzolandogli, con il retro delle dita, una ciocca albina presente al lato del viso, in una sorta di carezza amorevole volta a calmarlo.

Era arrivata al Noble Bell College da poche ore, con un permesso speciale per poter lasciare il Night Raven College per il fine settimana, ma appena aveva messo piede nei dormitori, si era ritrovata a far fronte con un Rollo arrabbiato e innervosito. All'inizio, quando aveva bussato alla sua porta ed era entrata, l'aveva guardata perplesso, aspettando il suo arrivo alcune ore più tardi, però poi aveva ripreso a sfogarsi, libero di essere sé stesso davanti a lei, fino a sedersi su una sedia e ritrovarsela sulle gambe. In realtà non aveva ancora realizzato la posizione in cui si trovava, troppo coinvolto nell'insultare un povero ragazzo che gli aveva dato rogne, solo perché possedeva dei preservativi, che aveva confiscato, oltremodo senza neanche essere in relazione con qualcuno, e che erano stati gettati sul tavolinetto lì vicino, insieme al cappello da Presidente del Consiglio Studentesco.

«Il volgo è una tale piaga. Non possono prendere un minimo ad esempio il Giudice Giusto?», fece ancora, picchiettando l'indice sul ginocchio di lei.

«Forza, adesso calmati», mormorò amorevole, lasciandogli un leggero bacio sulla fronte, da sopra la frangia candida.

Al gesto, Rollo sussultò, rendendosi conto solo allora della posizione in cui si trovavano, troppo vicini, per i suoi gusti, nonostante stessero insieme da diversi mesi e dovesse considerarlo normale.

«Cosa stai facendo?», la indagò, però rimase chinata su di lui. Gli accarezzò i capelli, spostando per un breve momento le ciocche dalla fronte, prima di dargli un secondo bacio sulla tempia. Rollo rimase immobile, guardandola con i suoi inespressivi occhi che cercavano di capire le intenzioni, scrutandola in silenzio, sospettoso e giudicante. Sentì le labbra scendere, dandogli un terzo bacio sullo zigomo e infine un altro sulla guancia.

«Sei troppo stressato, hai bisogno di rilassarti», mentre si piegava per dargliene un ulteriore di nuovo sulla guancia e rimanere lì, sfiorandogli la pelle, le mani scesero fino al petto. Il Presidente era rigido come una tavola, ma lei continuava a lavorare sulla spilla che chiudeva la stola e quando riuscì ad aprirla, la lasciò cadere all'indietro, facendola appendere al contrario sulla spalliera.

Per alcuni istanti gli unici suoni che si sentirono nella stanza furono quelli appartenenti alla chiusura a forma di campana che sbatteva contro il legno della seduta e il fuoco scoppiettante nel camino, essendo lui troppo perplesso per parlare. La situazione era ambigua, a parer suo, fin troppo, e arrivò a pensare che (Y/n) avesse in mente qualcosa di impuro, celato sotto le semplici forme di attenzione che gli stava dando. La osservò per bene, provando a cogliere nello sguardo dolce e preoccupato qualche segno che confermasse le intuizioni che aveva avuto, eppure l'unica cosa che riusciva a portare a favore della tesi è che fosse seduta sulle sue gambe, poggiando il fondoschiena quasi sul cavallo.

Mentre era alla ricerca di una prova, però, fu la sua testa a formulare qualcosa di indecente, ponendo la concentrazione sulla vicinanza eccessiva, sui gesti dolci che aveva ripreso a fargli, tipo le carezze sulla guancia, o sull'averla letteralmente su di lui. Era davvero troppo intimo per non sentire il calore cominciare ad attraversarlo da sotto la pelle, accendendo in lui una voglia mai provata prima che lo istigava ad annientare ogni controllo e a volerla sentire ancora più vicina, fino a divenire un tutt'uno. Inspirò profondamente col naso, inalando il calore diffuso nella stanza, che gli bruciava i polmoni, ma poi spalancò gli occhi, colpito dalla ragione che gli mise sotto il naso ciò a cui stava pensando.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora