02/01/2020 – martedì
Maria è una giovane donna dai capelli biondi e ricci, raccolti in una coda di cavallo bassa. I suoi occhi sono verdi come le acque termali. Vive in una città che è stata costruita in 17 anni per fa sopravvivere la razza umana. Poi si crearono i detective, i poliziotti, i militari, i politici, gli assassini di stato e gli scienziati. Maria faceva parte di una squadra elite, composta da compagni che conosceva da 3 lunghi anni. Aveva risolto molti casi, anche se alcuni di minore importanza, inoltre, conosceva molto bene la storia di ognuno di loro.
In questo momento, la detective, ovvero Maria, si stava dirigendo al lavoro con la sua macchina verde. Era in ritardo come al solito, ma questo non la toccava affatto, si era perfino fermata a prendere un caffè, ma subito dopo averlo comprato ci mise dentro del rum con la fiaschetta che aveva sempre con sé. Amava bere di mattina, anche se a dire la verità il più delle volte era ubriaca, per lei era una sorta di benessere visto tutti i cadaveri che aveva adocchiato e ridotti in modo pietoso. Passarono 10 minuti e finalmente arrivò al parcheggio esterno, si trovava esattamente dietro al palazzo di vetro che ospitava molte squadre ognuna con il proprio ufficio e il proprio capo squadra.
Erano le 09:00 del mattino, alle 8 Maria avrebbe dovuto essere in ufficio insieme agli altri, però non gli importava minimamente di ciò. L'unica cosa che gli importava era ritrovare una persona a lei molto cara che era sparita nel nulla. Aveva trovato ben poco su cui investigare, ovvero solamente che dopo che la sua amica corse via nel bosco e si separarono, scomparve senza lasciare traccia. Poteva solo continuare a percorrere il luogo senza meta sperando di trovare un indizio, quindi per un'ora ogni giorno, andava a camminare nel bosco per trovare qualcosa. Erano passati 4 anni, forse avrebbe dovuto gettare la spugna, ma non era proprio da lei. Esce dalla macchina. Per poi appoggiarsi allo sportello chiuso. Indossava; una maglia a maniche lunghe beige, con spaccatura a V. Jeans azzurri con un piccolo strappo laterale in fondo. Una giacca pesante color caramello. Scarpe da ginnastica verdi scuro. Non portava mai una borsa con sé, la trovava molto intralciante.
Si accende una sigaretta, per poi gettare fuori il primo respiro pieno di fumo. Il tabacco era diventato virale solo 9 anni fa. Alla gente serviva sfogare le emozioni e il fumo era considerato la cosa migliore. Soprattutto perché all'epoca le case erano poche, però in quel momento ce n'erano talmente tante che non sapevano cosa fare. Quando finì la sigaretta, la spense in una scatolina metallica, creata appositamente per non gettare le sigarette per strada e inquinare nuovamente il pianeta, fortunatamente tutti i cittadini fumatori si comportavano in quella maniera. Successivamente, si rimise le sigarette in tasca e si diresse verso l'entrata, dove vide le due guardie (poliziotti) che si occupavano della sicurezza.
Maria salì le scale bianche in mattoni, quando arrivò in cima attraversa una porta in vetro. Come al solito, l'atrio era pieno di persone che facevano avanti e indietro, inoltre, la segretaria che si occupava di tutti; delle domande che facevano, ecc. Maria prese uno dei cinque ascensori e premette il bottone con il numero 50. L'ufficio della sua squadra si trovava al cinquantesimo piano. Con un musichetta tranquilla, raggiunge il piano in 3 minuti. Attraversa dei corridoi che a fianco aveva porte a vetri che ti permettevano di entrare in un ufficio di grandi dimensioni, ogni ufficio conteneva una squadra composto da 12 persone. Raramente erano 13 ma solo in caso di eccezione. Dopo aver percorso il corridoio, l'ultima porta a destra era quella della sua squadra.
Appena apre la porta viene investita da sguardi passivi. Maria li ignora come al solito, sapeva già cosa pensavano dei suoi soliti ritardi e la cosa non le interessava. Jenna la sua caposquadra, una donna dai capelli rossi e corti, con occhi marroni, si avvicina a lei con fare seccato, sembrava pronta a dare la resa –"buongiorno, mai pensato a mettere una sveglia?"- domanda seria. Maria sorrise, aspettandosi tranquillamente quel rimprovero come quando un uovo ti cade dalle mani e sei sicuro che si romperà –"si, ci ho pensato, ma poi mi sono detta... perché farlo?"- rispose con tono sarcastico. Jenna sbuffò, sapendo che era inutile discutere, se in tre anni non era riuscita a raddrizzarla, non ci riuscirà più, mette le mani sui fianchi e scuote la testa. Indossava; un maglioncino rosa, jeans bianchi, scarpette con tacco basso bianche. Come al solito si vestiva in modo molto elegante, proprio da ufficio.
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Battaglia senza confini - L'apparizione di una dea
Science FictionGli umani non sanno nulla sull'universo, né del virus che ha colpito il loro pianeta. Conoscono solo una piccola percentuale di ciò che li circonda, ecco perché non sapevano che tutto sarebbe cambiato grazie ad una Dea... Una ragazza con...