Ore 14:30. Dopo essere state alla scientifica, Alessandra e Vanessa, scoprirono che l'oggetto usato per tagliare le dita era un coltello da macellaio. Così decisero di andare, in un negozio di articoli da casa. Vanessa guidava e Alessandra controllava il tablet. Vanessa sospirò mentre aspettava che il semaforo fosse verde, diede un'occhiata alla collega seduta al suo fianco –"che stai guardando su quel coso?"- chiede annoiata. Alessandra gira il tablet e mostra una lista di coltelli in vendita sul sito del negozio in cui stanno andando "TUTTO PER LA CASA". Vanessa si accigliò sorpresa –"non sapevo avesse un sito"- commenta tranquilla e aggiunge –"ci sono coltelli simili a quello dell'aggressione?"- domanda seria. Il semaforo diventa verde e parte subito. Alessandra annuì –"si, eccolo qui. È esattamente uguale all'altro, non costano molto, quindi avrebbe potuto acquistarlo chiunque"- spiega passivamente. Vanessa l'ascoltò per quasi 20 minuti parlare di quel coltello, era inquietante come sapesse memorizzare in modo impeccabile ogni dettaglio: lunghezza, spessore, materiale usato, per cosa viene usato, ecc.
Una volta arrivate al parcheggio, Alessandra stava continuando a spiegare varie informazioni sul coltello. Vanessa aveva smesso di ascoltarla da più di 15 minuti, si sentiva la testa pesante. Appoggiando la fronte sul volante, con molto stanchezza mentale e guardando verso il basso dice –"siamo arrivate"- con tono cupo e distrutto, come se avesse visto un film noioso per venti ore consecutive. Alessandra tacque e guardò fuori dalla macchina –"non ci abbiamo messo molto"- commentò con calma. Vanessa si fece coraggio e alzò la testa, per poi slacciarsi la cintura e scendere insieme all'amica –"ti prego, ricordami di non chiederti mai più cosa stai guardando su internet"- dice sfinita. Alessandra annuì –"va bene"- senza chiedere il motivo, di solito non le importava il perché di certe richieste dai colleghi.
Si incamminarono verso l'entrata del grande negozio, dove trovarono il commesso che stava sistemando dei cuscini colorati sullo scaffale. Un tipo alto e robusto, faceva un lavoro così umile, vista la corporatura sarebbe stato più utile nell'esercito. Vanessa si avvicina, fiancheggiata da Alessandra, il ragazzo si voltò e vide le due donne, con un sorriso gentile le fissò e chiede –"salve, posso fare qualcosa per voi?"-.
-"per me no, ma forse per lei si"- indicò passivamente Alessandra. Sebbene fosse per lo più una donna seria e senza espressioni facciali chiare, amava scherzare sul fatto che Vanessa avesse bisogno di una ragazzo.
-"certo, sta cercando qualche oggetto per abbellire casa?"- chiede allegramente il commesso.
-"la casa no, ma forse la sua-"- Alessandra viene interrotta da una mano sulla bocca di Vanessa che con fare irritato –"la lasci perdere. Ama farmi impazzire"- spiegò imbarazzata e subito dopo mostrò il suo distintivo e quello di Alessandra. Subito l'uomo si irrigidì e sorrise più nervoso –"ah capisco... è successo qualcosa?"- chiede preoccupato. Vanessa rimette via il distintivo nella tasca e risponde –"si, un uomo è stato aggredito. L'arma è uno dei coltelli che vende il suo negozio. Per caso di recente è venuto qualcuno a comprarlo?"- interroga tirando fuori il registratore e lo accende in un attimo. L'uomo rimane perplesso e guarda Vanessa con stupore –"che cos'è quello ?"- domanda intanto che lo indica. La poliziotta non si scompone e risponde –"serve per registrare le risposte delle persone interrogate. Rispondi pure alla domanda"- dice con calma. Il ragazzo sorrise nuovamente –"oh ok. Comunque, l'unica persona che è venuta a comprare un set di coltelli da cucina era una ragazzina molto giovane, avrà avuto circa 16 anni. Tra questi coltelli, ricordo che c'era anche in regalo, il coltello che solitamente usano in macelleria"- raccontò tranquillo. Alessandra e Vanessa si guardarono compiaciute. Vanessa si rivolge nuovamente a lui –"quando è passata questa ragazza?"- chiede fissandolo. Il ragazzo ci pensò per pochi secondi –"credo una settimana fa"- risponde tranquillo. Alessandra si intromise –"potresti farci vedere i filmati delle videocamere?"- chiede con tono monotono. Il ragazzo annuì e fece strada alle due donne presso la stanza delle videocamere dove si mise seduto davanti agli schermi e cominciò a cercare i video della settimana precedente.
A quanto pare era una di quelle giornate tranquille al negozio, il commesso era dietro il bancone che controllava i dati del computer, uno dei tanti modi per passare il tempo, pochi minuti dopo, più o meno alle 14:00, arrivò una ragazza vestita in tuta, vestiva con il cappuccio in testa, infatti era impossibile vederla in faccia tramite la telecamera, era come guardare una delinquente che stava per rapinare il negozio. Vanessa si avvicinò allo schermo con il viso –"è lei?"- domanda severa. Il ragazza annuì –"si è lei"- risponde tranquillo. Vanessa si acciglia –"ferma il video! Puoi stamparci quell'immagine?"- chiede rivolgendo lo sguardo verso l'uomo che annuisce sorpreso.
Alessandra la guarda perplessa –"sei sicura di volerla? Non mi sembra abbastanza dettagliata"- commenta con tono pacato. Vanessa sospira –"no, ma non abbiamo scelta, è l'una prova che siamo riusciti a recuperare"- risponde con tono seccato. Alessandra sapeva che non potevano permettersi certi lussi, ma allo stesso tempo non avevano trovato altro attraverso i metodi che sono costretti a seguire. Il ragazzo stampò l'immagine e la consegnò alle due donne. Vanessa sorrise gentilmente –"grazie"- dice tranquilla. Il ragazzo la guardò negli occhi, lei se ne accorse e ricambiò lo sguardo, sembravano due innamorati. Vanessa sentì un momento di calma completa, non si sentiva più stressata o seccata, era semplicemente in pace e tutto questo mentre guardava il ragazzo. Alessandra sebbene sapeva di essere la terza in comodo, sorrise compiaciuta per la scena, ma nulla dura in eterno così si intromise con una finta tosse –"ehm.. Vanessa dovremmo andare"- avverte con un leggero imbarazzo. Vanessa si sveglia dal trans e subito annuisce –"ah si! E grazie per la sua collaborazione, arrivederci"- salutò intanto che se ne andarono entrmabe.
Arrivarono al parcheggio dove Alessandra guardò la collega con occhi lucidi dalla felicità. Vanessa sapeva quanto la sua amica volesse vederla felice, ma non voleva darle false speranze –"lo so cosa stai pensando"- dice con tono passivo, intanto che si avvicina alla macchina. Alessandra sorrise leggermente –"davvero? Allora perché non gli hai dato il tuo numero?"- chiede, era chiaramente divertita ma non lo mostrava mai visibilmente, lo si poteva solo intuire da come parlava. Vanessa sbuffò, stanca di sentirsi dire che aveva bisogno di qualcuno, lei non voleva nessuno da amare, eppure avvolte si sentiva in dovere di far contenti tutti –"senti, siamo in missione. Preferirei pensare all'amore un'altra volta"- ribatte irritata dalla sua insistenza. Alessandra si rattristì, sapeva che non poteva costringerla –"va bene"- disse senza aggiungere altro e salì in macchina senza dire una parola.
Vanessa la raggiunse, sapendo che forse aveva esagerato nel rispondere in quella maniera, dopotutto Alessandra vuole solo il suo bene, ma lei non si sente pronta ad avere una relazione, prima vuole concentrarsi sulla carriera, l'amore arriverà se sarà veramente necessario. Per tutto il viaggio non si rivolsero la parola, non avevano litigato, ma semplicemente preferivano non parlarsi per qualche ora.
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Battaglia senza confini - L'apparizione di una dea
Science FictionGli umani non sanno nulla sull'universo, né del virus che ha colpito il loro pianeta. Conoscono solo una piccola percentuale di ciò che li circonda, ecco perché non sapevano che tutto sarebbe cambiato grazie ad una Dea... Una ragazza con...