CAPITOLO 18

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Una settimana dopo... 9/05/2020 – mercoledì

Ore 08:30. Maria e i suoi colleghi si erano riuniti nuovamente per fare il solito resoconto che Jenna chiedeva una volta al mese. La solita seccatura per sapere le novità. Jenna appena è entrata in ufficio si siede alla scrivania con il computer aperto, pronta a scrivere. In ordine chiama ogni componente della squadra.

La prima era Alessandra, seguendo l'ordine alfabetico –"la comandante ancora non parla, è da quando l'abbiamo catturata che mi fissa male attraverso il vetro e non dice una parola. È passata anche la leader a parlarle ma... penso l'abbia ignorata completamente"- spiega seria con le braccia incrociate.

Jenna sospira –"cerca di farla parlare, almeno fatti dire il nome"- ribatte seccata. Alessandra alza le spalle –"ci sto lavorando, ma ancora non vuole parlarci. Se tutto va bene, sta sperando che una cometa ci stermini tutti"- racconta perplessa.

La seconda era Angelina che al momento stava analizzando un campione di sangue che avevano prelevato all'aliena –"il DNA ha delle anomalie, inoltre sembra che ci sia qualcosa dentro di lei. Tipo un piccolo fuoco"- spiega e aggiunge –"potrebbe essere un'arma oppure una cosa che hanno tutti quelli della sua specie, ma per il momento è ancora un punto interrogativo"- spiega severa.

La terza era Anna che stava cercando un incantesimo per entrare nella sua testa –"ho finalmente trovato un modo per entrarci, però devo andare di fronte a lei e parlare... se siamo fortunate magari l'incantesimo non servirà"- specifica preoccupata.

Poi c'era Deepa che era seccata all'idea si parlarne –"ho fatto delle ricerche nel database, non abbiamo nulla sulla comandante"- risponde seccata.

Elisa che diceva –"mia sorella continua a chiedermi di vederla, vuole parlarci lei. Ma non credo ci sia da fidarsi, potrebbe farle del male"- spiegò severa.

Alla fine ognuno disse la propria. Jenna aveva appuntato tutto, una volta finito staccò gli occhi dal computer e se li massaggiò con le dita –"sentite... la leader mi sta col fiato sul collo, dobbiamo tirare fuori qualcosa da lei altrimenti qui saremmo tutte licenziate"- dichiara irritata. Vanessa sbuffò –"non possiamo torturarla e pretende che ne ricaviamo qualcosa? È piuttosto pretendente"- commenta seccata. Ivan annuì –"concordo, a meno che... non provi a parlarle qualcun altro"- aggiunge serio. Elisa alzò una mano –"se volete provo io, forse con me vorrà parlare"- spiega seria. Jenna non era sicura, ma a questo punto doveva provarle tutte –"va bene, Alessandra portala con te in laboratorio e falla entrare in cella, forse vedendo qualcuno in carne e ossa si calmerà"- ordina e aggiunge –"io vado a fare rapporto, voi restate qui e informatemi se ci sono cambiamenti"- dice prima di prendere la borsa e uscire dalla porta con il rapporto stampato in mano.

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Ore 09:00. Alessandra era arrivata in laboratorio accompagnata dalla collega assassina. Dopo aver superato le guardie di sicurezza mostrando i documenti, entrarono e potevano vedere la comandante, sempre attraverso il vetro, ancora sveglia con le borse nere sotto gli occhi bruni. Ancora con lo sguardo truce. Elisa entrata era sorpresa di vederla in faccia, non si aspettava che avesse un aspetto del genere –"perché è in biancheria?"- chiede confusa. Alessandra si siede sulla sedia di fronte al microfono –"la sua tuta e sparita dopo che è stata portata qui, forse le catene gliel'hanno tolta"- spiega perplessa. Elisa annuì preoccupata di cosa dire. Alessandra la fissò –"pronta ad incontrare il demonio?"- domanda con passività. Elisa annuì di nuovo, ma stavolta più spaventata. La scienziata premette un bottone con scritto "open" e le porte della cella bianca si aprirono. Elisa esitò per un attimo, ma poi attraversò ed la comandante continuava a fissarla.

Elisa si avvicina fino a mantenere un metro di distanza. La guarda con occhi severi e comincia a parlare –"ciao... io sono Elisa Korgmus, sono un'assassina di stato. Puoi dirmi il tuo nome?"- chiede gentilmente. Luen si ricordò subito dove aveva sentito quel nome, glielo aveva detto una persona molto tempo fa, dopo una settimana aprì la bocca secca e stanca di rimanere sigillata –"lo so chi sei"- ribatte severa e nervosa di rabbia. Alessandra spalancò gli occhi e si avvicinò al vetro alzandosi in piedi. Elisa sussultò sorpresa –"come fai a sapere il mio nome?"- domanda senza aspettarselo. Luen sbuffò –"... dì a tua sorella che sto aspettando una sua visita. È da qualche mese che non ci vediamo"- risponde con un piccolo ghigno sulle labbra rosee. Elisa uscì subito, chiudendo la porta, dalla stanza e guardò Alessandra sconvolta.

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora