CAPITOLO 97

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Pianeta Desi

Secondo il cellulare di Vanessa erano circa le 17:00 di sera, almeno sulla Terra era così, ma sul pianeta sui cui si trovava le cose erano diverse. Tornando alla capitale, la custode dell'acqua si avvicina a Deepa per stare più vicino a qualcuno –"Deepa, ho una strana sensazione, quella testa... ne abbiamo trovata una anche sul nostro pianeta, sempre di un'altra razza... non pensi che potrebbe essere collegato a qualcosa?"- chiede perplessa. Deepa non ci volle pensare molto, questi argomenti erano troppo deprimenti e fastidiosi –"non lo so, e sinceramente non voglio saperne nulla, ci basta arrestare i criminali e andarcene sul nostro pianeta, per poi ricominciare a combattere in guerra"- riassume irritata, la sua maglietta comincia a bagnarsi dal sudore, sicuramente la innervosiva. Quella passeggiata sembrava durare più del normale, gli alberi viola e la terra blu davano una sensazione tranquilla e cupa. Dava le sensazione di essere sotto le coperte del pianeta e di potersi godere la calma e il relax che donava attraverso i colori.

Arrivarono finalmente al quartier generale, salirono le scale fino ad raggiungere la porta dell'ufficio del generale, però Tiae si ferma e guarda la squadra umana –"vi dispiace se ci occupiamo noi della faccenda? Vorremmo che la questione rimanga sul nostro pianeta"- confessa con severità. Jenna annuisce, poteva capire cosa intendesse era una questione di "tenere ai propri affari" che tutti i pianeti desideravano particolarmente –"ma certo, comprendo. Dove possiamo aspettarvi senza essere d'intralcio?"- domanda gentilmente. Bipor gli fa segno con la mano –"seguitemi"- dice con educazione.

I corridoi erano dai colori azzurri chiaro, lo stesso colore che poteva ricordare il cielo sereno della Terra. I pavimenti erano di un colore giallastro scuro, come l'oro. Alla vista poteva ricordare il mare. Intanto che l'odore di carte e possibile inchiostro era nell'aria. Alessandra toccò le pareti con le dita, percependo un liscio molto freddo e pungente, somiglia di accarezzare metallo. Ivan lancia un'occhiata ad un ufficio dove poteva vedere dei soldati che si parlavano tra di loro. Ogni luogo odorava di fiori o profumi forti, però nessuno ci faceva caso.

Raggiungono la sala d'attesa. Un posto molto spazioso, sempre colorato come una spiaggia. I divani erano molto morbidi al tatto, anche se la parte migliore era gettarsi sopra di essi e godersi la sensazione di comodità.

Non appena si sedette, Fearghal sentì una splendida sensazione di rilassamento invaderlo, come immergersi in un bagno caldo dopo una brutta giornata. I suoi compagni erano tutti stanchi, non per quello che avevano fatto bensì per essere perennemente stressati da tutto quello che può accadere. Le luci dall'insolito colore arancio creavano una calda atmosfera estiva. Bipor si mette da parte, per lasciar passare la squadra, così che potessero accomodarsi –"aspettate qui, arriveremo il prima possibile. Se volete lì ci sono delle riviste"- informa indicando un piccolo tavolino turchese tra due poltrone scure.

Alla fine, decisero di accomodarsi e rilassarsi. Angelina prende una delle riviste e guardando le immagini, poteva capire che parlavano di miniere. Anche se non ne era sicura, dando una spintonata con il gomito al ginocchio del custode accanto a lei, le mostra l'articolo. Howie cercò di leggerlo, ma non ci riusciva quindi si limitò a guardare la scura immagine con qualche macchia di colore. Morios d'altra parte era tutto fuor ché rilassata, continuava a pensare, così tanto che muoveva il piede come un coniglio. Quel nervosismo era impossibile ignorarlo, sebbene alcuni dei suoi amici ci provavano. Jenna sbuffò –"Morios... perché sei così nervosa? Li hai sentiti, la testa non è affar nostro"- ricorda rigorosa, incrociando le braccia e appoggiando la schiena per stare più comoda. Morios aveva i gomiti appoggiati alle sue ginocchia e la bocca era coperta dal lato delle mani grandi vestita di nero –"non è quello che mi innervosisce, mi stavo domandando... com'è possibile? una testa dentro una clinica abbandonata... e nessuno ne sapeva nulla. Mi sembra strano"- riflette a voce alta, guardando il vuoto di fronte a lei. Anche se in realtà c'era una porta bianca. Alessandra accavallò le gambe, imitando il comportamento della collega –"si, è strano. Contando che ne abbiamo trovata una anche sulla Terra le opzioni si riducono a tre. Uno, potrebbe essere una minaccia agli umani, due potrebbe essere qualcuno che ci perseguita o tre... una strana coincidenza"- espone pigramente.

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora