Azaltieri
Quando atterrarono nello spazio porto, era già sera. Luen era seduta sulle panche, fissava un punto vuoto della parete di fronte a lei, intanto che l'astronave la faceva oscillare un po'. Al suo fianco c'era Riecula che guardava il cellulare.
-"siamo arrivati, possiamo scendere"- dice Rubinho che intanto spegneva i motori.
-"grazie, Rubinho"- esclama Luen. Doveva urlare un po' per farsi sentire, a causa del lento spegnimento dei motori. I portelloni si aprono, mostrando dei piccoli fiumi d'acqua su tutta la pista. Pioveva molto forte, era una serata ventosa e tuonante –"fantastico..."- commenta sarcasticamente. Riecula raggiunge il suo fianco insieme a Rubinho –"nessuno ha un ombrello, vero?"- chiede ridacchiando.
Senza pensarci troppo, fecero tutti una corsa dentro l'edificio a triangolo che gestiva la pista. Erano fradici e zuppi. Riecula si tolse la giacca nera e la strizza come uno straccio, intanto che si scuoteva per i capelli bagnati, aveva lo stesso aspetto di quando usciva dalla doccia. Si toglie anche i guanti neri. Rubinho era tentato di togliersi i pantaloni, odiava quando diventavano fradici –"odio questi pantaloni! Voglio toglierli"- si lamenta innervosito. Il ragazzo omecal, gli afferra subito la cintura –"te li puoi togliere quando siamo a casa"- afferma severo.
-"ragazzi, un po' di decenza"- disse Luen intanto che si asciugava i capelli color cioccolato con la sua giacca semiasciutta; non devo pensarci, devo fidarmi di lei. Devo portarle rispetto... ma come faccio se la mia paura è che mandi tutto a puttane. Riflette, senza accorgersi di a essersi tirata i capelli dal nervosismo. Voleva solamente tornare a casa, mettersi a letto e capire come ignorare quel nuovo capo che le era capitato nella sua eterna vita. La sua spalla venne toccata da Riecula che vedendo il suo aspetto stanco si preoccupò non poco –"sta bene comandante?"- domanda gentilmente. Luen se la scrollò di dosso –"si, stavo solo pensando... è stata una giornata dura per tutti, andiamo a casa. Il tuo azres vorrà mangiare qualcosa di buono, preparato dal suo amato omecal"- informa con un sorriso tenue, sebbene anche a casa sua ci fossero tre piccole pesti ad aspettarla.
Prese la sua moto, che aveva parcheggiato a fianco dell'edificio, così da non infastidire nessuno che volesse un parcheggio per auto. La strada da percorrere non era molto lunga, però amava sentire il vento addosso, seppur fosse gelido. Le dava un senso di libertà e freschezza che poche volte poteva percepire. Avrebbe voluto che quel percorso durasse per sempre. Restare senza preoccupazioni per sempre... questo era il suo desiderio. Un desiderio che tutti bramavano, lei non era di certo diversa dagli altri.
Rallentando con il suo veicolo a due ruote, si ferma davanti al bar gestito dai suoi giovani umani. Era stato aperto per gli schiavi umani, potevano venire a bersi e mangiare quel che volevano senza essere visti come servi. Una specie di caffè per tutti, nessuno era diverso, tutti quelli che entravano erano trattati allo stesso modo. Su un cartello appeso al muro, c'era scritto; siamo tutti uguali, non si fanno distinzioni tra razze. Una specie di regola della piccola caffetteria. I clienti erano per lo più abituali, spesso adulti umani con bambini.
Dispone la moto appoggiata al muro del semplice edificio vecchio di 200 anni, le mette l'allarme come sempre e si toglie la maschera. Entra nel locale. All'interno era arredato in stile rustico, con i mobili in legno scuro. Guardando verso il bancone sempre in legno, vide la sua piccola umana, anche se ormai aveva 16 anni, lei continuava a vederla come una bambina. Avvolte la questione irritava la giovane. C'erano altri clienti nella caffetteria, ma essendo tardi, salutarono tutti e si diressero verso l'uscita. Ovviamente dopo aver pagato. Luen si siede su uno scalino delle scale nascoste dietro una parete. Quelle scale portavano al suo appartamento, dove abitava lei e i tre ragazzi che aveva adottato al mercato di schiavi umani.
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Battaglia senza confini - L'apparizione di una dea
Science FictionGli umani non sanno nulla sull'universo, né del virus che ha colpito il loro pianeta. Conoscono solo una piccola percentuale di ciò che li circonda, ecco perché non sapevano che tutto sarebbe cambiato grazie ad una Dea... Una ragazza con...