CAPITOLO 66

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11/08/2020 – Terra

Era una decisione difficile la loro. Entrambi erano coinvolti in una guerra interraziale e universale, che poteva portali alla morte in qualsiasi momento. Però Deepa era piuttosto ostinata a riguardo –"Ivan, io voglio dei figli; ma prima dovremmo licenziarci dal nostro lavoro"- dichiara irritata, era molto semplice da capire. Ivan era appoggiato con la schiena ad una colonna di ferro, con le braccia incrociate sentiva la rabbia invaderlo –"certo, licenziamoci... io mi licenzio da guardiano della pietra del fuoco e tu da soldato rappresentante della Terra"- esclama con sarcasmo. Deepa spalancò gli occhi verdi chiaro –"ma non vuoi diventare padre? In passato, prima di sposarci, me lo avevi confermato"- urla con rabbia.

-"io voglio avere una famiglia, ma ti ricordo che ne abbiamo anche un'altra che comprende anche gli altri"- ringhia Ivan. Deepa sbuffa, ruotando gli occhi si volta dall'altra parte –"saranno anche la nostra famiglia, ma dobbiamo pensare anche a noi, non credi?!"- esclama con stanchezza. Ivan si stacca dalla trave e raggiunge la moglie chiaramente turbata, l'abbraccia da dietro cercando di confortarla -"andrà tutto bene"- gli sussurra in un orecchio. La tensione cala e Deepa finalmente riesce a rilassare le spalle, anche se la tristezza la stava invadendo. Ivan continua ad abbracciarla –"senti, non appena le guerre caleranno ci ritireremo, metteremo su famiglia e vivremo tranquilli"- rassicura dolcemente a voce bassa –"anche se so che quello che ti sconvolge e che non riesci a dimenticare sono le persone che ti hanno cresciuto... e che si sono rivelati terroristi"- ricorda, fissando il pavimento.

-"dovevano essere giustiziati dal capitano della squadra viola all'epoca... per quale motivo hanno detto ad una semplice allieva di uccidere due persone?"- domanda amareggiata Deepa.

Flashback

Ivan era in una delle stanze del palazzo divino bianco. Dopo gli allenamenti, sia lui che Howie condividevano una camera con due letti, due armadi, due lampade da terra e un balcone, insieme ad un bagno in comune. La squadra era stata fornita di cellulari particolarmente ricettivi, essi potevi usarli anche nello spazio perché ogni cellulare azaltas aveva un microcip che consentiva di comunicare con chiunque nell'universo, l'importante è che il microcip fosse all'interno di un dispositivo di comunicazione. Compresi computer e tabloid.

Grazie a quel nuovo cellulare, riusciva a comunicare con Deepa che era all'accademia di Azaltieri. Infatti, si scrivevano ogni sera e avvolte si chiamavano. Ma una sera, mentre Ivan era sul balcone della sua stanza e Howie stava dormendo beatamente, riceve una telefonata dalla moglie –"amore, per caso puoi entrare negli archivi dei casi di Azaltieri?"- domanda severa. In quel momento l'attenzione di Ivan si accentuò –"non lo so, credo di dover chiedere se non voglio creare problemi"- risponde. Il respiro quiete della moglie era piuttosto rilassante –"sai... volevo sapere tutti i dettagli e il motivo per cui i miei genitori sono stati uccisi"- dice a voce bassa. La pietà travolse il custode –"immaginavo, anche se sono i tuoi genitori adottivi, li volevi molto bene, eh? Farò delle ricerche, chiederò anche al dio bianco se necessario"- rassicura gentilmente. In cambio ricevette una risposta positiva –"ti amo"- dice con dolcezza.

Il giorno seguente, Ivan prese coraggio e si diresse verso l'ufficio del dio bianco dove si sedette e parlò –"dio bianco, vorrei chiederti se c'è la possibilità di leggere il rapporto che riguardano i signori Velew, coloro che hanno cresciuto mia moglie quando era piccola, immagino che lo sappiate già"- dice conoscendo perfettamente che il dio bianco aveva già appreso chi fossero.

-"rammento quella coppia, condannati tempo fa per alto tradimento"- informa Leonardo, intanto che continuava a leggere i fogli sopra la scrivania. Ivan spalancò gli occhi per qualche millisecondo –"condannati? Non sono stati assassinati?"- interroga confuso. Leonardo alza lo sguardo verso il giovane umano –"no, affatto. Sono stati condannati, perché vuoi l'archiviazione di quell'ordinanza?"- domanda con voce bassa. Per un attimo, Ivan sentì una sorta di timore a rispondere alla domanda, sembrava quasi che un lupo particolarmente nervoso lo fissasse. Dopo aver mandato giù un boccone di saliva e rigidità, riesce a prendere un respiro profondo –"il motivo è mia moglie, vorrei assicurarmi conosca la verità, così che possa tranquillizzarsi"- rispose cordialmente. Il dio bianco sbuffando, si avvicina al fianco dell'umano –"senti, so cosa vuol dire tenere ad una persona e volere che questa non soffra, ma credi che la verità le farà bene?"- chiede severo, ma con una certa premura. Ritorna vicino alla sua scrivania, dal quarto cassetto tira fuori una tessera bianca e la consegna all'uomo di fronte a lui –"questa tessera ti permetterà di entrare nella biblioteca di archiviazione che si trova qui a palazzo, lì incontrerai lo spirito custode dell'archiviazione delle vite mortali, parlagli del caso che ti interessa e mostragli la tessera, capirà che sei autorizzato ad avervi accesso. Si chiama autorizzazione divina. Ci tengo a precisare che non sono i documenti ufficiali, ma perfette copie"- spiega dettagliatamente, la sua voce dava una sensazione protettiva, come se stesse cercando continuamente di proteggere tutti quelli che gli stanno attorno. Ivan percepiva la sua gentilezza, non era una finta, era vera. Prese la piccola tessera, fissandola tra le dita –"grazie signore"- dice assennato.

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora