CAPITOLO 59

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La comandante stava camminando attraverso i corridoi dell'edificio dove si trovano tutti gli uffici dei capitani, aveva una riunione con il re dei Gad ed era in ritardo di pochi minuti. Alla fine arrivò nella sala degli incontri interraziali dove vide il sovrano. Un umanoide dalla pelle rosa, basso e magro. Indossava abiti vintage ma chiaramente da persone ricche e aveva una folta capigliatura scura verde acqua. I suoi occhi era verdi e aveva un'espressione severa. Luen entra con tutta tranquillità e si mette seduta al suo fianco, appoggiando sul tavolo la cartella che aveva in mano –"scusate del ritardo, questo è il caso della ladra cupidle che mi ha chiesto di esaminare"- informa severa.

A fianco del re, c'era il suo generale.

L'uomo, sebbene fosse alto un metro, la guarda dall'alto in basso, come facevano la maggior parte dei sovrani –"perfetto, comunque, vorrei sentire la sua versione... come ha risolto con il re dei comec?"- interroga. Luen sospirò, dentro di sé avrebbe voluto andarsene e lasciarlo lì, ma siccome il suo esercito era potente e doveva averlo come alleato prima dei nemici, doveva trattenersi dal congedarsi –"diciamo che abbiamo risolto e basta"- ribatté con un sorriso irriverente sulle labbra. Il re cominciò a leggere. Intanto che il generale fissava sospettoso la comandante che era comodamente seduta con altri documenti davanti, lo ignorava, sapendo che in qualche modo le dava fastidio, poi però vede il viso del piccolo uomo di fronte a lei che passava da un rosa tenue ad un rosa molto chiaro.

Il re era impallidito a causa della descrizione accurata che riguardava il corpo della ladra. Era ridotto molto male; la testa era stata schiacciata con un martello gigante, quindi il cervello era mal ridotto insieme al cranio e gli occhi erano scoppiati. Le ginocchia era rotte, le ossa erano state distrutte dallo stesso attrezzo e le mani erano state fatte a fette sottili come prosciutto da dei fili di lama.

Il re chiuse subito la cartella, immaginando l'orrore di trovare una cosa del genere o peggio ancora subirla. Luen lo fissa passivamente –"stia tranquillo, farò in modo che nessun'altro faccia quella fine orribile"- informa con tono di voce annoiato. Il re guarda il suo generale dietro di lui, e prende la penna che era sul tavolo –"accetto il patto"- risponde.

Luen sorrise e gli mise di fronte il foglio –"qui c'è scritto il denaro che le forniremo a lei e al regno, inoltre, ho bisogno che il suo generale scelga quattro dei suoi migliori soldati da arruolare anche per le battaglie. Se ci sono problemi, questo è il numero del mio ufficio e se non funziona, potete usare il numero della segreteria"- spiega. Dando al generale un biglietto con i due numeri di telefono –"inoltre, vi manderemo degli auricolari che ci permetteranno di essere in contatto durante le battaglie"- informa. Si alza dalla sedia e stringe la mano al re e al generale.

I due si inviano verso l'uscita, però il re si ferma e si volta verso la comandante –"come ha convinto il re comec a rilasciare la complice della cupidle?"- chiede curioso. Luen sorrise –"abbiamo risolto con una bottiglia di rosso"- dichiara allegra. Il re sorpreso, se ne andò insieme al proprio generale.

Luen però non intendeva il vino, come voleva far capire al sovrano, ma quello che voleva intendere era che aveva permesso al re comec di far bere il suo sangue e così lasciarlo dentro di lei. 

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora