CAPITOLO 74

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Su Azaltieri era arrivata la sera e la comandante se ne stava ancora nel suo ufficio, come a suo solito avrebbe dovuto chiamare i suoi tre umani per avvisarli che sarebbe tornata tardi, di nuovo. La sua schiava più grande, Kyrsten non ne era contenta essendo molto unita a lei, ma soprattutto perché sapeva che non le faceva bene alla salute e avvolte non tornava neanche a casa, ma restava a dormire in ufficio sul divano.

Luen le aveva appena mandato il messaggio, cosa che l'avrebbe fatta irritare ancora di più. L'ultima cosa che voleva era tornare a casa tardi e trovarsi una piccola adolescente umana isterica e preoccupata.

Sente bussare alla porta, come un piastrella che tremola quando ci si cammina a fianco. La porta si apre e mostra una ragazza bassa con capelli viola. Erano lisci e lunghi. Aveva grandi occhi color rosa scuro. Una volta entrata sfoggiava un abbigliamento casual; un maglione color crema, jeans azzurri a zampa d'elefante. Indossava dei piccoli stivaletti bianchi e arancioni. Come accessorio mostrava sempre un orologio di color oro rosa.

-"che succede Liso?"- chiede calma Luen. La ragazza sorrise imbarazzata, come se stesse nascondendo qualcosa –"ecco, a dire il vero la regina dei Thebebhion voleva parlavi, ma essendo troppo occupata allora ha preso appuntamento per la sua generale"- informa con forzatura. Luen la fissò confusa ed innervosita –"va bene"- risponde incerta –"per quando?"- domanda. Liso ridacchiò –"... adesso"- risponde aprendo la porta e facendo entrare una donna. Luen la guardò con gli occhi spalancati, come se stesse per chiedere spiegazioni in silenzio. Liso continuava a ridere nervosamente, intanto che chiudeva con tranquillità la porta –"buona riunione..."- canticchiava tesa.

La donna aveva la pelle gialla e due antenne sulla testa, sulle mani al posto delle unghie aveva chiaramente degli artigli affilati. La femmina aveva i capelli lisci, verde acqua e con la frangetta. Gli occhi erano di un rosa baby. La sua uniforme aveva il cappotto lungo, nero e marrone.

-"mi dispiace di averla fatta aspettare generale, non mi è stato comunicato che aveva un appuntamento"- informa seria Luen, mettendosi seduta sulla scrivania e facendo segno alla generale di sedersi. La donna la guardava quasi divertita –"non comunicate molto allora, comunque vi ho portato la mia lista dei quattro soldati scelti che mi accompagneranno nelle guerre su altri pianeti"- spiega, consegnando il foglio.

Prendendo il pezzo di carta, Luen legge subito il nome della generale, ovvero Nalyp Grymy.

Nalyp si sistema meglio sulla sedia –"la mia regina voleva sapere il motivo per cui gli umani hanno preso parte all'alleanza, insomma... è chiaro che non hanno nessuna abilità, l'unica cosa di cui possono vantare sono la produzione di armi create con un cristallo per loro alieno"- ricorda seccata. La comandante doveva sempre trattenersi dal dire quello che pensava veramente –"è proprio perché producono quel tipo di armi che possono essere molto utili"- afferma, ticchettando un dito sul tavolo scuro. Nalyp non era per nulla d'accordo, dal suo punto di vista erano solo alieni che era diventati forti grazie ad una scoperta che proveniva da un mondo diverso dal loro –"sono utili perché hanno una roccia molto potente, per giunta non è neanche del loro pianeta"- ribatte, sentendosi non compresa.

Luen mette in disparte il documento consegnato –"certo, ma almeno loro hanno fornito disponibilità nell'usarle per il nostro scopo, non come altri alieni che nascondono le loro armi più pericolose per usarle... "- apre le virgolette con le mani –"nei momenti più disperati"- sostiene passiva. Nalyp aveva capito a chi si riferiva, alcuni mondi avevano questo problema, consideravano le armi troppo potenti da essere usate, ma tutti si chiedevano; perché crearle allora? –"lo so, anche noi abbiamo qualcosa di particolare, ma la regina sta pensando se usarlo oppure no"- illustra con tono profondo.

-"ecco perché dico che gli umani si rendono più utili. Finora non hanno mai detto di avere qualcosa che non possono usare per la guerra"- disse convinta Luen, anche se ad essere onesti non lo sapeva davvero. Sebbene molti alieni vedessero gli umani come i poveracci dell'universo, essendo famosi per avere il "talento" di uccidere tutto quello su cui mettono le mani, Nalyp sapeva che gli umani sopravvissuti dal recente virus erano molto più evoluti rispetto ai loro antenati –"viste le ultime generazioni di umani è difficile darle torto, comandante. Cambiando argomento, posso chiederle come ci gestiremmo per i prossimi attacchi?"- interroga interessata, in fondo era venuta anche per gli schemi di difesa.

Senza perdere tempo, la comandante prende delle carte abbastanza ampie da ricoprire la scrivania come una tovaglia, sopra c'erano dei ologrammi che appaiono non appena la carta viene srotolata –"eccoli qui, come vedi, la truppa di razze miste... dovrà sempre essere in difesa, non ho programmato ancora un attacco ad un pianeta nemico, dobbiamo tenere conto che anche loro hanno dei civili, i quali non c'entrano nulla con quello che sta succedendo"- espone tranquilla.

Il trucco di riuscire in una guerra per arrivare ai propri scopi e vincerla proprio come lo vuoi tu, era usare la fantasia, e immaginare che i nemici potrebbero fare di tutto. Ma questi insegnamenti li poteva fornire solo tutti coloro che avevano il ruolo di comandante o generale. Continuarono a parlare delle possibilità che c'erano in caso che i nemici abbiano armi segrete fuori dalla loro portata, anche se la questione era seccante, Luen in quel caso avrebbe dovuto improvvisare degli ordini.

Alla fine, la generale Nalyp si avvia verso l'uscita per tornare sul suo pianeta con la navicella, parcheggiata allo spazioporto di Azaltieri.

Luen si appoggia allo schienale della sedia e guarda una foto che aveva sulla libreria a fianco, erano lei e dei suoi amici, compreso l'ex comandante: avevi ragione, non è facile. Pensa guardando l'immagine.

Una persona compare alla porta, era di nuovo la segretaria –"... ho sentito tutto... quindi tieni a loro"- disse compiaciuta. Luen si ricompose –"neanche per sogno, gli umani sono come tutti gli altri, non ho preferenze"- ribatte asciutta. Liso continuava a sorridere, conosceva la ragazza ormai e poteva affermare senza ombra di dubbio che in fondo aveva un cuore tenero –"ah! Capisco... quindi non li protegge dalle critiche perché la Dea blu è una sua amica..."- sostiene contenta e senza aspettare una risposta scappò via.

La piccola omecal sapeva tutto dei capitani e della comandante, però non aveva ancora capito che tipo di legame avessero le due donne, tranne che fossero molto amiche, anche se Luen non voleva dimostrarlo.

Continuando a leggere i rapporti forniti dai capitani e dai subordinati, firmandoli per affermare che fossero stati letti e accettati dal comandante attuale. Lo stesso compito lo avevano gli Dei della famiglia divina, dovevano firmare i rapporti per confermare che essi erano accettati dalle volontà divine, per dirlo in parole semplici; gli Dei volevano la conferma dalla comandante e dai rapporti che tutte le disgrazie da loro programmate fossero gestite con le dovute procedure. Le questioni potevano variare dalla costruzioni di edifici e studi scientifici, agli omicidi e altri eventi di malavita che dovevano avere la conferma divina.

Sebbene questo metodo fosse complicato, i passaggi erano piuttosto semplici, perché alla fine tutto era archiviato, così se in futuro dovevano esserci ricostruzioni di eventi almeno si poteva verificare da chi era stato confermato il procedimento.

Tutti sapevano che era più facile da fare che da dire.

Bussarono nuovamente alla porta, a quel punto Luen si arrese all'idea che forse sarebbe tornata a casa a cambiarsi la mattina dopo –"entra"- dice.

Dalla porta appare Riecula che aveva una cartella in mano –"buonasera, questo è il rapporto che riguarda la testa sulla Terra"- informa con tono posato.

-"grazie, più tardi lo controllo... non hai detto niente a lei, vero?"- chiede la comandante per sicurezza. Conoscendo Morios sapeva che era una persona avvolte apprensiva, quindi la scelta migliore era di tenerla all'oscuro di questioni banali come la morte di alieni al di fuori dai loro pianeti, essendo risolvibile con un paio di documentazioni e una chiamata al generale.

Riecula chiude la porta dietro di sé –"no, signora. Ma perché ho dovuto negare informazioni ad una divinità di Azaltieri?"- domanda confuso. La comandante rimase muta a riguardo –"fidati di me, è la cosa migliore. Domani avremmo le analisi della testa, così sapremo chi è stato decapitato e chiamerò il generale per avvisarlo..."- dice passiva –"... così sarà un problema suo"- sibila infine.

Il giovane soldato omecal rimase a fissare per qualche attimo il viso del suo superiore, era stanco e nervoso, ma c'era da aspettarselo, dopotutto lei era la prima comandante omecal, doveva dimostrarsi all'altezza di tutti i suoi predecessori. Ma secondo tutto quello che ha assistito, lei poteva essere anche meglio. 

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora