Pianeta Illuminix
Maswe aveva un compito ben preciso, obbedire agli ordini dell'imperatrice, anche se avvolte dimenticava che era sua sorella. Al momento si stava incamminando verso delle colline dove risiedeva una persona che doveva assumere per il lavoro. Fuori era autunno, lo si poteva sentire tramite l'aria fresca. In particolare per i colori violacei che si vedevano tra foglie e qualche fiore autunnale, essi erano comuni su Illuminix, senza non si sarebbe capito se fosse stato autunno o un'altra stagione, o almeno questa era considerazione della popolazione.
A differenza di altri pianeti inoltre, Illuminix aveva dei volatili abbastanza grandi, circa 3 metri e dalle ali forti e piumate, il loro aspetto ti ricordava un pettirosso. Creature bellissime e calme, ma se arrabbiati molto pericolosi.
Maswe era arrivata di fronte ad una casa in collina, era costruita in uno stile che gli umani chiamerebbero "orientale" ma in realtà per Illuminix era una semplice struttura dai colori caldi; giallo e arancio chiaro. Aveva dei fiori che sembravano dei nodi, ma portavano colori rosso e arancio, rosa e viola e rosa e giallo. Quei fiori solitamente li piantavano le femmine, in particolare quelle che amavano i colori che creava la luce e il potere degli illumix misto insieme.
Bussa alla porta, proprio sotto il portico, e la persona che apre è un uomo dai capelli lunghi e disordinati di color cipria, raccolti in una coda di cavallo. Gli occhi sono color cioccolato. Le sue vesti era di un colore opaco scuro, potrebbero ricordare il viola a prima vista. Maswe lo fissa con la sua solita espressione seria –"sei tu Lincas Feni?"- domanda acidamente.
L'uomo sorrise, appoggiandosi alla porta –"dipende chi vuole saperlo"- risponde compiaciuto. Maswe mostra il suo documento di generale, sia quello sia la documentazione d'identità, deve mostrarlo spesso ai cittadini perché sono sempre increduli all'idea che una diciassettenne possa essere generale. Il sorriso sulle labbra di Lincas sparì quando lesse il cartellino –"capito, entri pure generale"- dice educatamente, anche se chiaramente infastidito. La ragazza entra e viene condotta fino alla sala da pranzo e fatta accomodare. Lincas sebbene come molto persone, non sopportasse la generale per motivi personali, doveva essere cordiale almeno per rispettare il titolo che possedeva –"vuole un tè? Un caffè? O qualcos'altro?"- domanda educatamente. Maswe sapeva benissimo che fingeva e lo che lo faceva solo per non avere problemi con l'imperatrice –"no, sto bene così. Sono venuta qui perché ho saputo che sei un grande rapinatore"- informa severa. Lincas si irrigidisce, pensando subito ad un modo per uscire da quella scomoda situazione –"probabilmente ha sentito male generale, vede la mia famiglia è piena di onesti lavoratori, me compreso"- dice allegramente. Maswe incrocia le braccia e passivamente lo guarda –"sei pregato di non raccontarmi balle"- ribatte seccata.
Lincas stava per ribattere finché non vede un documento gettato sul tavolo –"l'imperatrice vuole che rubi dal pianeta Terra un oggetto molto grosso e pericoloso"- racconta la generale. Arrendendosi al fatto che non poteva più mentire, Lincas si rivolge alla donna –"... prima mi parli della paga"- dice con tono esigente. Con tranquillità, Maswe indica un numero su un documento, era la cifra esatta di quello che avrebbe guadagnato, piuttosto alta, ma vista la così detta pericolosità del lavoro era ovvio –"questo è il nostro prezzo"- conferma severa. Lincas ridacchiando, prende una bottiglia di alcool e se ne versa un bicchiere, aveva capito che la generale era abituata a sottomettere tutti quanti, però non lui –"si, ma io non rischio la mia vita per un oggetto ingombrante che devo rubare senza un motivo personale, soprattutto ad un prezzo così ridicolo"- obbietta ondeggiando il bicchiere per poi berne un sorso.
L'alcool era di colore arancione e anche piuttosto denso. Lo stesso tipo che si poteva trovare nei bar e che era di basso costo. Esso si chiamava typmal, era fatto con delle noci molto acide. Non tutti lo apprezzavano, alcuni sostenevano che solo chi ne aveva passate tante ed era molto atletico riusciva a sopportare quel gusto forte e aspro.
Maswe conosceva quelle leggende, trovandole idiozie, ma pur sempre utili perché non tutte le leggende sono bugie –"e secondo te quale sarebbe il prezzo giusto?"- domanda seccata. Appoggia il bicchiere sul tavolo in legno scuro, Lincas la guarda negli occhi –"almeno... 120.000 lumen"- risponde con un sorriso. Maswe sbatté le mani sul tavolo, indignata da quello che aveva sentito –"10.000 lumen sono un prezzo più che ragionevole"- dichiara nervosa, pronta a saltargli alla gola. Lincas sbuffa divertito –"quindi è questo il prezzo che date alle vite dei vostri sudditi?"- interroga sconcertato –"mi deludete"- conclude, cercando di provocarla. Maswe si impunta –"è la stessa paga che diamo ai nostri soldati, tu devi solamente rubare con uno dei tuoi ridicoli trucchi"- dichiara con la rabbia che sale.
-"va bene, ma anche se fosse la mia proposta di paga sarebbe un regalo, visto che ci sono ladri che fanno lavori del genere solamente se vengono pagati 200.000 lumen"- racconta Lincas riprendendo a bere –"personalmente non voglio neanche questo lavoro, nemmeno se mi offriste veramente quei soldi, con tutti quegli umani... da quello che dice questo foglio, c'è il 75% di possibilità che venga catturato e chissà cosa mi faranno... no, grazie"- dice perplesso, però non riusciva a smettere di sorridere. Riusciva a prendere in giro la generale anche se non dovrebbe andarne fiero dato che aveva solo 17 anni.
La ragazza stava perdendo la pazienza e ormai quel comportamento da superiore che continuava a ricevere da parte del criminale, non le faceva più effetto –"d'accordo, avrai i tuoi 120.000 lumen e ti affiancherò un'assassina professionista, se fallerai la missione ti ucciderò con le mie mani"- suggerisce accompagnato da una minaccia. Il ladro le lancia un'occhiata passiva, sapeva che l'avrebbe fatta arrabbiare e come in pochi sanno, quando una persona è arrabbiata è anche confusa dalla sua stessa ira e alla fine finisce per essere manipolata dai più furbi, come lui –"va bene, va bene. Si calmi generale, vuole un infuso? Forse una hyga"- propone con finta gentilezza.
La hyga è una specie di camomilla per gli illumix, provocando talvolta una grande sonnolenza.
-"non berrei mai una cosa del genere con un viscido come te"- risponde crudelmente Maswe, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta –"ti informerò di quando sarà la missione e di come avverrà il pagamento, buona giornata ... criminale"- disse a voce bassa. Sbattendo la porta dietro di sé.
Lincas rimase a bersi il suo typmal, intanto che pensava a quel caso illumix che gli era capitato in casa.
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Battaglia senza confini - L'apparizione di una dea
Ciencia FicciónGli umani non sanno nulla sull'universo, né del virus che ha colpito il loro pianeta. Conoscono solo una piccola percentuale di ciò che li circonda, ecco perché non sapevano che tutto sarebbe cambiato grazie ad una Dea... Una ragazza con...