Pianeta Desi.
La squadra era diretta verso la casa dell'ex moglie dell'assassino Eole.
La strada era molto lunga, almeno secondo il punto di vista della squadra. Jenna era preoccupata per i suoi giovani detective, per quanto fossero intelligenti erano pur sempre in un altro pianeta. Il sentiero che percorreva il bus, era illuminato dalla luna e mostrava molte foglie a terra. Da una parte i freddi alberi di un bosco e dall'altra un vasto campo desertico. Pieno di erba mezza gelata dal freddo dell'autunno accompagnato dall'oscurità della costante notte. Fortunatamente nel veicolo c'era dell'aria calda che li faceva stare al calduccio, un sollievo per i loro corpi.
La strada era lunga e stranamente senza danni che potessero far tremare il veicolo. Dopo tutte le preoccupazioni a cui Jenna pensava, le tornò in mente che doveva scrivere a Kaelyn. Probabilmente era molto angosciata per lei, era meglio scriverle un messaggio così da far sentire un conforto alla compagna. Passati pochi secondi, riceve una risposta, scoprendo che Kaelyn stava bene e al momento era in pausa pranzo. Tra non molto l'avrebbero mandata a casa.
Almeno da una parte, Jenna poteva stare tranquilla.
Il bus si ferma e videro che di fronte a loro c'era un semaforo dai colori strani, la prima luce era grigia anche se sembrava quasi bianca. Sotto c'era una luce gialla spenta e sotto ancora c'era una luce rossa. Ci vollero circa 5 minuti, prima di ripartire grazie alla luce rossa sono ripartiti.
Attraversando una strada che mostrava un negozio con in vetrina delle vasche bagno. L'edificio era bianco con le finestre blu e il tetto aveva un colore viola chiaro, simile al lilla. La sbirciatina fu breve, dato che il mezzo era partito nuovamente.
Superati altri negozi e case, finalmente erano arrivati a destinazione. Dove videro una splendida casa di pietra bianca con qualche mattone grigio. Era sistemata a L e il tetto era piatto e chiaro, con un paio di finestre e due grossi camini che spuntavano da sopra. Al primo piano si poteva vedere un balcone. Il piccolo giardino di fronte, mostrava un breve sentiero di mattonelle bianche che conducevano alla porta nera.
Il gruppo scende, intanto che Bipor andava a parcheggiare, così da poter unirsi a loro in tutta tranquillità. Un forte rumore infrange il calmo momento. Delle schegge di vetro finiscono schiantate ai piedi degli umani, che posarono il loro sguardo sconvolto su una finestra infranta. Alessandra fu la prima a schivare un vaso che le è caduto accanto, osservandolo meglio si poteva notare che era una lampada sferica e arancione. Deepa si avvicina alla collega, guardando se aveva qualche graffio –"stai bene? che sta succedendo?"- chiede, rimanendo sorpresa da un tale schianto. Alessandra annuì, mentre osservava l'oggetto in pezzi –"che sia un'aggressione?"- si domanda perplessa. Howie corse verso la porta, accompagnato da Vanessa, Tiae e Rico. Tutti e tre si gettano addosso alla entrata, cercando di aprire la porta, intanto che Tiae esclamava –"siamo i militari! Aprite subito la porta!"- diceva quasi preoccupata.
C'era un gran trambusto all'interno della casa, motivo per cui l'istinto da poliziotto che avevano i due custodi, ha preso il sopravvento. Senza rendersene conto, i due soldati li hanno subito seguiti. Le continue botte da parte del gruppo, alla fine fecero cedere la porta, rompendo il meccanismo che la serrava. Tiae estrae la spada laser e si immerge nella casa insieme a Rico che teneva saldamente le proprie pistole. Si appoggiano alla parete che separava il soggiorno dal corridoio. Rico controlla se era sicuro. Però quello che non si aspettava era di vedere un mucchio di foglie a terra e la desi che poteva essere la vittima che stringeva tra le mani una grossa mazza verde. La donna si volta a guardarli malamente –"che volete?! Non vedete che ho da fare?!"- urla innervosita. Era una situazione piuttosto bizzarra, una desi terribilmente arrabbia con una mazza cilindrica e un mucchio di vasi distrutti, si voltava a rispondere male ad un soldato con la pistola. Inoltre, le era puntata contro. Non era spaventata, ma si potrebbe dire, solamente molto irritata.
La donna prese un respiro profondo, prendendo qualche pezzo di vetro e ceramica per poi gettarli nella spazzatura –"che cosa fate? Entrate... o siete qui solo per rompermi le porte?"- interroga ancora arrabbiata. Tutto il gruppo obbedì, anche perché non avrebbero voluto affrontare una furia del genere, oltre ad essere problematico per il semplice fatto che fosse una civile.
Una volta accomodati sui divani chiari e profumati di fiori di campo, la signora dai capelli viola, decorati da fiori bianchi e accompagnati dagli occhi color grigio nebbia, porge loro su dei piatti con cibo che ricordava brioche. La scienziata fu la prima a voler rompere il ghiaccio –" non è stata una mossa furba rompere la finestra in pieno autunno"- commenta tranquilla.
La desi si assesta di fronte a loro, incrociando le braccia, mostrando una maglietta arancione dalle maniche lunghe e collo alto, insieme al rosso che si mostrava dal seno in giù, abbinato ad un gilet azzurro aperto. La maglietta finisce con un lieve gonnellino che copriva anche i fianchi. Come pantaloni, portava pantaloni stretti azzurri, abbinati a stivaletti arancioni.
-"reagiresti allo stesso modo se scoprissi che il testa di cazzo che volevi vedere morto, in realtà è scappato per pura fortuna!"- esclama la donna, sbattendo un pugno sul tavolino da caffè in legno dipinto di rosso.
-"quindi ha saputo della fuga dei tre stregoni demoniaci, ci dispiace"- disse Tiae, sentendosi in colpa per non essere riuscita a fare di più.
-"credetemi, l'unica cosa che voglio è che stia lontano da mia figlia"- afferma severamente
-"scusi, se la disturbiamo, però dobbiamo farle le solite domande di routine. Quando un prigioniero scappa, la prima cosa di cui dobbiamo accertarci è se i suoi conoscenti o famiglia sia in combutta con il soggetto"- informa con calma Tiae.
La donna guardò passivamente la desi di fronte a lei e diede un'occhiata al gruppo a fianco –"perché siete in così tanti per tre idioti montati? Siete una specie di squadra speciale?"- interroga confusa, cercando di quietare i nervi tesi. Honeaq era rimasta in piedi, mostrando sempre un sorriso educato –"più o meno è così, spero che non le siamo un intralcio"- dice agitata, sebbene dovesse mantenere un certo tipo di controllo davanti ad un civile. La desi dai capelli violetti, accavallò le gambe, appoggiando anche la schiena al divano –"no, ma visto che alcuni di voi sono in piedi, spero che non sia un problema"- sostenne rilassata. Alessandra notò dei sopramobili simili a cubi colorati, ma poi capisce che all'interno era presente una sorta di liquido che si muoveva –"quanta gentilezza... con tutta questa cortesia, ho i miei dubbi che ci terrà nascosto qualcosa, dico bene?"- sostiene tranquilla
-"no, infatti. Ma considerate che non ho a che fare con Eole da anni, quindi ... non so molto su quello che ha fatto dopo che ci siamo lasciati. Però posso confermarvi che uccide a sangue freddo e non si fa scrupoli nel nascondere il corpo o comunque sbarazzarsene il meglio possibile"- racconta impassibile la donna. Jenna notò uno sguardo pieno di preoccupazione, come se quasi temesse per qualcosa –"quindi è praticamente un serial killer. Rispecchia esattamente quello che è"- giudica perplessa. Tiae sospirò, accettando di doversi arrendere –"questo vuol dire che non avete idea di dove potrebbe trovarsi"- afferma stancamente.
-"già, e prima che andiate a disturbare anche lei, sappiate che mia figlia non c'entra nulla, soprattutto con le scelte di suo padre... anche se lo è solo geneticamente"- specifica tranquilla la desi, per poi ricordarsi di un dettaglio in particolare che non aveva notato –"come sapevate che ero a casa?"- chiede sospettosa. Rico ridacchia divertito –"diciamo... che teniamo d'occhio i nostri cittadini"- risponde, sentendo la voglia di prenderla in giro. Tiae si alza dalla poltrona su cui era seduta –"non si allarmi, solamente in situazioni del genere controlliamo che sia tutto nella norma, non ci permetteremmo mai di violare i suoi dati personali di cui si serve ogni giorno, signorina Zuma"- spiega rimanendo distaccata e professionale. Zuma alzò le spalle, non le importava come usavano i suoi dati personali, li voleva solamente fuori da casa sua –"non mi importa, io ho finito e non ho niente da dirvi, quindi uscite pure, e vi conviene lasciarmi il numero di un buon tuttofare"- si lamenta innervosita, riguardando la porta d'entrata e la finestra.
In pochi secondi, tutti ritornarono fuori e sentirono il freddo accoglierli nuovamente. Vanessa si sentì in colpa ad aver rovinato la porta ad una povera desi che stava a farsi i fatti suoi –"accidenti, abbiamo fatto un po' di danni"- dice imbarazzata, guardando i suoi compagni. Angelina sentì i nervi del viso tirati dal nervoso –"aspettate un attimo, la finestra l'ha rotta lei, perché dovremmo ripagarla noi?!"- afferma seccata. Jenna avvolge un braccio attorno alla giovane informatica, cercando di sollevarla di morale –"non ti preoccupare, andiamo... credo sia ora di tornare in ufficio"- mormora a bassa voce, nel mentre che veniva seguita dagli altri.
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Battaglia senza confini - L'apparizione di una dea
Science FictionGli umani non sanno nulla sull'universo, né del virus che ha colpito il loro pianeta. Conoscono solo una piccola percentuale di ciò che li circonda, ecco perché non sapevano che tutto sarebbe cambiato grazie ad una Dea... Una ragazza con...