Pianeta Desi
Tornati in albergo, la squadra decide di riposarsi. Si riuniscono in una delle loro stanze. Avevano fatto accendere il camino così che potesse scaldare la stanza, chiesero di accendere anche gli altri. L'odore di fiori continuava a viaggiare nella camera.
Intanto che Jenna si sdraiava in un letto, stanca di pensare a come trovare informazioni sui tre desi –"abbiamo fatto visita a quelle due e ho controllato i documenti che mi hanno mandato i loro uffici, niente sembra molto utile"- si lamenta, fissando il soffitto chiaro. Sentono un urlo, era acuto e pieno di terrore, dava l'impressione che fosse uscito da un film horror, ma non era la parte peggiore. Di solito, sulla Terra, quando sentivano un urlo del genere significava solo una cosa.
Si lanciarono un'occhiata veloce tra loro e corsero fuori dalle stanze, tra i corridoi le luci erano soffuse. Non lasciavano respirare. Arrivarono alle scale, ignorando il buon profumo che persisteva in tutto l'edificio. Jenna aprì di scatto la porta dell'hotel, la maniglia era fredda proprio come la notte autunnale che li ospita al di fuori dell'edificio. Le foglie violacee, venivano spazzate dal vento ai margini della strada. Il loro volo sembrava un leggiadra danza che si fermò a causa dei margini del marciapiede e del corpo sdraiato a terra, proprio a fianco del muro dell'hotel.
Fermando la corsa del gruppo, Jenna si blocca aprendo le braccia.
Un liquido grigio usciva dal petto del fisico. Era un piccolo buco che lo permetteva. Non si muoveva e un forte odore lo circondava, sul loro pianeta poteva ricordare sostanze chimiche, ma tutti supposero la stessa cosa, era l'odore del sangue di quel povero desi.
Solo una persona si accorse di essere osservata come una preda, infatti, la sua prima reazione fu quella di lanciare l'ascia verso l'oscurità. L'arma mostrava una luce verde acqua tramite le venature argentante, illuminava l'albero dove si era infilzata, però a fianco a quella pianta dalla corteccia oscura c'era un soggetto che la estrae, tenendola nella sua mano, osservandola interessato da un simile oggetto e mormorando parole come –"affascinante"- guardando anche il manico.
-"sapevo che eri lì"- afferma freddamente Deepa, pronta a difendere i compagni in caso di attacco.
-"come lo hai capito?"- interroga il desi, mostrandosi alla luce del lampione. Rivelandosi a tutti, Pieri si mise una mano sul fianco, facendo un altro passo in avanti, convinto che non lo avrebbero attaccato senza essere sicuri di vincere.
-"Azaltieri ti rende più sensibile alle forze estranee"- dichiara Deepa, fissandolo malamente.
-"mi chiedo..."- sussurra Pieri, esibendo un ghigno. Allunga un braccio, tappezzando la terra di un'ombra scura e fredda. Voltandosi in velocità verso gli amici, Deepa dà uno spintone a Jenna spingendo l'intera squadra dall'altra parte della strada. Intanto che Ivan urla il suo nome –"Deepa! No!"- cercando di fermare lo schianto con le gambe.
Deepa si lasciò colpire dalle zone buie, finendo addosso al muro provocandone qualche crepa. L'alabarda si illuminò di fiamme alte, Ivan scagliò un attacco, ma si separarono evitandolo completamente. Grazie alle fiamme provocate dal custode si poteva vedere l'enorme bestia con due lunghe gambe nere e un corpo tozzo dalle braccia lunghe. La bestia comincia la sua marcia verso di loro.
-"l'oscurità non può essere bruciata"- conferma Pieri, osservandoli dall'alto in basso. Con un balzo, aiutato dai suoi oscuri tentacoli, si sposta sul tetto della pensione per vedere meglio il combattimento.
Il mostra scagli un arto anteriore contro il custode del fuoco. Ivan ferma l'attacco con il bastone della sua arma usando la sua forza sovraumana, nonostante ciò... veniva spostato dal suo punto di blocco. I suoi piedi venivano strascicati dalla parte opposta, muovendo con lui anche lievi nuvole di polvere e pezzetti di strada. Ma poi, un vento freddo inondò la sua schiena e dalle sue spalle comparvero delle colonne azzurre. Erano cristalline e dall'aspetto pesante. Infilzarono il mostro, congelandolo in un grosso cilindro nel quale tentava di liberarsi colpendolo ripetutamente e sbraitando come un vero animale.
Thomas si mise al fianco dell'amico –"allora proviamo a congelarlo"- disse sbattendosi le mani dalle piccole schegge di ghiaccio che gli erano rimaste attaccate. Una mano si aggrappò al muro, Deepa era completamente rintontita e con la testa che le girava, vide suo marito raggiungerla e tenerla per i fianchi –"che botta, non mi aspettavo un colpo del genere"- commenta con la mano sulla fronte. La terra tremò, nel mentre la bestia oscura continuava a colpire l'interno della gabbia di ghiaccio, provocando delle grosse crepe.
-"non reggerà a lungo!"- esclama Angelina, estraendo la spada fucsia, pronta ad attaccare.
Sentono un forte rumore, guardano il cielo nero e notano un grosso lampo viola che colpiva lo spazio sopra le loro teste, non era un buon segno. Rivolgendo i loro sguardi verso l'alto. Pieri si sedette sul margine del tetto dell'edificio, godendosi le loro espressioni seccate –"adesso sarà ancora più divertente"- giudica ridacchiando.
Il mostro si libera, distruggendo la gelida barriera e facendo scivolare i pezzi verso gli umani. La prima mossa che venne in mente a Ivan fu quella di afferrare la moglie per un braccio e trascinarla via di corsa, dandole una piccola spinta a lei e il collega –"andate! Io lo tengo impegnato"- dice con tono serio. Corre verso il mostro roteando la sua arma infiammata, taglia un braccio all'obbrobrio che cade facendo tremare il terreno.
La bestia nera si arrabbia, scatenando un forte ruggito. Ma il suo rumore viene interrotto da un piccolo missile che lo colpisce in testa. Insieme a quei colpi si unirono molti altri che lo fecero indietreggiare di qualche passo. Ivan si volta, trovando il collega Howie che creava palle di terra con le mani e attorno a sé, con tutta la sua concentrazione riusciva a formare un gruppo di proiettili che percuotevano ripetutamente la creatura.
L'essere colpisce la strada provocando un grossa apertura sul terreno che si fa strada come una linea che si sposta a zig zag, fino ad raggiungere qualcuno. Fu un attimo. La sensazione di fluttuare per aria era bastò per spaventare Angelina che ci mise pochi secondi a capire che stava per essere ingoiata dal terreno. Cadde all'interno della grossa crepa. Il panico l'assaliva, non riusciva a rimanere lucida. Cadendo in quella fossa stretta e oscura, l'unica memoria che l'assillava era quella di sua sorella maggiore che gli diceva di non aver paura del buio, sebbene essendo bambina quella paura era giustificata. Mentre urlava, sperava che i suoi compagni la sentissero. Una gravità opposta a quella che aveva intrapreso, la stava riportando in superficie, intanto che la brezza le accarezzava i capelli corvini. Una volta tornata al punto di partenza, viene accolta da dei capelli bianchi che fluttuavano grazie a quella brezza. Era Anna, che grazie ai suoi poteri l'aveva salvata.
Una scia di rocce blu si forma davanti a loro, bloccando così il mostro che per l'ennesima volta urla infuriato. La squadra si voltò a guardare Howie, il responsabile di quella protezione –"cosa facciamo? Quel coso distruggerà la capitale!"- esclama a tutti.
-"lo porteremo fuori dalla capitale, solo così potremmo limitare i danni... una volta fuori, lo distruggeremo con tutte le nostre forze"- ordina Jenna alla banda. Nessuno obbiettò, Vanessa crea dalle sue mani le particelle d'acqua che formano delle sfere, lanciandole verso il mostro che non le sentì nemmeno dato che lo attraversarono.
Ricordando che la bestia era fatta di ombre, Alessandra corre verso un lampione caduto, inginocchiandosi tra i vetri rotti e freddi, intanto che la luce scaldava leggermente la pelle, si toglie gli occhiali avvicinandoli alla luce, usando le lenti per farla riflettere verso il mostro che urlò. Ferito dalla luce, fece dei passi indietro cercando di raggiungere luoghi ombreggiati.
Elisa era riuscita a salire su un tetto di una casa accanto all'hotel, le piastrelle riuscivano a reggerla sebbene pensasse che non fossero molto resistenti, erano di colore azzurro e stava puntando il cecchino contro il mostro –"sta fermo"- sussurrava tra sé e sé. La grossa bestia scura non la vede, ma questo non gli impedisce di spostarsi e strappare i pali dietro l'edificio. La squadra non sapeva cosa fosse, però in quell'istante fu solo Alessandra a fare due più due. Era un palo che poteva fornire elettricità e quindi luce. Tutte le sbarre simili ebbero un guasto temporaneo, era l'unica spiegazione logica dato che si erano spente. In quel momento, solamente la scienziata si accorge del guaio in cui si erano cacciati. La capitale era al buio e il mostro era fatto di ombre.
-"siamo nella merda"- sibila nervosa la donna. Osservando il grosso mostro che diventa più grande e si getta verso la loro direzione. Provocando urla e panico ovunque. Adesso erano spacciati.
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Battaglia senza confini - L'apparizione di una dea
Science FictionGli umani non sanno nulla sull'universo, né del virus che ha colpito il loro pianeta. Conoscono solo una piccola percentuale di ciò che li circonda, ecco perché non sapevano che tutto sarebbe cambiato grazie ad una Dea... Una ragazza con...