CAPITOLO 80

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Pianeta Illuminix

Sebbene fosse sera, la base militare era ancora molto trafficata. Le segretarie stavano per uscire dal loro lavoro noioso che comprendeva per lo più smaltire scartoffie. Molti soldati che erano al servizio, possono tornare dalle famiglie della capitale, mentre quelli delle città lontane sono costretti ad andare in accampamenti appositi, in caso debbano partecipare ad altri attacchi decisi dai superiori. Avvolte pativano il sonno. I letti degli accampamenti, ovvero capannoni militari, erano scomodi, i materassi erano molto vecchi e non avevano ancora avuto la possibilità di cambiarli a causa dei costi mancanti. Per lo più i soldi venivano usati per le armi e le cure mediche.

La loro routine viene interrotta quando un grosso fascio di luce appare proprio al centro dell'atrio. Un'assistente riesce a vedere un enorme simbolo comparire sul pavimento, non sapendo cosa potesse indicare, pensa di avvicinarsi. Non fa nemmeno in tempo ad allontanarsi dal bancone, che si materializza dal nulla un grosso minerale simile al cristallo, di color acquamarina.

Tutti i presenti rimasero senza fiato. Da sopra di una delle tante punte pericolosamente affilate, scese il ladro soddisfatto e allo stesso tempo stanco, con un balzo atterrò proprio a fianco al bancone. Notando le splendide collaboratrici piegate dietro il grosso tavolo per proteggersi da quello che sembrava un attacco a sorpresa. Lincas si sporge verso di loro –"perdonatemi, non sapevo di aver spaventato delle fanciulle così belle"- disse mostrando un sorriso amichevole. Una di quelle segretarie aveva i capelli biondo chiaro, di natura era timida e quando vide un uomo illumix così affascinante, non poté fare a meno di arrossire –"ah! ecco...."- balbettava. Era andata nel panico, solitamente non veniva trattata in quel modo così rustico e gentile, soprattutto da uomini belli e forti.

-"ti piace fare il cascamorto?"- interroga una voce femminile e molto seccata. Lincas si voltò e vide la generale che si avvicinava con il solito sguardo da "odio tutti" oppure "io sono meglio di voi", sia lui che tutti i civili ormai si erano abituati ad un comportamento così altezzoso –"generale non si arrabbi, trovo anche lei molto bella, sebbene non sia ancora del tutto una donna"- dichiara. Uno dei suoi tanti modi di dire per far arrabbiare le persone che avevano troppa autostima di sé. Indignata, Maswe ispeziona il cristallo, ammirando il suo colore –"anche se fossi una donna in tutto e per tutto, ti considererei un vecchio porco"- insulta innervosita. Notando il caos provocato dal grosso minerale invadente, capì che era davvero una scocciatura –"ma che diavolo! Perché non l'hai portato da un'altra parte?! Guarda che macello!"- urla arrabbiata.

-"ma generale, dove avrei dovuto portarlo? Se lo avessi trasportato da un'altra parte, sicuramente mi avrebbe accusato di furto alla famiglia imperiale"- giustifica Lincas, sapendo di avere ragione. Maswe non poteva ribattere, era vero. Se avesse osato portare il cristallo in un posto che fosse meno affollato, poteva tranquillamente incolparlo.

-"dove cazzo è quella incompetente?!"- chiede Maswe cercando di calmarsi.

-"non potevo portarla con me, ed eravamo alle strette, ho dovuto costringerla a fidarsi di me, se l'avessi portata con il portale, forse sarebbe stata imprigionata nella pietra"- afferma allegramente Lincas.

-"ogni scusa è buona! Non mi interessa, doveva tenerti d'occhio"- ribatte seccata Maswe.

La porta si spalanca e tutti sentirono il rumore di scarpe femminili che si muovevano velocemente verso di loro. L'assassina era riuscita a raggiungerlo, anche se in ritardo. Appena si ferma, visualizza la generale e si immobilizza –"ah! generale! Mi perdoni, ma non avevo scelta, dovevo lasciarlo andare da solo"- informa agitata. Maswe la ignorò considerandola inutile oltre che imprudente –"lasciamo perdere, per questa volta passa. Ma se dovessi assumerti di nuovo, e farai di nuovo lo stesso errore, morirai in un attimo"- avverte passivamente. Si sentiva mortificata, Hargel sapeva che non era professionale quello che ha fatto, e solitamente non avrebbe preso quella scelta se non fosse stata una vera emergenza –"non ricapiterà"- afferma severa, in fondo ci sperava che non sarebbe successo di nuovo.

Lincas era appoggiato con la schiena al cristallo mettendo una mano dietro di sé, riesce a staccare un microscopico pezzo del minerale, nascondendolo in tasca senza farsi vedere. Nessuno se ne accorse. Seguita dai soldati dietro di lei, Maswe ritorna verso l'uscita e lascia da soli i civili. Avvicinandosi ad uno dei soldati –"portatelo nei sotterranei del palazzo, non deve essere percepito da altri"- ordina con calma. I soldati obbedirono senza fiatare iniziarono a disegnare nuovamente un simbolo attorno al cristallo, esso serviva per annullare la gravità di un oggetto così da poterlo spostare senza fatica o attrezzi invadenti. Lincas si allontana, facendo un gesto con la mano come saluto.

Poteva andarsene via tranquillamente, per il semplice fatto che conoscendo la generale, i soldi erano nel suo conto bancario nel momento in cui aveva mostrato con chiarezza l'apparizione del minerale. Adesso era completamente immune a qualsiasi tipo di coinvolgimento nella famiglia imperiale e questo lo rendeva felice. 

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora