CAPITOLO 12

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 Luen era diretta verso una botola che poteva portarla sottoterra. In quel luogo si trovavano le fabbriche, specialmente di munizioni. Le macchine erano magiche, costruite apposta per usare la magia creatrice, ovvero per creare munizioni, pezzi di macchinari, auto, e altri oggetti. Una volta scese le scale in marmo bianco, arrivò nelle fabbriche, dove cercava il capo di fabbricazioni per la guerra che aveva in programma di fare. Attraversa i ponti in ferro e arriva al suo ufficio, mentre vapori, i caldi dei forni e le grida degli operai che comunicavano tra loro, la circondavano. Si ferma davanti ad una porta in vetro. Bussa. Quando entra vede un azaltas, maschio alfa, occhi verde acqua scuro, capelli verde acqua. Un tipo serio. Luen si avvicina –"ciao"-

-"ciao, da un po' che non ci si vede"- commenta guardandola.

-"senti Iadys, per caso puoi farmi 1000 casse piene di proiettili?"- domanda curiosa.

-"mille? Per quando ti servono?"- interroga sorpreso.

-"tra qualche mese, più o meno, se puoi anche prima"- dice seria.

-"uhm... non è una cosa facile quello che mi chiedi, mille casse colme di proiettili, sono tante... cosa ci devi fare?"- domanda per gestirsi meglio nella produzione.

-"una guerra"- risponde.

-"cosa?"- interroga sconvolto. Era senza parole, di battaglie contro gli umani era normale, ma chiedeva normalmente 100 casse, doveva capire che per chiederne 1000 doveva esserci una gran guerra. Come tutti, non poteva fare a meno di chiederne il motivo –"perché così all'improvviso?"- era spaventato di sapere il motivo che poteva spingere a tanto gli dei. Luen si siede di fronte a lui, ignorando la domanda, non sopportava i curiosi –"rispondimi e basta, puoi farmi queste 1000 casse o no?"- chiede con tono ancora annoiato. Doveva portare sempre molta pazienza con certe persone, era un dilemma di essere capo di qualcosa o comunque un leader. Iadys rimane in passivo, anche lui doveva portare pazienza, comincia con un lieve sorriso –"si"- risponde sospirando. Luen sorride allegramente, soddisfatta della risposta –"bene, allora mettiti al lavoro"- si alza e senza neanche guardare indietro, si dirige verso la porta, sapendo di averlo spaventato anche se non di molto. Si avvia verso le scale per tornare nei soliti corridoi.

Mentre Iadys pensa a come sia possibile che vogliano cominciare una guerra senza alcun motivo logico, perfino i giornali non lo accennavano. Però per quel che ne sapeva lui forse era una guerra segreta che solo le famiglie dei soldati lo sapevano, oppure, era una cosa che il popolo avrebbe scoperto al momento proprio per non mettere tutti nel panico più totale, anche se era difficile che accadesse vista la loro potenza combattiva. Successivamente, esce dal suo ufficio e va al centro delle fabbriche che facevano fuoriuscire un caldo atroce che a malapena sopportava –"GENTE! RIMBOCCATEVI LE MANICHE, ENTRO QUALCHE MESE DOBBIAMO PRODURRE 1000 CASSE PIENE DI PROIETTILI! SIAMO INTESI?!"- urla per farsi sentire. Tutti lo ascoltarono anche se con fatica, dopo quell'annuncio, si guardarono confusi per un attimo, ma Iadys non poteva permettersi di perdere tempo –"MUOVETEVI! FORZA!"- urla chiaramente. Sebbene fosse ancora perplesso ritorna nel suo ufficio. Non voleva essere disturbato.

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora