CAPITOLO 109

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In passato, anno 11.924. Pianeta Desi.

Era una fresca primavera, poco vento spostava le foglie sugli alberi, lasciando chi era all'esterno un po' infreddolito. Quella era la classica giornata con una luna calda e un vento freddo. Solo in primavera e in autunno la luna scaldava il loro pianeta, per qualche strano motivo l'inverno e l'estate erano più freddi. L'odore della mezza stagione riempiva i polmoni di piacere. Anche tenendo gli occhi chiusi, si sentiva il rumore dell'erba che si muoveva e di qualche insetto.

-"ehi! Dove sei?"- chiama una voce maschile. Si riferiva a qualcuno che conosceva bene, la sua preziosa sorella minore aveva il vizio di allontanarsi sempre di più da casa. Colui che urlava in quella collina, era un giovane ragazzo desi, si guardava attorno con i suoi occhi blu –"ma dove sei andata? Mamma e papà sono dicono che è ora di pranzo"- esclama serio, sbuffando per il sopporto di pazienza.

Una piccola figura sdraiata sull'erba violacea che fissava la luna e le stelle con i suoi occhi color lilla, rimanendo incantata dalla profondità del blu e dalla mille domande di cosa ci fosse al di fuori del suo mondo. Sentì nuovamente i richiami del ragazzo. La piccola si mise seduta, rivolgendo lo sguardo alle sue spalle –"è già ora di pranzo?"- chiede casualmente, non si era resa conto del tempo che passava. Il ragazzo, ruotò gli occhi al cielo –"certo! E lo sai che oggi devi prepararti per la festa"- informa serio. La bambina gli lanciò un'occhiataccia, ricordava che quella sera ci sarebbe stata la festa del suo quinto compleanno –"non capisco perché devo festeggiarlo, solo perché la mamma è una famosa pittrice e papà un famoso sarto"- si lamenta. Anche se era piccola, conosceva i suoi genitori, la festa serviva a far apparire loro che la figlia.

Con le oscure dita, il ragazzo le sorrise e spostò qualche ciocca dietro l'orecchio –"loro ti amano, e ti voglio molto bene anch'io... vorremmo solo che tu sia felice e più socievole"- afferma comprensivo, dopotutto non poteva negare la verità alla sua adorata sorella. Fissando il fratello con un certo dubbio, Xirhea si arrende al suo ragionamento e decide di seguirlo fino a casa.

Era una casa piuttosto grande con un enorme giardino, non erano una famiglia benestante, però avevano abbastanza da permettersi di non preoccuparsi per i soldi. Attraversando un piccolo sentiero di mattonelle bianco che li conduce ad una porta azzurra, considerata anche la porta sul retro.

La cucina era nelle tonalità del lilla, molto spaziosa e accogliente. Sembrava uscita da una pubblicità, i colori pastello che accompagnavano. Il ragazzo prende un libro da uno scaffale in alto e lo appoggia di fronte alla sorella –"questo è il libro segreto della mamma, qualsiasi cosa vedi qui dentro, te lo regalerò"- dichiara allegramente. La piccola Xirhea aveva già visto il libro di sua madre, lo usava quando era da sola o credeva di esserlo. Ricordava soprattutto quando parlava da sola. Strinse le dita tra le pieghe della gonna blu, il sentimento di perplessità e felicità la invadeva, seppur non sapesse descriverlo. Dentro di sé non c'erano dubbi, voleva conoscere il contenuto, ma se lo avesse fatto probabilmente sua madre si sarebbe arrabbiata, questo perché non lasciava che nessuno potesse leggerlo. Ebbe il coraggio di spostare la mano tremante e toccare il grosso libro.

-"sai ho visto che sono disegnati dei gioielli, forse uno potrebbe piacerti"- suppone il ragazzo con tono allegro. La bambina spalanca gli occhi –"cosa? Tu lo hai aperto?"- domanda sorpresa. Il giovane ridacchiò alla sua innocenza –"certo, anche se l'ho fatto di nascosto"- sussurra divertito, per poi sedersi a tavola –"non capisco perché mamma ne sia così invidiosa, non ha niente di speciale, sembra quasi una rivista di gioie"- ammette passivamente, appoggiando un braccio allo schienale della sedia. Xirhea si accomoda a fianco a lui –"non leggerò il libro della mamma, se lei mi dice di no, deve esserci un motivo, non avresti dovuto farlo Medi"- disse severa.

-"sarà, ma sai, quel libro parla di un luogo non molto lontano da qui, è una foresta dove piove almeno una volta al giorno"- canticchia annoiato il fratello. Non voleva metterla nei guai, ma solo incuriosirla, come sarebbe ogni bambino della sua età. Era l'unico modo che conosceva per portarla fuori dal suo mondo dei sogni.

Xirhea sbarrò gli occhi lilla –"stai parlando della Foresta Tuonante?"- interroga con un certo interesse. Medi sorrise, era sempre stato un tipo infantile, gli piaceva tentare le persone a fare le cose sbagliate –"esatto, si dice che in quella foresta, ci sia un gioiello in grado di darti un enorme potere"- narra a bassa voce, facendole capire che non avrebbero dovuto parlarne liberamente. La piccola ricorda vagamente che a scuola ne avevano parlato, soprattutto quando l'argomento si era spostato sui luoghi più antichi. Una volta raccolta la sua attenzione, Medi, prosegue –"... però a guardia del gioiello, c'è una creatura in grado di trasformarti in un cristallo della notte, con il semplice sguardo"- racconta, agitando le mani come un prestigiatore. Stanca della recitazione del fratello, e anche del fatto che ormai lo conosceva bene, Xirhea si alza dalla sedia, per poi dirigersi verso il corridoio, ma prima di raggiungerlo si volta verso il ragazzo –" credo dovresti smetterla di leggere quel libro"- conclude.

Con le sue scarpette blu, corre verso le scale per salire al primo piano. La ringhiera in legno era troppo alta quindi usava le decorazioni simili a foglie per tenersi e percorrerle in modo sicuro. Dentro di sé odiava essere la più responsabile dei due, sembrava che stesse facendo da guardia a suo fratello. Entra nella sua camera, un luogo dai colori azzurri e altre lievi tonalità pastello. Aveva una piccola libreria privata, accanto al letto, prese il primo che parlava della storia di un drago, che nel suo mondo era molto simile ad un uccello. Sul comò in legno chiaro, c'era un pupazzo bianco dalle sembianze a pesce, mentre a terra era presente qualche giocattolo simili a veicoli e bambole. Passati circa 20 minuti, si addormentò, poteva godersi quel lusso grazie alle vacanze primaverili.

Però un urlo la svegliò. Alzò la testa dal cuscino, maledicendo chiunque la svegliasse in modo così brusco. Era assonnata, uscì dalla camera e vide sua madre. Una desi alta e dal corpo incredibilmente perfetto. Indossava un abito stretto e lungo, con uno spacco che esibiva tutta la gamba sinistra.

-"Xirhea! Dov'è tuo fratello?!"- esclamava preoccupata la donna dai capelli nocciola. La piccola scese velocemente le scale –"non lo so, era in cucina fino a poco fa"- sostiene seria. Il padre era corso in cucina, ma non trovò nessuno. La piccola desi continuava a guardare i suoi genitori che chiamavano il fratello e lo cercavano per le stanze, non capiva la loro ansia, dopotutto suo fratello era abbastanza grande da cavarsela da solo, non era un bebè –"ma che succede? Mio fratello non ha bisogno di una babysitter"- disse innervosita. Suo padre si gira verso di lei, con passo calmo riesce ad avvicinarsi per guardarla negli occhi lilla, uguali ai suoi –"tuo fratello... ha preso il libro della mamma?"- chiede con voce tranquilla ma gelida.

Xirhea rimase immobile, non sapeva se lo avesse preso o meno –"perché?"- interroga spaventata. Suo padre lanciò un'occhiata alla madre che divenne ancora più tesa –"va in camera Xirhea, non muoverti da lì"- ordina suo padre. Xirhea voleva ribattere, ma non ne ebbe il tempo, i suoi genitori escono dalla casa in fretta e furia, prendendo la macchina e lasciando dietro di sé solo un mucchio di polvere rialzato nel vento. 

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora