CAPITOLO 61

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7/18/102.020 (inverno)(Azaltieri) – 9/8/2020 (estate)(Terra)

Passarono due mesi del calendario azaltas, ovvero 80 giorni. Sul pianeta Terra erano quasi 3 mesi. Jenna e la sua squadra dovevano ancora tornare sul loro pianeta, questo perché prima che potessero farlo, il dio bianco aveva assegnato loro una battaglia da combattere da soli così da dimostrare le loro capacità. Anche se ovviamente era affiancati da altri soldati.

Al momento, la squadra aveva preso in prestito un'astronave nera di guerra. Lo spazio porto ne aveva concesso una su ordine della dea blu. Si stavano dirigendo verso il pianeta dei Gad. Tutti erano piuttosto calmi. Quando sentirono il l'astronave atterrare, la squadra si irrigidisce. Scendendo dal veicolo vedono che si trovano ai piedi di un vulcano. Almeno non dava segni di voler eruttare.

Morios guarda il pilota che spegne il motore –"aspettaci qui, se succede qualcosa, parti pure, ok?"- esclama all'azaltas che annuisce. Morios e gli altri si dirigono verso la capitale e quando arrivarono potevano vedere le persone che salivano sul lungo treno rosso che li avrebbe portati ad un'altra città vicino o da dei parenti, non tutti avevano il bunker sotto la propria casa. Alessandra notava per lo più farmacisti che si portavano dietro delle valigette di ferro: probabilmente sono le medicine per chi ne ha bisogno durante il viaggio. Pensa mantenendo la calma. Jenna raggiunge il fianco della scienziata –"secondo le informazioni della missione, dobbiamo proteggere la capitale da un attacco illumix... sei nervosa?"- domanda , intanto che la guardava. Alessandra scuote la testa –"no, quello che mi spaventa è dover uccidere per sopravvivere"- risponde freddamente e prosegue verso un vicolo con la sua mitragliatrice in mano.

Poco dopo, iniziò la battaglia.

Vari edifici era stati dati alle fiamme dai nemici. C'erano bombe che veniva lanciate da aerei spaziali bianchi più piccoli dei soliti che si vedevano. La capitale era strutturata in stile spagnolo, un dettaglio che i Gad non sapevano a differenza di Morios che stava creando vortici d'acqua e di aria che sollevavano i nemici e li gettavano a sud sul fiume che passava vicino alla capitale. Morios non voleva ucciderli, quindi faceva di tutto per far perdere loro i sensi o comunque metterli fuori gioco, visti i suoi allenamenti non richiedeva molta fatica.

Jenna vedendo i grossi danni che gli illumix provocavano alla capitale contatta la dea blu –"Morios! Stanno distruggendo tutto, sembra che lo facciano apposta"- informa perplessa, intanto che si ferma in un vicolo nascosto. Morios preme il bottone nel suo auricolare e risponde –"si, l'ho notato... Jenna riesci a creare una specie di scudo intorno alla città? In modo da proteggerla almeno dalla bombe"- domanda e guardando in alto. Jenna annuisce –"si, posso farlo... cercate di tenerli dentro la capitale, così potrò costruire tranquillamente la barriera ai confini della città"- dice e comincia a correre verso di esso.

Morios nel frattempo guardava i soldati stesi a terra, privi di sensi, li supera e cammina in avanti con le mani in tasca: chissà se ce la caveremo... Riflette.

Jenna arriva finalmente ai confini della città, dove i sassi che erano usati per comporre la strada principale si fermavano. Mette una mano sul terreno e sente che la terra è piuttosto buona e quindi utilizzabile. Nella sua giacca preme un piccolo bottone quasi invisibile, la tuta si illumina e comincia a fluttuare. Tutte le tute che fornivano gli azaltas avevano quel piccolo bottone, esso era una tecnologia che manipolava la gravità, chiunque indossasse la tuta, avrebbe potuto fluttuare e se allenato bene, anche volare liberamente. Una volta in cielo, Jenna spalanca le braccia come se fossero delle ali di uccello. Attorno a lei compaio dei semi bianchi, chiude gli occhi per concentrarsi meglio. Prende un respiro profondo e apre bene le mani, lasciando che i semi obbediscano al suo comando. Essi si gettano ai confini della capitale e dopo pochi secondi il terreno trema dal microscopico buco in cui sono si sono piantati, ne escono alberi enormi e possenti che circondano tutta l'area creando così una barriera fatta di ossigeno prodotto da quelle piante maestose. Le fogli erano bianche e i tronchi leggermente marroncini, emanavano una luce bianca, tanto che poteva ferire gli occhi se la fissavi.

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora