CAPITOLO 104

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Pianeta Desi

Dopo aver passato una nottata in bianco a causa di quello che era successo, Luen aveva finalmente ricevuto i dati, e stava seguendo il navigatore. Ripensando al motivo per cui il generale non voleva che andasse lì, però doveva farlo, doveva proteggere la squadra, ma cosa più importate, la Dea blu. Dopo aver attraversato degli umidi cespugli viola, l'odore di arbusti bagnati e i suoi di animali perennemente notturni, arriva finalmente di fronte ad uno spazio aperto circondato da alberi scuri. Dove si trovava un fossato pieno d'acqua verde chiara con al centro una torre. Per raggiungerla era rimasto il segno di un ponte in legno, peccato che era sparito.

Rimase a fissare quella scena scoraggiante, finché non sente delle urla e forti movimenti sull'acqua. Per qualche ragione, il suo cervello le diceva di non andare a vedere. Ma alla fine, era pur sempre la comandante, doveva aiutare chi era in difficoltà, sebbene avvolte fosse una seccatura. Segue i rumori, uscendo dal suo nascondiglio tra i cespugli, la prima cosa che vede è una grossa pinna color arancio che colpisce violentemente l'acqua verde. Luen fu investita da un getto d'acqua, facendola così tossire per poi vedere che un umano dai capelli corvini era aggrappato alla coda cercando di infilzare il pesce con la spada, intanto che veniva dimenato in giro. La giovane dai capelli bruni, evoca la sua spada di sangue, la quale appariva sempre dalla mano sinistra. Una lama larga, ma fina e molto tagliente. Il ragazzo continuava ad urlare, comprensibilmente in difficoltà nel gestire la situazione.

-"sta calmo! Adesso arrivo"- esclama passivamente Luen, gettandosi in acqua dove cercò di aprire gli occhi e vede un grosso pesce con la bocca spalancata che desiderava divorarla. Luen sferra un pugno il quale fa indietreggiare e nuotare verso l'altro. Luen lo insegue vede il detective che sbattuto contro una parete del fossato sott'acqua, perfino nelle profondità del bagnato si poteva udire quel forte tonfo. Un pesce stava per mangiare il detective, la donna taglia la lingua dell'animale, era liscia e lunga lentamente affondava e il pesce scappava via spaventato. Luen afferra il detective dalla giacca e lo trascina fuori dall'acqua, appoggia la testa sul petto sentendo il cuore battere, ma il respiro era fiacco.

Le diede un colpo forte alla gabbia toracica, un pugno che era abbastanza per farli sputare tutta l'acqua dai polmoni, ma non abbastanza da potergli rompere qualcosa. Il salto che fece Fearghal quando riprese fiato era piuttosto alto e cercava di regolarizzare il respiro. Luen non perse tempo, sebbene fosse maleducato, doveva sapere subito –"che cosa ci fai qui? Dovresti essere con gli altri"- rimprovera infastidita. Fearghal si mise una mano alla gola, massaggiandola per far sparire lo strano dolore grattato –"potrei... chiederle lo stesso"- risponde con tono calmo, ma altrettanto nervoso. Luen si ricompose, per non mostrare la sua rabbia –"missione riservata"- ribatte severa, si alza in piedi e mette le mani sui fianchi –"e tu?"- interroga impaziente.

-"missione con la Dea blu che è dentro ad uno di quei pesci"- indica Fearghal con la mano, gettando la testa all'indietro per riprendere di nuovo fiato. La comandante si sporge verso il fossato ruotando gli occhi color cioccolato –"quella scema"- sibila, di certo avrebbe dovuto sventrare i pesci per tirare fuori la donna azres, ma c'era un problema, se avesse ucciso della fauna il pianeta Desi avrebbe preteso una giustificazione più che adeguata, dopotutto lei era un'ospite. Anche se non voleva avrebbe dovuto correre il rischio –"tu resta qui, io vado a recuperarla"- ordina, voltando le spalle al ragazzo dai capelli mori e gettandosi nelle fredde acque smeraldi.

Però Fearghal in quei pochi secondi in un cui gli diede le spalle, vide la ferita che aveva sulla schiena, un grosso squarcio che si stava cicatrizzando da solo, al vederlo sembrava molto doloroso.

Luen era sott'acqua e cercava di capire dove fossero i due animali, finché la voce del suo demone custode le indicò una direzione; padrona, sono di fronte a lei, stanno aspettando che faccia una mossa così potranno attaccarla. La informa. La ragazza non aveva paura, quindi nuotò verso i le bestie acquatiche muovendosi con i piedi e uno di loro cercò di colpirla con la coda. Fortunatamente, Luen la vide e riuscì ad evitarla gettandosi indietro rimanendo per qualche secondo a pancia in su. Afferrò la pinna del pesce e mentre si dimenava, con la spada lo infilzò sotto la mascella facendo uscire la lama all'interno della bocca, sotto la lingua. L'animale perse molto sangue, tanto che si lasciò morire, cadendo lentamente sul fondale. Per essere sicura, che la Dea blu non fosse lì, Luen aprì il pesce in due in verticale, come se dovesse essere cucinato, eppure dentro quella bestia, non c'era niente e nessuno. Solo un mucchio di sangue grigio che invadeva tutto lo spazio attorno a lei, si poteva paragonare ad una nebbia che l'aveva circondata. Anche se non poteva respirare, percepiva la consistenza del sangue e non era piacevole. Ancora meno, dato che non le era per nulla sconosciuta.

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora