CAPITOLO 23

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Stesso giorno.

Ore 19:00. Janrdo era seduto nel suo ufficio, a controllare le cartelle degli aggiornamenti dei suoi sottoposti. Ultimamente aveva avuto molte riunioni a causa dei diversi attacchi subiti. Sente il cellulare suonare e visualizza il contatto "L" subito risponde e sente una voce familiare.

-"ciao Jarndo, ascolta hai saputo della cattura della comandante, vero?"- chiede Leonardo Azaltieri.

-"certo, tutti i sottoposti non fanno altro che parlarne, vuoi che la liberi?"- domanda passivamente.

-"non esattamente, ho già assunto qualcuno per farlo..."- risponde la divinità, con un lieve sorriso sulle labbra.

Intanto Bora bussò alla porta, consegnando un telefono all'uomo che si stacco dal cellulare, irritato guarda la segretaria che avverte –"Jenna è al telefono"- con timore per un possibile rimprovero. Jarndo annuì dicendo –"scusa un secondo"- prende l'altro telefono dalla segretaria e dice –"pronto"- con passività. Jenna aveva il cellulare sulla spalla mentre condiva la pasta al pesto, sperava che non cadesse visto il costo –"buonasera capo, spero di non disturbarla, ma Alessandra, la scienziata che si occupa della comandante è appena finita in ospedale a causa di un profumo mi sembra. Volevo dirle che manderò dei miei sottoposti per tenere d'occhio il laboratorio"- informa gentilmente e con educazione. Jarndo annuì non potendo fare altro e successivamente si sposta sull'altro telefono –"... dimmi chi avresti assunto?"- domanda al dio, intanto che faceva segno alla segretaria di lasciarlo solo, e Bora obbedì senza discutere.

Il telefono nero, quello che gli aveva consegnato la segretaria era su l'altra mano, intanto che parlava con il dio –"ho assunto una scienziata, una donna azres, però devi aiutarla ad entrare nel laboratorio"- rispose soddisfatto. Jarndo annuì e rispose –"bene, so esattamente come fare. Comunque, credo che la tua comandante sia in calore, ha appena mandato all'ospedale un'umana a causa del profumo che emanava"- spiega infastidito. Leonardo spalanca gli occhi, non aspettandosi una cosa del genere dato che non riusciva ad usare l'onniscienza con lei –"cosa? Sta bene?"- interroga agitato. Jarndo sbuffò –"non ne ho idea, io non posso entrare senza il permesso della leader. Quando arriva questa donna azres?"- chiede severo. Leonardo si appoggiò le dita negli occhi per la preoccupazione e sentendo anche la testa che gli faceva male –"tra pochi minuti, le ho dato le coordinate del teletrasporto, dovrebbe comparire nel tuo ufficio con abiti umani"- afferma con serietà. Jarndo spalancò gli occhi e prese in mano il telefono oscuro, sentendo Jenna che continuava a chiamarlo –"signore? Mi sente?"- domandava. Jarndo rispose subito –"si ti sento, scusa sto parlando con una persona nel mio ufficio, riguardo ad Alessandra, dille che le affiancherò un'esperta di azaltas. Così se dovesse succedere di nuovo saprebbe esattamente cosa fare"- spiega stressato, stava ormai cominciando a confondersi da solo. Jenna annuì sorpresa della decisione del suo capo –"v-va bene, arrivederci"- riattacca.

Jenna guarda al compagna, avevano appena finito di mangiare, Kaelyn la fissa vedendo il volto che mostrava perplessità e chiede –"tutto bene?"- preoccupata per la persona che amava tanto. Jenna annuì aggiungendo –"il capo era occupato, però si comportava in modo strano, spero stia bene"- commenta fissando il cellulare. Kaelyn sorrise –"sei troppo buona"- e subito l'abbracciò da dietro, appoggiando le mani sulla pancia.

Jarndo riprese il cellulare –"bene, ho sistemato tutto. Ora la tua alfa entrerà facilmente"- conferma con severità. Leonardo annuì, preoccupato per il calore della sua comandante –"grazie, ci sentiamo"- e anche lui riattacca.

Jarndo si appoggia allo schienale della sedia nera, sospirando per tutto quello che aveva detto. Pochi minuti dopo, ci fu un leggero fascio di luce. Davanti a sé comparve una donna dal grande seno, capelli neri con frangetta, lunghi fino a metà schiena e occhi bruni. Indossava una semplice maglietta azzurra, jeans blu leggermente larghi, scarpe da ginnastica nere e un camicie bianco, subito si presentò –"salve, sono Naqar Stonelash, faccio parte della squadra grigia"- disse con tono basso. Jarndo sorrise –"so perfettamente chi sei. Ti ho già introdotta nel progetto, mi raccomando vedi di non farti beccare"- avverte severo. Naqar si irrigidì –"si signore"- rispose. Jarndo sentiva che doveva spiegarle meglio la situazione –"ascolta, non ti mentirò non sarà facile. Hanno guardie dappertutto"- avverte alzandosi dalla sedia e andando verso la porta. La apre e chiama Bora di fronte a lui –"Bora, mi serve un caffellatte, potresti andare a prendermelo al bar?"- domanda gentilmente. Bora annuisce, prende la borsa e subito si dirige l'ascensore che cominciò a scendere non appena ci salì sopra. Jarndo ritornò subito al soldato –"inoltre, la comandante è in calore, spero che tu riesca a resistere agli impulsi"- disse sottolineando la gravità della situazione. Naqar annuì –"farò del mio meglio signore, ma le ricordo che si dice sazi, non calore "- rispose severa. Jarndo ritorna a sedersi –"hai ragione, scusami"- apre il cassetto e prende una tessera per poi consegnarla alla donna azres –"questo tesserino ti consentirà di muoverti dappertutto, lo si danno agli scienziati di categoria AS ovvero quella più alta, cerca di non perderlo. Non appena finito, lo consegnerai al dio che lo riconsegnerà a me"- spiegò con semplicità. Naqar annuì fissando il tesserino bianco on una linea color acquamarina. Jarndo la fissò, sapeva che poteva fidarsi di quell'azres, aveva già una compagna, quindi poteva gestire tranquillamente l'odore del sazi –"questo è l'indirizzo del laboratorio, buona fortuna"- augurò mentre consegnava un biglietto con su scritto l'indirizzo.

Naqar ringraziò e uscì subito dall'ufficio. Fortunatamente gli avevano dato circa 10 000€, ovvero soldi umani, per tutte le spese e se necessario Miunes ne avrebbe caricati altri sulla carta di credito. Naqar cercò un albergo e fortunatamente ne trovò uno dove la accolsero con molta gentilezza. Con sé aveva una valigia piena di vestiti umani. L'albergo aveva 3 pasti compresi nel prezzo e la possibilità di usare la piscina, cosa che non l'attirava per nulla. Successivamente venne accompagnata nella camera numero 17 e subito si accomodò. Sapendo che il giorno dopo avrebbe dovuto trovare il laboratorio. Si mise i pantaloni del pigiama e la maglietta a maniche corte e subito si mise a dormire. 

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora