CAPITOLO 35

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Stesso giorno – Giovedì

Angelina era a casa sua, sdraiata sul suo comodo divano. Aveva fatto delle ricerche sulla radice blu che venne rubata e l'unica cosa che aveva trovato era una leggendaria radice chiamata "radice dell'aldilà" che poteva riportare in vita le persone. Subito la collegò al fratello ritenuto defunto di Fearghal. Tutto le informazioni che era riuscita a trovare le aveva stampate messe dentro una busta trasparente.

Da un'ora stava continuamente cercando di contattare Alessandra, ma non riusciva a ricevere risposta. Non capiva il motivo: che cazzo sta succedendo? Che sia finita di nuovo in ospedale? Che stia male e nessuno è con lei? Impossibile. Dovrebbe esserci la sua nuova collega. Meglio andare direttamente al laboratorio. Pensa tra sé e sé.

Esce velocemente di casa e si dirige verso il laboratorio in centro città. Dove c'erano ancora ruspe che facevano lavori per ricostruire e preparare terreni per nuovi edifici. Subito corre verso l'entrata dove che stranamente la trova priva di guardie. Sentendo l'agitazione che cominciava a salire, ricomincia a correre verso l'ascensore, premendo più volte il bottone numero 2 per il piano di Alessandra.

Passati 5 minuti. Arriva all'entrata del laboratorio. Con il fiatone in gola. Sconvolta vede Vanessa e Alessandra a terra. Le venne spontaneo dire –"no, no, no, no"- ripetutamente. Si piega a controllarle, le sentiva respirare e anche il polso era regolare, un'ondata di calma la travolse quando si accorse che stavano solo dormendo. Prova a scuoterle, chiamandole per nome. Poi si ricordò dell'aliena imprigionata. Guarda verso la stanza bianca e la vede vuota, questo l'agitò ancora di più. Il cuore cominciò a batterle a mille, non riusciva a ragionare lucidamente, nella sua testa c'era confusione.

Angelina era seduta a terra: con la maglietta nera a maniche corte. Leasing neri e lunghi. Scarpe da ginnastica nere. Giacca marrone di cotone e borsa marrone a tracolla. Non sapeva cosa pensare della situazione, le possibilità potevano essere molte. La prima cosa che fece era prendere il cellulare e telefonare alla prima persona che le venne in mente. Selezionando il contatto aspetta che risponda, sperando che lo facesse il prima possibile.

-"ciao Angelina, dimmi tutto"- salutò Howie con allegria. Era seduto sul divano con il computer in mano. Indossava abiti molto carini, simili a quelli eleganti: camicia blu elettrico, jeans grigio scuro, scarpe da ginnastica grigie chiaro.

-"Howie! Ti prego, raggiungimi nel laboratorio di Alessandra"- dice a voce bassa con tono cupo.

-"eh? Perché?"- interroga confuso il rosso.

-"Alessandra e Vanessa stanno a terra, svenute. Dormono. Io ... non so cosa fare"- parlava con voce disperata la ragazza.

-"va bene, non ti muovere. Arrivo subito"- riattacca il telefono e si dirige verso la sua moto rossa in garage. La fissa per un attimo, ricordando quante corse ha fatto insieme ad essa. Ritornando in sé, prese il cellulare e contattò Fearghal dicendoli di raggiungerlo al laboratorio. Si mise il casco e a gran velocità, cercò di raggiungere il posto il più in fretta possibile, rispettando solamente i semafori che incrociava, se avesse fatto un incidente le cose non sarebbero migliorate visto l'aumento delle macchine.

Con la sua moto aveva affrontato molti fughe, soprattutto quelle da parte dei poliziotti. Ricorda ancora il linguaggio scurrile che usava spesso contro di loro, all'epoca gli odiava molto.

Fearghal, aveva la macchina, di conseguenza stava arrivando al laboratorio.

Entrambi arrivano nel parcheggio che si trova a fianco di esso. Si guardano allarmati. Fearghal rimane serio e si avvicina al motociclista che successivamente si toglie il casco. Howie gli lancia uno sguardo svelto –"forza Fearghal! Dobbiamo muoverci"- esclama. Prende il moro per il polso, comincia a correre verso l'entrate dell'edificio come se non ci fosse un domani. Fearghal intanto, lo seguiva come se fosse una luce alla fine di un tunnel, anche se nascondeva la sua emozione rimanendo impassibile.

Battaglia senza confini - L'apparizione di una deaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora