Pianeta Terra
Era sera, ed Elisa era finalmente tornata a casa come gli altri. Ricordando che mentre lei passava quasi 3 mesi terrestri su Azaltieri ad imparare come combattere, Berto si era trasferito a casa sua dove finalmente potevano provare la convivenza essendo usciti a cena tramite computer in quei mesi per diverse volte. Dato che l'umanità era ancora ridotta, sebbene fossero state trovate altre persone di altre culture e paesi, considerava giusto cercare la persona adatta con cui sistemarsi un giorno. Adesso che entrambi erano soldati, i motivi per farlo potevano solo che aumentare.
Una volta tornata in macchina a casa, dall'edificio centrale dedicato alle squadre speciali, la parcheggia dentro il suo cortile chiuso con un cancello automatico. La sua casa era molto grande, una villa a due piani, alta e stretta. Dai colori bianchi e il tetto grigio.
Entrata in casa, dove le pareti erano decorati con quadrati azzurro opaco. E i pavimenti erano in mattonelle dello stesso colore del tronco di un albero di noce. Prosegue verso il salotto dove sente un buon profumo che seguendolo la porta in cucina. Vede Berto che cucinava allegramente.
-"ciao"- saluta Elisa, incerta se disturbarlo o meno. Il suo ragazzo si volta a guardala –"oh! Ciao, sto preparando la frittata di patate, spero ti vada bene"- informa contento. Elisa lo guardò felice, non credeva che avrebbe mai avuto la possibilità di godersi la famosa vita tra fidanzati –"sei fortunato, adoro la frittata di patate"- ammette avvicinandosi a lui e dandoli un bacio sulla guancia. Trovandolo stranamente dolce, Berto si gira a guardare la sua ragazza –"che succede? Da quando sei così dolce?"- chiede contento, in realtà non gli dispiaceva per nulla. Era più innamorato di quello che voleva ammettere.
-"i tuoi punti di vista cambiano quando ti rendi conto che stai per morire... oggi mi hanno colpito"- risponde a voce bassa Elisa. Dando segni di stanchezza. Quella frase, agitò Berto che si volta verso di lei tenendola per le spalle –"cosa? Dove? Ti porto in ospedale!"- esclama nervoso. Non molto sorpresa dalla sua reazione, Elisa cerca di tranquillizzarlo –"tranquillo, sto bene! Morios mi ha curato!"-risponde con un sorriso. Il sollievo invade la mente di Berto, almeno sapeva che adesso stava bene, chissà per quanto avrebbe sopportato l'ansia della sua ragazza in guerra su altri pianeti.
-"non dovresti agitarti molto, dopotutto sei un soldato anche tu adesso. Tranquillo, io starò bene"- assicura Elisa, sentendo poi un forte odore invaderle il naso. Era lei che puzzava. Per la precisione si trattava di sangue, terra e polvere. E dato l'addestramento da assassina di Stato, anche la polvere da sparo –"oh cavolo! Scusami, puzzo da morire, vado a farmi una doccia, faccio presto"- disse tranquilla, dirigendosi verso il bagno del primo piano.
Aveva le pareti arancioni, con un piccolo quadro che mostrava lei e Jenna il primo giorno. I mobili erano bianchi, e gli accappatoi pure. Comincia a spogliarsi e getta la sua divisa nel cesto dei panni, sapendo di averne altre uguali nell'armadio, qualche giorno fa i capi hanno fornito a lei e i colleghi una serie di divise uguali per cambiarsi e non indossare sempre quelle sporche.
L'unico lato positivo era che il bisogno di oggetti materiali, aveva dato lavoro a molti cittadini e quindi la Leader ha fatto stampare molti più soldi. Però questo non aveva a che fare con lei. Quando finalmente riuscì a spogliarsi, nota che il suo seno era diventato più piccolo –"che strano, e dire che non sembro dimagrita"- commenta tra sé e sé. Ignorando ciò entra in doccia e comincia a lavarsi con uno shampoo nuovo che aveva provato a prendere, per lei era nuovo, ma probabilmente lo vendevano prima del virus e chi se ne occupa lo avrà solamente replicato. Lavandosi i capelli, sentiva il buon profumo che emanava, ricordava il miele, e in fondo alla doccia cadevano acqua nera. Prende la sua spugna verde e comincia a lavarsi con il bagno schiuma al profumo di vaniglia. Era la doccia migliore della sua vita, finalmente poteva rilassarsi.
Quando finì di tranquillizzarsi, esce dalla grande cabina. Lasciando che il vapore oscurasse lo specchio sopra il lavandino. Va verso la sua camera.
Essa era spaziosa e aveva le pareti dai colori neutri. Finestre grandi e un armadio a tre ante con specchio incorporato. Sopra il letto con lenzuola grigie e arancioni, aveva un grosso quadro di gigli. E a fianco incorporata sul muro, una libreria bianca. Sotto di essa c'era il comodino che Elisa usava abitualmente. Non facendoci caso al resto, si dirige verso l'armadio, passando sopra il tappeto grigio scuro. E tira fuori un abbigliamento da casa; una maglietta grigia, dei pantaloni di velluto rosa antico, e le sue solite ciabatte rosa abbinate ai pantaloni.
Probabilmente quel tipo di abbigliamento sarebbe costato molto in un mondo senza virus letale, ma dato che tutti sono stati uccisi, e si intende anche menti brillanti della moda, quei vestiti non costavano molto e quindi si sentiva bella e a suo agio.
Tornando in cucina, i due cenano. Passano una bella serata tra una chiacchiera e l'altra. Elisa aveva confessato a Berto di avere molti problemi di fiducia a causa di sua sorella maggiore che raccontava sempre le verità che le facevano comodo. E in passato ne vedeva le conseguenze, come quando è andata su Azaltieri per cercare di uccidere la comandante. Berto però gli raccontava di quando frequentava la scuola dopo il virus e c'era una ragazza che continua a sfruttare i suoi amici per stare con lui. Ne era lusingato, ma allo stesso tempo la trovava soffocante e poi non le piaceva, perché si truccava troppo.
Prese la mano della sua amata e la guardò negli occhi nocciola –"io preferisco le donne che non si truccano"- afferma felicemente. Elisa era proprio quel tipo di donna, una persona molto sportiva e il trucco per lei era superficiale e inutile –"allora sono fortunata"- scherza allegramente, stringendo a sua volta la mano. Quando passavano la serata insieme si sentivano entrambi molto più tranquilli, quasi come se non ci fosse una enorme guerra fuori dal loro piccolo mondo di felicità.
Finito di cenare, Elisa si mette a lavare i piatti e gli altri utensili, intanto che Berto asciugava tutto quanto. Sente un pizzico. Faceva male, era come una puntura d'insetto, e lentamente aveva iniziato a bruciare.
Non sopportando più il dolore, Elisa si abbassa e mette una mano sulla ferita che si era procurata quel giorno. Berto si inginocchia accanto a lei –"Elisa! Che succede?"- chiede in pensiero. Elisa si alza l'orlo dei morbidi pantaloni rosa, la ferita era chiusa, ma al posto del foro sulla carne adesso c'era una grossa macchia scura. Poteva ricorda una brutta botta che ha voluto mostrarsi alla fine. Ma non lo era. In qualche modo sapeva che era quella maledetta ferita –"merda! Com'è possibile? Morios l'aveva curata!"- informa nervosa. Berto la stava per toccare, ma il solo sfioramento la fece gemere. Bruciava molto.
-"Berto, chiama Morios! Digli che la ferita sta facendo qualcosa di strano"- esclama Elisa tenendo la gamba scoperta. Berto non poté che aderire, prende il cellulare della sua ragazza e cerca il numero della Dea, sperando che fosse il modo giusto per contattarla. Elisa torna a guardare la macchia temendo il peggio.
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Battaglia senza confini - L'apparizione di una dea
Khoa học viễn tưởngGli umani non sanno nulla sull'universo, né del virus che ha colpito il loro pianeta. Conoscono solo una piccola percentuale di ciò che li circonda, ecco perché non sapevano che tutto sarebbe cambiato grazie ad una Dea... Una ragazza con...