[Riccardo] [Domenica mattina 24/02/2019]
Ho sonno. Non ho voglia di alzarmi, non ho voglia di cominciare un nuovo giorno, di affrontare mio padre, di scoprire se le sue minacce sono a vuoto o veramente si realizzeranno. Ho freddo e voglio restare qui nel mio letto, avvolto nel piumone. Ma quell'impiastro di Giulietto non ne vuole sapere di lasciarmi stare. Continua a chiamarmi insistentemente, a scuotermi. E' preoccupato, lo capisco. Ma la verità è che... non ho la voglia di affrontare tutto questo.
"Io non voglio le sculacciate!" Protesta il piccolo, ma la voce si incrina. Quell'accenno a un pianto imminente mi stringe il cuore. Mugugno qualcosa e mi stiracchio sotto il piumone, che ho tirato fin sopra la testa per non essere disturbato da mio fratello. "Dai, svegliati!" Insiste il piccolo.
"Va bene, va bene..." Con uno scatto, sollevo il piumone. Strizzo gli occhi, mentre la luce mi trafigge il volto. Sbatto le palpebre e poco dopo vedo il profilo di mio fratello, le mani premute sul mio torso, sopra il piumone, gli occhi curiosi e velati di una scusa preoccupazione che cercano consolazione nei miei. Uguali ai suoi, come il profilo infantile che vedo nel suo viso. E uguali a quelli di papà. Tutti e tre siamo come gocce d'acqua, come la stessa persona, colta in tre momenti diversi della vita.
Mi metto a sedere e sbadiglio. Giulietto continua a scrutarmi, come se fossi un oracolo.
"Cosa c'è?" Sbotto, infastidito dalla situazione complessiva.
"Credo che papà stia venendo da noi". La voce di nuovo preoccupata. "Lo sento muoversi tra le stanze".
"Hmmm". Biascico qualcosa, sbadigliando di nuovo. Prendo il telefono, gesto automatico, guardo l'ora. "Ma sono appena le dieci..." mi lamento. In genere dormo fino a mezzogiorno. Vero è che ieri sono andato a letto presto, papà mi ha vietato di uscire...
"Papà ha detto che alle dieci sarebbe venuto a..." Non riesce a finire la frase.
"Sta' tranquillo. Sono tutte stronzate". Tiro fuori le gambe dal piumone e le distendo sopra, accavallandole. Lancio whatsapp sul mio telefono e leggo le chat che si sono ammassate. Nel gruppo della gang, un'esplosione di foto a testimonianza di ieri sera. Non ho proprio voglia di guardarle... Vado su instagram e do un'occhiata in giro, saltando tra un profilo e l'altro delle ragazze della mia scuola. Istintivamente allungo una mano lungo l'addome... ma sento un peso piombare ai piedi del mio letto. E' il piccolo, che ha proprio deciso di non mollarmi. Ritiro la mano, avvampando d'imbarazzo.
"Cosa c'è ancora?"
"Pensi davvero che sia una... stronzata?" Ripete piano la parolaccia che mi ha sentito dire. Oh be'...
"Non lo so, Giulietto, vallo a capire che cosa c'ha in testa".
"Ma io non voglio una sculacciata!"
"Senti... piccolo, vieni qui". Metto da parte un attimo il telefono e invito mio fratello ad avvicinarsi a me. "Se davvero papà vuole... darcele, ho paura che non possiamo far nulla. Ma magari è solo una provocazione e basta. Tu... non so, mettiti a giocare con le costruzioni, lì". Indico quel caos di mattoncini e oggetti geometrici colorati buttati a terra, sul tappeto. "Se veramente papà vuole dartele... vedi di collaborare. Magari si convince e ti lascia in pace. Tanto ci sono io a proteggerti, eventualmente."
"Davvero mi proteggi?" Mi fissa con i suoi occhi speranzosi.
"Ma certo".
Tanto gli basta. Salta giù dal letto e va a fare come gli ho appena detto, a giocare con le costruzioni. Vorrei avere la sua stessa ingenuità. La verità è che se davvero papà dovesse entrare con l'intenzione di sculacciarci, non so proprio come potrei reagire.
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Le nuove regole di papà (vol. 1)
General FictionUna anonima città italiana, all'inizio del 2019. Un padre di quattro figli, tra i dieci e i sedici anni, insoddisfatto di sé e della sua politica eccessivamente permissiva, si ritrova costretto a prendere in mano l'educazione dei figli andando contr...