88. I nodi al pettine/2

470 17 39
                                    

[Papà] [Domenica pomeriggio 4/05/2019]

"Marco, te la senti?", gli domando. Senza voltarsi, mio figlio mi dice di sì. D'accordo, allora... "Resta qui seduto, intanto", dico a Riccardo. Torno alla sedia e chiamo Marco, gli dico di avvicinarsi. Si mette in posizione spontaneamente, senza attendere ulteriori ordini.

Marco sta adagiato su di me senza difficoltà. Il suo corpo, ancora poco sviluppato, è più adatto a essere sculacciato, anche se poggia appena i piedi a terra, mentre la testa resta penzoloni. Lo tengo stretto col braccio sinistro e gli do una raffica di sculacciate con la mano aperta, veloci ma imprecise, con poca forza. Quanto accaduto mi ha scombussolato, ora sono io a voler mettere fine a questa storia. Marco reagisce ai colpi veloci sospirando e contraendosi, il corpo sempre più teso, afferra le gambe della sedia e si aggrappa con forza, poi, quando inizia a scalciare, capisco che siamo al punto di rottura e smetto di botto. Rispetto a Riccardo gliene ho date molto di più... sollevo un lembo dei boxer, la pelle sottostante mi appare ben colorata...

"D'accordo, in piedi". Sostengo mio figlio mentre si rimette in piedi. Di nuovo, spontaneamente, gira intorno alla sedia e si posiziona davanti a me. Allungo le dita e, senza incontrare alcuna reazione, afferro i boxer e li tiro giù, ricadono ai piedi. La lunga maglietta gli copre il pube... Non indugio con lo sguardo ulteriormente, mi piego di lato e prendo in mano il righello.

"Andiamo a te. Ti ricordi l'ultimo voto preso in inglese e in matematica?"

Mio figlio tiene il viso basso, anche quando risponde: "Inglese ho preso 4... in matematica... l'ultimo compito pensavo di aver fatto bene... ma ho preso solo 5..."

"D'accordo, fai il conto come con Riccardo, quanto fa?"

"Undici... undici colpi, giusto?"

"Giusto", confermo. "Dai", dico a Marco, che torna in posizione. Lascio che si accomodi. Passo il righello nella mano sinistra e con la destra gli carezzo il sedere già abbastanza rosso. "Tutto bene, Riccardo?", domando a mio figlio, alle mie spalle.

"Sì, sì...", mormora stanco. D'accordo, andiamo avanti...

WHACK!

"Ahhh...", reagisce mio figlio alla prima bacchettata.

WHACK!

"OWWW!"

WHACK! "AHIAAA!"

La terza bacchettata cade male, un po' troppo sulle cosce, facendo sobbalzare e urlare Marco. Gli concedo qualche secondo per riprendersi, prima di sferrargli la quarta bacchettata, alta sulle natiche. Mio figlio stringe i denti e non fiata, me sento la tensione che si accumula sulle sue cosce nude, che fremono.

WHACK!! WHACK!!

Due rapide bacchettate, che lasciano un'unica striscia rossastra che rapidamente emerge sulle sue natiche.

WHACK!!!

Settimo colpo, piuttosto caricato, al centro delle natiche. Un'altra striscia rossa che si interseca con le altre. Prendo un momento di pausa, lascio che Marco si rilassi un po', ma resta tutto contratto. Sciolgo la presa e, con la mano sinistra, ora libera, gli carezzo la nuca, per poi lasciarla lì, ferma, in una presa gentile, lieve.

Inspiro, come a prendere forza, coraggio, decisione, e gli mollo tre rapide bacchettate.

WHACK! "Ouch" WHACK! "Ouuuuch!" WHACK! "OWWW!"

Rimane un colpo solo... Marco sembra rilassarsi, sollevato all'idea che ne resti uno solo. Sposto di lato il braccio, lo allargo in una ampia apertura e poi gli sferro una pesante bacchettata sulle cosce, che lo fanno urlare, un urlo che sfuma in un singhiozzo, un sospiro pesante. Mollo il righello a terra e prima che Marco possa riprendersi sferro una sculacciata a mano tesa.

Le nuove regole di papà (vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora