22. La saggezza di una madre

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[Papà] [Sabato mattina 2/03/2019]

Quando esco dalla stanza dei gemelli, lasciando Luca da solo, disteso sul letto a smaltire il dolore al culetto, incontro mia moglie in corridoio. Mi guarda con un misto di apprensione e disapprovazione. Quello sguardo mi mette a disagio, sembra scrutarmi nei recessi più profondi dell'animo.

"Li hai sculacciati, vero?" Mi chiede, quasi con tono di rimprovero. Non riesco a far altro che annuire in silenzio. La vedo sospirare. "Non voglio entrare nel merito della questione. L'abbiamo deciso insieme. Abbiamo concordato che saresti stato tu a fartene carico, quindi non posso dirti nulla". Non so cosa replicare, quindi mi guardo intorno.

"Marco?" Le chiedo, intendendo se l'abbia visto.

"E' là, in salotto. Riccardo gli sta facendo compagnia". Già, Riccardo, che mi aspetta per uscire.

"E Giulietto?" E' da un po' che non lo vedo. Da quando è avvenuta quella scenata di Riccardo, domenica scorsa, non voglio più che assista a sculacciate, schiaffi o punizioni inferte ai suoi fratelli, ho paura di averlo traumatizzato. Anche se questo, purtroppo, non mi convincerà a non sculacciarlo più.

"Sotto la doccia".

"Vai da Marco. A Riccardo ci penserai dopo." Mi dice mia moglie. Un ordine o un consiglio? Ma non mi sento nella posizione di ribattere. Abbasso lo sguardo, mi sento quasi come uno dei miei figli appena punito. Mi incammino verso il soggiorno, ma appena le passo accanto, mia moglie mi ferma, stringendomi affettuosamente l'incavo del gomito. "Lo so che non è facile. Lo stiamo facendo per il loro bene, anche se non ci crederanno mai". Vedo il suo sorriso e subito mi rincuora. Ricambio il sorriso e proseguo.

Una volta nel salone, trovo Marco – non sembra in lacrime, anche se gli occhi sono arrossati –, sul divano insieme all'altro mio figlio. Riccardo, da bravo fratello maggiore, sembra consolare e allo stesso tempo prendere in giro il ragazzino, esortandolo a comportarsi da ragazzo grande e a non abbattersi per una sculacciata come quella – evidentemente, Marco ha raccontato per filo e per segno i dettagli della sua punizione.

Resto lì ad osservare la scena, da lontano. Riccardo si accorge della mia presenza e mi lancia un'occhiata di sfuggita, per non attirare l'attenzione di suo fratello. Continuano a parlare sotto voce, non capisco cosa si dicano, ma è chiaro che il ragazzo lo sta consolando. A un certo punto Luca mi passa di fianco, gli occhi vagamente lucidi. Si sarà concesso un breve momento di pianto liberatorio? Non mi dice nulla, passa oltre, con l'evidente intenzione di ricongiungersi con il gemello. Un altro rumore di passi alle mie spalle, mia moglie mi affianca. Osserviamo la scena in silenzio, finché decido di spezzarlo.

"Che ne dici di consolare i ragazzini? Potresti mettergli un po' di crema sul culetto?". Mia moglie mi guarda pensieroso, poi mi risponde.

"Non credo sia una buona idea".

"Perché? Hanno bisogno della mamma, adesso!"

"No, ora hanno bisogno di vedere che il loro padre non è solo colui che li punisce. Evitiamo di separare in maniera rigida i ruoli. Altrimenti ti vedrebbero sempre come il genitore cattivo che impartisce punizioni. Tu li hai puniti e tu ora li consoli". Non c'è alcun accenno di rimprovero, nella sua voce.

"Sei saggia", le dico, sorridendole.

"Sono una madre." Una punta di vanto, di orgoglio, nel tono della voce. "E a proposito di saggezza. Non usare la Prep, non va per niente bene per la pelle sensibile del culetto. Prendi la mia Nivea, invece. Quella lenitiva, per gli arrossamenti".

Annuisco, ma non replico, distratto dagli sviluppi del riappacificamento tra i gemelli. Dopo aver parlottato un po', vedo Luca che si allunga sul divano e abbraccia suo fratello. Marco oppone resistenza, ma si vede che è una finta, è una posa, perché poi si lascia abbracciare, ridacchiando. A quel punto Luca rivolge lo sguardo verso di me e gli sento dire chiaramente "Va' da papà". Mia moglie mi sorride, un sorriso caldo, appagante, e si allontana verso la cucina. Marco mi raggiunge e, senza dire niente, lo accolgo tra le mie braccia. Poi sollevo lo sguardo e richiamo l'attenzione di Luca, chiamandolo a me. Ci raggiunge a passi svelti. Vedo Riccardo grattarsi la testa, divertito e forse anche un po' imbarazzato per la reazione tenera e infantile dei suoi fratelli.

Le nuove regole di papà (vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora