[Riccardo] [Domenica pomeriggio 10/03/2019]
Credo che a disturbare più di tutto sia il silenzio. E mi fa male. Mi fa malissimo. Solo ora capisco cosa mi sto perdendo.
Sono solo in camera. In punizione, come un bimbetto del cazzo. E... non sento niente. Non sento le voci dei miei fratelli, dei miei genitori che parlano, magari una lite tra i gemelli e il piccolo, la tv in lontananza... non sento niente.
Ora capisco il senso della punizione. Bella giocata, papà. Mi hai privato di ciò che mi fa sentire vivo, anche se mi lamento sempre della confusione. Quelle voci che ora cerco, tendendo l'orecchio, quante volte le ho evitate? Ho cercato di sfuggire al rumore, al caos della vita, chiudendomi nel mio mondo elettronico, tappandomi gli orecchi con le cuffie, ad ascoltare solo il suono della mia chitarra elettrica. Io, le mie dita, le corde, e nient'altro.
E ora, non mi va nemmeno di suonare. Non mi va di fare niente. Resto steso a letto, ripercorrendo con la mente, continuamente, da capo, ogni singolo atto della discussione con papà, ogni singola parola, tutta quella ordinata sequenza di frasi, gesti, che mi ha condotto fino a qui.
Era meglio se mi prendevo quella sculacciata. Ma papà ha insistito a trattarmi con un bambino, e che cavolo! No, io non mi ci metto sulle sue gambe, e che cazzo! Che lo faccia con Giulietto.
Ecco. Perché non riesco a mantenere un briciolo di coerenza? Perché questo orgoglio che ho dentro deve sempre bruciare così tanto?
Era meglio se non dicevo nulla. Era meglio se assecondavo papà. A quest'ora avrei il culo rosso, sì, ma starei pranzando con la mia famiglia. E mi sarei lamentato di tutto, del cibo, dei miei fratelli, dei discorsi assurdi di papà. Mi sarei sentito in credito, per quella situazione. Avrei persino avuto un argomento da riutilizzare, volendo. Avrei potuto, in futuro, rinfacciarglielo: mi sono fatto sculacciare due volte per la stessa cosa. E invece... ho fatto la figura del cretino. E sono pure senza telefono.
Be', non che col telefono avrei risolto qualcosa. Non ne avrei parlato con nessuno. Figurati se vado a dire ad Axel quello che mi succede. Quanto ad Anto... ah, chissà. Avremmo potuto sodalizzare. Entrambi in punizione. Bella coppia di adolescenti che siamo. Ieri mi è mancata, e che cavolo. Mi sono fatto fare il culo a strisce per niente. Mi sono pure annoiato, con quei cazzoni dei miei compagni.
Che schifo.
Ma perché sta andando tutto a rotoli? Non ci capisco più niente.
* * *
[Papà]
L'accesa discussione con Riccardo non è passata inosservata, benché la porta della camera fosse chiusa. I gemelli si sono lanciati delle occhiate dense di significato, una volta che ho fatto la mia ricomparsa in cucina. Mi sono unito a mia moglie, in silenzio, aiutandola a mettere via gli avanzi della colazione, ripulire il tavolo e riordinare la cucina, mentre i gemelli si spostavano in salotto per guardare la tv. Quando è arrivato Giulietto, vestito di tutto punto, ha mostrato un'espressione preoccupata. Ho dovuto spiegargli i termini della punizione di suo fratello, per fortuna il piccolo ha mostrato subito comprensione e disponibilità e ha accettato la temporanea limitazione che ha dovuto subire anche lui, cioè il divieto di rientrare nella propria camera e fare compagnia al fratellone. La spiegazione è stata utile anche per chiarire a mia moglie cosa fosse successo; con i piccoli intorno, non ho voluto affrontare direttamente la cosa con lei.
Per un po', siamo rimasti come sospesi in un limbo di incertezza, noia, attesa. Mia moglie si è data da fare col ferro da stiro. Quanto a me, dopo la sfuriata di Riccardo, ho perso qualunque voglia di fare l'uomo di casa e ho semplicemente posticipato qualunque faccenda domestica. Mi sono unito ai piccoli sul divano, ho assecondato il loro indeciso zapping tra un canale e l'altro, prima di approdare nuovamente su Netflix. A un certo punto, un titubante Luca mi si è avvicinato, accoccolandosi al mio fianco, sul divano, chiedendomi se fossi arrabbiato. Ho cercato di tranquillizzarlo, benché la voce faticasse a nascondere una certa insoddisfazione per come sono andate le cose. L'ho cinto con un braccio e lui si è rilassato, adagiandosi sul mio fianco. Ho trascorso qualche momento così, carezzandogli dolcemente una guancia. E' stato il mio modo di chiedergli scusa per la reazione esagerata nei suoi confronti.
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Le nuove regole di papà (vol. 1)
Ficción GeneralUna anonima città italiana, all'inizio del 2019. Un padre di quattro figli, tra i dieci e i sedici anni, insoddisfatto di sé e della sua politica eccessivamente permissiva, si ritrova costretto a prendere in mano l'educazione dei figli andando contr...