6. Il senso di colpa

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[Marco] [Domenica mattina 24/02/2019]

Luca che mi fissa implorante, i suoi occhi mi scavano dentro, mi fanno male, più male del suono delle botte, delle sculacciate che sta prendendo. Resto come bloccato sul mio letto, il letto a castello come un posto sicuro, mentre assisto alla sua punizione.

Mi rannicchio sul letto, cerco di non guardare, ma con gli occhi torno insistentemente a osservare la scena. Dalla mia posizione non posso vedere il sedere di Luca, ma il suo volto sì, e pure la mano di papà che si abbatte sul suo didietro. Mio fratello sussulta a ogni colpo, tutto il suo corpo si scuote a ogni sculacciata. Lo vedo agitarsi, tentare di divincolarsi. A un certo punto muove un braccio e lo agita indietro, sopra la schiena, come a volersi parare il sedere. Nel tentativo perde l'equilibrio e oscilla in avanti, la testa che sfiora il pavimento. Papà si arrabbia, gli tiene ferma la mano e gli assesta una sonora sculacciata.

"Pessima idea, Luca". Gli molla un altro ceffone sulle mutande. "Ogni tentativo di interferire con la sculacciata non farà altro che peggiorare la tua situazione". Poi si rivolge direttamente a me. "Marco, stai ascoltando? Vale per entrambi". Annuisco in silenzio.

SPANK! SPANK! SPANK!

Passano i secondi e quasi diventa abituale, familiare, il suono dei rapidi colpi che si abbatte su mio fratello, accompagnati dai suoi lamenti, i suoi grugniti mozzati. Lo guardo di sfuggita, il volto rosso, contratto. Sta chiaramente tentando di resistere per non dare a papà la soddisfazione di vederlo soffrire.

Guardo come incantato la parabola discendente disegnata dalla mano di papà. Lo vedo alzare il braccio ancora una volta... ma resta sospeso in aria. Non so cosa aspetti. Guardo Luca, il suo volto si rilassa per un attimo, tutto il suo corpo sembra sciogliere la tensione e solo ora mi rendo conto di quanto fosse contratto, ogni singolo muscolo. E proprio in quel momento, papà colpisce con forza.

"AHHH!" Luca si lascia sfuggire un urlo a pieni polmoni. Papà smette di sculacciarlo e gli dà qualche carezza sulle mutande. Distolgo lo sguardo, imbarazzato. Spero che sia finita, ma so bene che non è così. Papà ha portato la paletta da ping-pong e ancora non l'ha usata. L'avrà usata anche con Giulietto? Farà lo stesso anche con lui? Ovvio, siamo gemelli. E' stato chiaro a riguardo. Avremo la stessa sculacciata.

"Adesso te le darò con la paletta da ping-pong". Alzo lo sguardo, sorpreso. Al contrario di me, Luca sembra non reagire minimamente alla notizia. Tiene il capo basso, non riesco a vederlo in volto. Giace sul grembo di papà, sembra aver abbandonato ogni forza, ogni volontà di resistenza. Non mi piace vederlo così. E' lui quello energico, è sempre lui a stimolare me. Vederlo così mi fa stare male e alimenta il mio senso di colpo. Avrei potuto... avrei dovuto... ma cosa? Non avrei potuto fare nulla. Se papà ha deciso così, non possiamo fare nulla. Ha ragione Riccardo, dobbiamo essere collaborativi e sperare finisca presto.

THUD! "Waaah!"

Il suono della paletta che si schianta sul sedere di Luca è davvero diverso dagli schiaffoni dati con la mano. Ha sorpreso anche Luca, che si è lasciato sfuggire un urletto. Papà inizia una raffica di colpi e mio fratello comincia a lamentarsi come non aveva ancora fatto, una sequenza di "Ouch!", "Ahh!", "Fa male!", "Noo!".

"Bene!" Esclama papà. "Vedo che hai ancora la lingua." E gli molla un altro sculaccione.

THUD! "Ahhhh!" THUD! "Bastaaa!" THUD! "Ho capito, dai, basta!" THUD! "Dico sul serio! Sono pentito e dispiaciuto, ora basta!" Le proteste di Luca mi fanno venire la nausea. E' colpa mia, è tutta colpa mia, sono stato un vigliacco.

"So cosa stai pensando", papà riprende a parlare, "e so che non riuscirò a convincerti che lo sto facendo per il tuo bene".

"Guarda, te lo dico. Sto pensando che sei uno stronzo!"

Le nuove regole di papà (vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora