45. La fine delle confische

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[Papà] [Sabato sera 16/03/2019]

Dopo un fine settimana veramente difficile – quello che mi ha fatto passare Riccardo, con la sua altalena emotiva, la conquista della sua libertà, l'accettazione della sculacciata, prima, la strenua opposizione, dopo – la settimana che è iniziata questo lunedì è stata caratterizzata dalla quiete, dalla monotonia, ma di quella buona, rassicurante. Noia, be', no. In questa casa di monelli non ci si annoia mai.

Le giornate scolastiche sono proseguite con relativa tranquillità. Tranne una protesta occorsa il martedì mattina – Luca mi ha chiesto di saltare scuola, per sottrarsi, entrambi, a una verifica di matematica per la quale non si sentivano pronti –, non ci sono stati particolari incidenti di percorso. Il compito, però, a sentire Marco non è andato bene... mi sono arrovellato su cosa fare, punire preventivamente i gemelli o lasciargliela passare, in fondo era solo una sensazione soggettiva, l'insegnante avrebbe impiegato almeno una settimana a correggerli e riportarli. Alla fine, cedendo al desiderio di trascorrere la settimana senza sculacciate, ho concesso loro il beneficio del dubbio. Tuttavia, prima o poi dovrò affrontare la cosa. Finora ho tenuto fuori le difficoltà scolastiche dalle punizioni perché, avendo toccato il fondo, li avrei sculacciati praticamente ogni giorno. Se però non accennano a riprendersi, dovrò intervenire.

Riccardo, dopo le turbolenze emotive di domenica, è tornato, grossomodo, quello di sempre. Resta sempre qualcosa di non detto, di invisibile e ingombrante tra noi. A volte si mette di lato e allora sembra che non ci sia distanza. Ci ritroviamo in macchina, al supermercato, a parlare di qualsiasi cosa, io che mi abbevero del suo entusiasmo, lui che si apre e lascia scorrere le emozioni, allentando la pressione. Altre volte, questo grosso elefante rosa – è invisibile, ma è rosa, ho deciso così – si mette di traverso e Riccardo torna a essere l'ombroso adolescente che si cela negli angoli ombrosi e smozzica le parole che ci rivolge in casa.

Quanto al piccolo... be', il piccolo è sempre il piccolo di casa... Sarà stato lo slancio d'affetto che mi ha mostrato lo scorso weekend, ma mi sono ritrovato a essere più conciliante nei suoi confronti e così ha trascorso quasi indenne la settimana, senza sgridate, rimproveri e senza che nessuna stellina sia stata accesa sul foglio di 'gioco'.

Anche questo sabato sera, sono riuscito nell'impresa di riunire l'intera famiglia attorno a un film. Questa volta, però, è toccato alla mamma scegliere. I piccoli hanno fatto un po' di scena, ma poi hanno facilmente acconsentito. Non sono frequenti le volte che mia moglie non lavora di sabato sera, al pronto soccorso, e, consapevoli che all'ennesimo film di supereroi prima o poi sarebbe andata via, le hanno permesso di scegliere un film per tutta la famiglia, ovvero uno dei più classici dei classici Disney. Ho detto tutta la famiglia, be', non esattamente: Riccardo è uscito, come da prassi. Non posso più impedirglielo. Mi spiace avergli restituito la sua libertà, ma d'altra parte, non è che riuscissi a godere della sua presenza in quegli ormai passati sabato sera in cui l'ho costretto in casa; in genere, si rintanava in camera, a strimpellare. Che esca, a questo punto, che si diverta, con moderazione. E' pur sempre un adolescente, non posso correre il rischio di dimenticare questa cosa. Così come non posso far finta di dimenticare che il regime di punizioni, rigore, disciplina e sculaccioni non è mica cessato: vista la falsa partenza dello scorso sabato sera, gli ho lasciato uno strettissimo coprifuoco, sarei andato a riprenderlo alle undici e mezza. La serata, del resto, non gli si è prospettata delle migliori: nessuna festa, nessuna traccia del suo fantomatico interesse romantico – ancora in punizione? Incredibile, Riccardo potrà dire di conoscere un padre più severo di me! –, solo un monotono giro in centro con i suoi amici.

Il film ha comunque tenuto incollati tutti alla tv, persino mia moglie, che in genere non sopporta di stare più di un'ora a fissare lo schermo e preferisce andare altrove, a sorseggiare una tisana, leggere un libro a letto, praticare dello yoga serale – pratica che è stata all'origine di questa famiglia, essendoci conosciuti proprio a un corso di yoga, non troppi anni fa! E, come sabato scorso, i piccoli hanno mostrato un inedito ma ben accolto desiderio di coccole. Rispetto allo scorso sabato, non c'è stata la gara tra i gemelli per accaparrarsi il trono: Marco ha subito preso posto sul divano accanto a me, prima, timidamente, poggiando la testa sulla mia spalla, poi abbandonandosi completamente alle voglie di coccole, scivolando con il capo sul mio grembo, reclamando i grattini al collo; quanto a Luca, ingelosito e/o invidioso, ha subito imitato il gemello, prendendo il posto alla mia destra e rubandolo a Giulietto, che a quel punto è letteralmente saltato addosso a mia moglie, che si è accomodata sul sofà.

Le nuove regole di papà (vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora