[Papà] [Domenica mattina 3/03/2019]
Fisso la tazza fumante di caffè americano, rito che si ripete ogni domenica mattina. Per gli altri giorni, un caffè espresso per iniziare la giornata col piede giusto. La domenica, mi concedo un lungo, lento e bollente caffè americano, lasciando decantare i pensieri, le apprensioni di tutta una settimana. Come ogni domenica – ma, anche questa, non è una domenica come tutte le altre.
Fisso la tazza e penso. Solo una settimana fa, esattamente a quest'ora, mi preparavo psicologicamente a sculacciare i miei figli. Oggi, invece, mi ritrovo a dover verificare il rispetto di nuove, ennesime regole alla nostra vita insieme.
L'orologio della cucina mi ricorda che è quasi l'ora. Quasi le 9:45. Ieri, condivise con i miei figli le nuove regole sulla doccia, c'è stata la solita discussione. Riccardo ha sbottato contro l'ennesima minaccia di sculacciarli. Ho dovuto dargli ragione. Ne andava della mia integrità morale, più che della mia autorità genitoriale. Ho dovuto riconoscere che, sì, sembra proprio che stia facendo di tutto per sculacciarli, trovando ogni giorno diverse nuove ragioni per costringerli ad accettare le sculacciate. Ma ho anche detto – forse più a me stesso, che ai miei figli? – che le sculacciate sono e rimangono una misura estrema, il mezzo, mai il fine. Il fine è sempre imparare a rispettare le regole, anche quelle che finora non ho mai imposto loro, peccando di mancanza di coraggio, indifferenza, superficialità. Da oggi, impareranno che nemmeno l'acqua calda è un privilegio, e che ogni diritto chiede in cambio qualcosa, fosse solo il riconoscimento del suo valore intrinseco.
Le 9:45. Mi scuoto dall'intorpidimento mattutino. Lascio la tazza sul tavolo e m'incammino verso il corridoio, i passi risuonano nel silenzio. Mia moglie di nuovo al lavoro, i ragazzi nelle loro camere. Dopo la discussione, ho contrattato con Riccardo l'inizio del rito mattutino. Ho dovuto fare qualche concessione. Così, dalla mia ferma decisione di buttarlo giù dal letto alle nove e mezza, sono scivolato sulle 9:45 come orario di compromesso. Potrà sembrare troppo presto per alcuni, troppo tardi per altri. Ho scelto una via di mezzo. Imporre regole, sì, ma non al punto da apparire come un padre-sergente.
Busso alla porta socchiusa della camera la apro lievemente, lasciando che la luce solare entri gradualmente nell'ambiente buio. Ignoro, finché posso, l'odore dell'aria stantia, chiusa, e cerco con lo sguardo i profili dei miei figli, ognuno nel suo letto. Riccardo mi appare sveglio, disteso sulle lenzuola, la coperta tirata via, la luce blu del cellulare che gli illumina il viso. Giulietto è un fagotto avvolto tra le coperte, sicuramente addormentato.
"'Giorno. E' l'ora", dico piano. Riccardo grugnisce, lontano, senza guardarmi. Non odiarmi, amore mio. Lamentati, infastidisciti, esprimi pure il tuo disappunto, ma non odiarmi come ti stessi infliggendo l'ennesimo e immotivato supplizio.
Resto lì, sulla soglia, incerto se attendere un gesto, uno qualunque, da parte di mio figlio, o andare via. Ma, prima di decidere, Riccardo posa il telefono sul comodino lì accanto, aggiungendo un assonnato "Vado, vado". Lo lascio alzarsi, stiracchiarsi, senza sentire addosso il mio sguardo. Lascio la porta socchiusa e torno fuori. Mentre mio figlio faticosamente si toglie d'addosso il sonno, faccio una rapida puntatina alla camera a fianco, quella dei gemelli. Secondo la turnazione stabilita ieri, Riccardo avrebbe cominciato, concedendo così un po' più di tempo per dormire ai fratelli minori. Ma dopo il maggiore, sarebbe toccato a Marco, quindi a Luca, infine a Giulietto. In modo che entro le undici sarebbero stati tutti pronti, lavati e possibilmente sfamati.
Ripeto il gesto, busso e scosto la porta socchiusa. "Marco, Riccardo sta entrando in doccia". Anche il maggiore dei gemelli si limita a rispondere con un grugnito. "Non riaddormentarti, tra poco tocca a te. E ricorda di svegliare tuo fratello, prima di filare in doccia". Ma, prevedibilmente, Marco avrebbe subito svegliato Luca. Non gli avrebbe concesso quei quindici minuti aggiuntivi di sonno. E poi, sono sicuro che avrebbe voluto condividere i suoi pensieri col gemello.
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Le nuove regole di papà (vol. 1)
General FictionUna anonima città italiana, all'inizio del 2019. Un padre di quattro figli, tra i dieci e i sedici anni, insoddisfatto di sé e della sua politica eccessivamente permissiva, si ritrova costretto a prendere in mano l'educazione dei figli andando contr...