[Giulietto] [Sabato pomeriggio 2/03/2019]
La terza stella.
E' arrivata prima di quanto pensassi. Una parte di me sperava che papà scherzasse, che non avrebbe mantenuto la promessa (o la minaccia). Ho giurato che avrei fatto di tutto per arrivarci, arrivare a prenderle di nuovo...
La prima stella è stata causata da una lite con Luca, al solito... La seconda stella risale a ieri mattina, come ogni lunedì faticavo ad alzarmi, papà mi ha chiamato e io sono rimasto a letto, faccio sempre così, non pensavo invece che dopo due richiami mi avrebbe subito punito con la stellina. Mi chiedo se arriverà al punto da sculacciarmi per una cosa del genere. Ci manca solo iniziare la giornata di scuola con una sculacciata!
"Avanti, Giulietto, fa' il tuo dovere. Colora la terza stella, prima che ce ne dimentichiamo". Papà mi rimprovera, perdo il filo dei miei pensieri. Sussulto, lo vedo che si agita, arrabbiato, alla punta del corridoio.
"Ma papà!"
"Giulio!", tuona. "Fine della discussione". Quando fa così non posso più fare nulla. Vado in camera, a prendere quel dannato foglio, dev'essere da qualche parte sulla scrivania, mi pare di averlo lasciato lì ieri. Entro in camera e trovo Riccardo che legge sul letto, mi vede, si mette a sedere e mi prende in giro: "Ehi! Non dirmi che ti sei guadagnato una sculacciata!". Lo ignoro, raggiungo la scrivania, sposto i quaderni e trovo il foglio, prendo una matita a caso e coloro la terza stella, poi mi affretto ad uscire e tornare da papà.
"Ecco. Contento?", gli dico, agitandogli il foglio davanti.
"Bravo bambino". Mi carezza affettuosamente i capelli. "Ora... dovrei sculacciarti."
Sospiro. "Per forza?"
"Sono le regole del gioco, lo sai". Abbasso il viso, poi annuisco, lentamente, un po' nervoso. Papà non dice nulla, solleva lo sguardo, sembra pensieroso. Starà pensando a come e quante darmene. Userà solo la mano, ma ho paura lo stesso. Sento che mi monta dentro la preoccupazione, l'ansia, e allora la lascio uscire.
"Papà, per favore!"
"Niente storie!"
"Ti prego! Non ho fatto nulla di male!"
"Davvero, Giulietto? Davvero?" Non riesco a dire nulla, papà mi rimprovera e abbasso la testa. "Sbaglio o mi hai appena mandato affanculo?" Annuisco e sto zitto, so che ha ragione. "Vado a prendere l'asciugamano, sta' qui un attimo", mi dice. Resto fermo, in corridoio, lo osservo arrivare fino in fondo, entrare in bagno e uscirne subito dopo con un asciugamano a righe colorate. Proprio come domenica scorsa.
"Dunque...", dice una volta tornato, "Riccardo che stava facendo?" Intende quando sono andato in stanza a prendere il foglio, che stringo ancora nel pugno.
"Incollato al telefono".
"Bene." Dice sbrigativo. "Andiamo".
"Ma papà!"
"Giulietto, ne abbiamo già parlato. Non ti opporrai alla sculacciata e non mi renderai le cose più difficili. Altrimenti, ne dovrai pagare le conseguenze".
"Ma io non voglio essere sculacciato di nuovo!"
"Giulietto, non farmi perdere la pazienza".
"Non è giusto!" Incrocio le braccia, sbuffando. So bene di non potermi opporre, ma non ho intenzione di arrendermi così facilmente. Penso che papà lo sappia, ma sembra spazientito, mi distraggo e con uno slancio mi afferra un polso, mi trascina verso la stanza.
La porta è aperta, spalancata, ma papà decide di bussare, forse per richiamare l'attenzione di Riccardo. Mio fratello sta seduto alla scrivania, le gambe accavallate sul ripiano, intento a messaggiare o chissà cos'altro. "Ricky, mi serve la stanza". Riccardo rotea gli occhi, tira giù le gambe e con uno scatto si alza in piedi. Papà entro nella camera e mi trascina, non faccio nemmeno resistenza. Riccardo si avvicina, sembra ignorarci, poi improvvisamente si volta verso papà e lo fissa, ha il suo stesso sguardo severo, mi fa paura. Si avvicina a papà e gli tende il braccio contro, la mano destra stringe il telefono, ma l'indice gli preme contro il petto.
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Le nuove regole di papà (vol. 1)
General FictionUna anonima città italiana, all'inizio del 2019. Un padre di quattro figli, tra i dieci e i sedici anni, insoddisfatto di sé e della sua politica eccessivamente permissiva, si ritrova costretto a prendere in mano l'educazione dei figli andando contr...