46. Tre guai in uno/1

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[Papà] [Domenica pomeriggio 17/03/2019]

"Mi spiegate cosa sta succedendo?"

Con esasperante lentezza, i gemelli, con il consueto modo di fare, cioè completarsi le frasi a vicenda, mi spiegano la situazione; Giulietto interviene di tanto in tanto, confermando, sempre più preoccupato e spaventato. La situazione, ovvero, una marachella che ha il sapore d'altri tempi. Una roba di cui avrei riso, se non fosse capitata nel momento più sbagliato, e cioè quando sto cercando di riportare ordine e disciplina in questa casa, ripristinando le libertà inizialmente private ai miei figli ma con tutta una serie di paletti e di regole da rispettare. E allora, mi spiace, ma proprio non posso passare oltre.

"Quindi, fatemi capire. Giulietto ha rotto il vaso che stava in salone, sulla libreria. Quello che la zia di mamma ci ha regalato per Natale. Voi due l'avete coperto, avete nascosto tutto, per poi, in realtà, ricattarlo e farvi dare, diciamo, il suo tempo a disposizione, oggi, per giocare?"

I gemelli annuiscono. Giulietto guarda fisso il pavimento, stropicciandosi l'orlo inferiore del maglione.

Ho sempre odiato quel vaso. Devo essere onesto: l'ho riposto su quel ripiano della libreria, in alto, per nasconderlo alla vista e anche nella speranza che accidentalmente cadesse e si rompesse. Il piccolo mi ha fatto un favore... tuttavia, sono costretto a punirlo. Anzi, a punire tutti quanti.

"Siete colpevoli di molteplici malefatte, lo sapete, vero?"

"Dai, papà..."

"No, niente lamentele Luca! Avete mentito, ingannato, sfruttato vostro fratello... proprio oggi che vi ho appena restituito ogni cosa!"

"Ti prego, non toglierci la play!" Marco. "Punisci, va bene, fai quel che devi, ma non toglierci di già la play!"

"No, non lo farò". I loro visi si illuminano, persino Giulietto ritrova un po' di speranza. "Dovete imparare a gestire con responsabilità i vostri diritti, le vostre libertà. Non posso continuare a vietarvi le cose, quindi terrete la playstation, ma con le regole che ho stabilito, e ogni volta che le violerete verrete puniti, a partire da adesso".

"Quindi ci punirai comunque". Marco.

"Ovviamente". I gemelli si guardano, sanno già cosa aspettarsi... Giulietto li fissa interrogativo, incerto.

"State qui. Devo parlare un attimo con vostra madre". Faccio per uscire dalla stanza, poi mi volto. "Non combinate nulla! Spegnete la console e aspettatemi". I gemelli annuiscono all'unisono, rimangono in piedi, fermi, in attesa. Mi volto ed esco.

Raggiungo mia moglie in cucina, indaffarata a smistar vivande all'interno del frigorifero. Le racconto tutta la situazione.

"Sai... ho sempre odiato quel vaso". Ah! Questa è bella. Le confesso che anch'io l'ho odiato e che l'ho messo lì apposta, contando che prima o poi i gemelli o il piccolo l'avrebbero tirato giù. "Ma dai!" Esclama, ridendo. "Io pensavo che l'avevi messo lì in bella vista perché ti piacesse!". Ridiamo di gusto. Per fortuna c'è mia moglie, a farmi sciogliere la tensione. "Quindi cosa hai intenzione di fare?". Le dico che, nonostante ci abbiano fatto un favore, a eliminare quell'osceno vaso, capace di fare a pugni con ogni singolo elemento del mobilio di casa nostra, devo comunque punire i bambini, per aver coperto il piccolo e averlo sfruttato, e Giulietto pure, dovrà essere punito, avendo mentito. "Non potresti semplicemente ritirare loro la console e i giochi?" No, non avrebbe senso. Le ripeto quanto ho detto ai bambini: devono imparare a usarli con responsabilità. Vietarli tout court non è educativo. E anzi, questa confisca è durata pure troppo. Se sgarrano, ne pagano le conseguenze. Mia moglie si convince e alla fine mi dà il suo benestare.

Le nuove regole di papà (vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora