[Papà] [Domenica mattina 10/03/2019]
L'indecisione che mi ha travolto tra venerdì e sabato sera, l'incapacità a mantenere un profilo saldo e autorevole, il timore di avere assestato un duro colpo alla lenta riabilitazione del mio rapporto con i miei figli, soprattutto Riccardo e Luca, sono stati spazzati via dalla limpida risata che abbiamo condiviso ieri sera, io e il mio maggiore, davanti a una tazza di camomilla.
Rincuorato, riscaldato dalla tisana e dalla ritrovata complicità con mio figlio, ho raggiunto a passi leggeri e impalpabili mia moglie a letto. Anche se ho cercato di fare piano, non ho potuto evitare che si svegliasse e così, una volta sotto le coperte, ne ho approfittato per farle un velocissimo sunto di quanto accaduto, confermandole che con Riccardo sembrava proprio esser tornato tutto a posto.
Con questo senso di soddisfazione ho potuto richiamare la fermezza necessaria a indossare i panni del nuovo papà dispensatore di regole, premi e punizioni e ho mentalmente ripassato i miei propositi per la domenica mattina.
Così, questa mattina ho rimosso qualunque traccia del permissivismo che ho adottato ieri mattina e ripreso le vecchie (be', nuove) abitudini: i tempi stretti per fare la doccia, la precisa scansione oraria, buttando giù dal letto i miei figli, ignorando placidamente le loro proteste.
Rientrata mia moglie dalla sua insana passione salutista, ho lasciato che si occupasse della colazione, mettendosi a disposizione dei nostri pargoli man mano che uscivano dalla doccia.
Così, mentre Giulietto, l'ultimo a poter fare la doccia, è chiuso in bagno, posso concludere la faccenda e incontrare Riccardo, solo in camera. Dico brevemente a mia moglie di badare lei al piccolo e di fare in modo che non rientri in camera. Gli faccio trovare il cambio di vestiti puliti pronto nella nostra camera da letto.
Raggiungo la camera dei miei figli, Riccardo sta accordando la chitarra. Ha addosso dei vestiti puliti, sia la felpa che la tuta sono spariti, ha indossato dei comuni jeans, non troppo aderenti e un maglione. Sembra quasi un ragazzo responsabile e rispettabile. Mi muovo intorno a lui, apro i cassetti di Giulietto, prendo delle mutandine pulite, le calze, dei jeans, una maglietta, raccolgo la felpa lasciata su una sedia ed esco, senza che Riccardo abbia commentato la mia presenza, non ha staccato gli occhi e le dita dalla chitarra.
Lascio i vestiti puliti sul lettone, quindi entro nel nostro bagno privato in camera, apro un cassetto dal mobile del bagno e tiro fuori un morbido asciugamano di spugna bianca. Ripercorro il tragitto all'inverso, attraverso il corridoio ed entro nello studio. Questa volta voglio adoperare la vecchia cintura, rimasta inutilizzata nelle ultime due settimane in un cassetto della scrivania, in mezzo a tante altre cose.
Una volta pronto, torno da Riccardo. Mi sento carico e deciso, in pochi minuti mio figlio avrà il sedere arrossato ma sarà tutto finito. Varco di nuovo la soglia della stanza e chiudo la porta. Il rumore fa sobbalzare mio figlio, che sembra solo adesso accorgersi della mia presenza. Sposta lo sguardo tra me e la porta, poi lo sposta in basso e si accorge di cosa porto tra le mani, l'asciugamano e la cintura. Lo vedo sussultare, quasi gli scivola la chitarra dalle mani.
"Cazzo..." sospira piano, è solo un'esclamazione di stupore, anche se non ne comprendo le ragioni, ne abbiamo parlato fino a ieri sera. Non reagisco alla sua esclamazione ma procedo speditamente, ho davvero voglia di lasciarmi alle spalle questa situazione. Gli passo attorno e mi dirigo verso il suo letto. Mi siedo sul bordo e mi stendo sopra l'asciugamano. Questa volta ho intenzione di sculacciarlo così, in maniera classica. Saranno stati i discorsi di ieri, sarà stato il modo con cui ho giocato ieri sera con Giulietto, steso sul mio grembo. Improvvisamente mi è venuta voglia di provare di nuovo questo contatto fisico, stendere il mio ragazzo sulle mie ginocchia e dargli una affettuosa ma risoluta sculacciata.
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Le nuove regole di papà (vol. 1)
General FictionUna anonima città italiana, all'inizio del 2019. Un padre di quattro figli, tra i dieci e i sedici anni, insoddisfatto di sé e della sua politica eccessivamente permissiva, si ritrova costretto a prendere in mano l'educazione dei figli andando contr...