[Papà] [Sabato mattina 23/03/2019]
Primo sabato di primavera.
E' trascorso un mese esatto da quella ormai leggendaria prima sculacciata.
Mi sono svegliato con questo pensiero fisso in testa. Secondo i miei propositi, avrei fatto una sorta di primo bilancio, una volta tagliato il traguardo del primo mese. Successi, sconfitte, cose da aggiustare, da rivedere. Pensavo che dopo un mese le cose sarebbero cambiate parecchio. Be'... cambiate, son cambiate. Ma in fondo, siamo ancora noi. Io, le mie insicurezze. Riccardo, i suoi silenzi, quei momentanei, rari sprazzi di socialità, le rare volte che si è aperto a me. I gemelli, esplosivi come sempre. E il piccolo... be', non che mi possa lamentare. Le ha prese, e non poche, ma va bene, va bene così.
Mi alzo, lascio mia moglie ancora tra le braccia di Morfeo. Weekend libero per entrambi. Abbiamo promesso ai ragazzi di dedicare loro il nostro tempo. Domani andremo al parco, oggi invece porterò Riccardo a fare shopping.
E' ancora presto, la casa avvolta in un dolce silenzio, appena intiepidita dal primo sole primaverile. Mi muovo piano, ancora insonnolito, tra il bagno, la cucina, il mio studio. La solita tazzona di caffè americano, lungo, riflessivo, bollente, e sono di nuovo alla scrivania, solo, con i miei pensieri.
A volte mi guardo da fuori. Vedo un padre contraddittorio, che dopo aver permesso a ben quattro figli di fare tutto ciò che desiderassero, ha deciso di atteggiarsi a padre severo. Eppure... sento di non poter essere biasimato. Nessun genitore nasce esperto del mestiere. Non esiste una guida per genitori felici, certo non lo sono tutte quelle patinate pubblicazioni che infestano una sezione della mia libreria di fiducia. Insomma: facciamo quel che si può.
Negli ultimi giorni ho spostato sempre più in là l'asticella. Ho portato Riccardo ad accettare l'idea di essere denudato e sculacciato, di dover offrire alla mia vista la propria adolescenziale nudità. Ho condotto i gemelli e il piccolino a condividere sculacciate e punizioni, tra occhiate di solidarietà e curiosità mentre, uno accanto all'altro, sempre più nudi, aspettavano il loro turno. Ho introdotto Giulietto alle sculacciate con la spazzola, poi con il cucchiaio, alla possibilità di prenderle col righello. Ormai manca poco. E' passato così poco tempo, anche se sembra tantissimo. Tra non molto, all'ennesimo capriccio, all'ennesima bugia, dovrò adoperare il righello di plastica sul tenero culetto del mio piccolo. E poi? Andrò avanti? Proseguirò su questa strada? Si fermeranno, prima o poi, tutte queste sculacciate? Arriverò mai al punto in cui non avrò più bisogno di sculacciare i miei figli? O sarò costretto a dover inventare sempre qualcosa di nuovo, ad innalzare l'asticella, a rimuovere, come strati di vestiti, diritto dopo diritto, privilegio dopo privilegio?
Riccardo, dallo schermo del mio computer, mi regala un sorriso beffardo. Ho da poco cambiato sfondo al desktop, ho messo su una foto con i miei figli, una foto spontanea, uno scatto rubato, i gemelli che ridacchiano sguaiati, il piccolo nel mio abbraccio, Riccardo che sorride lontano.
Cosa posso dire di Riccardo? Un adolescente sculacciato, progressivamente ridotto a un ragazzino arrabbiato e denudato. E' questa la strada da seguire? Questa specie di... regressione, come a voler trattenere il mio amato primogenito tra le mie braccia, a impedire che i ritmi frenetici di questa vita me lo portino via?
E' questo, il punto: è tutta una lotta contro l'adolescenza. Guardo i gemelli, nella foto hanno sei mesi in meno. Sembrano dei bambini in tutto e per tutto. Ma ogni volta che li guardo, in casa, o quando li lascio a scuola, o li ritiro in piscina, conto i vezzi adolescenziali che stanno sempre più prendendo possesso dei loro visi, dei loro corpi. Penso a Marco, alle sue imbarazzanti erezioni. A Luca, persino Riccardo ne ha avuta una, durante l'ultima sculacciata.
STAI LEGGENDO
Le nuove regole di papà (vol. 1)
General FictionUna anonima città italiana, all'inizio del 2019. Un padre di quattro figli, tra i dieci e i sedici anni, insoddisfatto di sé e della sua politica eccessivamente permissiva, si ritrova costretto a prendere in mano l'educazione dei figli andando contr...