[Papà] [Sabato mattina 23/03/2019]
La mattina scorre veloce, ammucchio cose da fare, pensieri, riflessioni da svolgere, idee da annotare, sembra che tutto si muova troppo velocemente. Mia moglie ha fatto la colazione, poi il bucato, mi ha chiesto una mano, per ripagarla di tutto ho proposto di fare il pranzo, tagliatelle fresche con ragù, ma perdo l'intera mattinata, mi dimentico di chiamare Giorgio, finché non arrivano i gemelli a ricordarmelo.
Guardo l'ora, è quasi pranzo, ma se non lo faccio ora poi sarà troppo tardi. L'ho dimenticato e non ho fatto in tempo a parlarne a mia moglie, mi guarda sorpreso, quando, al telefono, sul sofà del salone, saluto Giorgio, chiamandolo per nome. E' vero, è passato troppo tempo dall'ultima volta, replico al mio amico, sotto lo sguardo di mia moglie; lo sta pensando anche lei, finalmente l'ho chiamato, finalmente ho fatto scoppiare questa bolla temporale iniziata con il regime di sculaccioni e punizioni.
Con Giorgio mi perdo in chiacchiere, parte subito raccontandomi del lavoro, è sempre molto orgoglioso di sé, ma è una cosa che mi è sempre piaciuta di lui, non mi ha mai dato fastidio, non è uno che si dà delle arie, ma gode positivamente nel condividere i propri successi con le persone (poche) alle quali tiene veramente. Luca gironzola per il salone, poi viene Marco, si guarda intorno, come a voler ascoltare. Posso capirli, impazienti di ricevere una conferma, impazienti di rivedere il loro migliore amico.
Finalmente prendo l'argomento, mi chiede dei miei figli e dico subito che i gemelli sono messi che ronzano in agguato, lui ride e non capisce, gli spiego cosa succede, risponde che va bene, anzi, che Mattia gli è sembrato un po' giù ultimamente e che gli avrei fatto un grandissimo favore a portargli i gemelli. I miei figli sprizzano gioia, la manifestano in silenzio, alzando le braccia vittoriosi, li caccio sorridendo, hanno ottenuto ciò che volevano, adesso che lascino parlare i grandi.
Giorgio riprende a parlare di Mattia, va male a scuola, l'anno si sta rivelando pesante, mi chiede un parere, da docente e genitore, mi chiede un confronto con i miei ragazzi, gli dico come stanno le cose, senza nascondere nulla. Esito, vorrei confessargli che ho iniziato a sculacciarli, ma ho timore del suo parere, di un suo giudizio, ci giro intorno, dico solo che ho deciso di cambiare atteggiamento e di ricorrere a non meglio precisate punizioni. Giorgio collega subito il discorso alla notizia che i gemelli sono rimasti senza Internet per tre settimane, facendo precipitare Mattia in un preoccupante silenzio – è un ragazzino taciturno, riservato, un po' come Marco, con la differenza che mio figlio gode dell'esuberanza del gemello, mentre il figlio di Giorgio, be', ha solo una rumorosa sorellina, molto più piccola di età, capace di offrirgli ben poca compagnia, a parte qualche occasionale tè finto con bamboline e orsacchiotti spelacchiati –, Giorgio mi chiede conferma, quasi non ci crede che proprio io, con tutto quello che ho combinato da giovane, mi sono travestito da genitore severo e castigatore. Ridacchia, e sulla sua risata, che ha il sapore agrodolce della nostalgia, si infrangono le mie preoccupazioni, i miei timori.
Non riesco a dirgli delle sculacciate. Dal salone mi sposto nello studio, ignorando mia moglie che picchietta il dito sull'orologio da polso. E' vero, dobbiamo pranzare. Ma non mi sento a mio agio a parlare di sculacciate al telefono, con i miei figli a portata. Eppure, anche solo, nel mio studio, non riesco. Per fortuna, Giorgio mi conosce come pochi sono riusciti a comprendermi veramente. E' proprio lui a tirarmi le parole che non oso dire dalla bocca. "E dimmi, ti è scappato di mano qualche scappellotto? Qualche sculacciata?", mi dice serio, per poi infrangersi in una risata. E' un po' così, Giorgio. Non capisci mai fino a che punto sia serio. "Guarda che non c'è niente di male! Mattia è fin troppo tranquillo, se devo proprio dirlo. Nulla a che vedere con me, quando avevo la sua età... sai i ceffoni che mi prendevo da mio padre! Mi avesse dato una sculacciata, almeno mi sarei risparmiato di girare per strada con le guance rosse e gonfie".
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Le nuove regole di papà (vol. 1)
General FictionUna anonima città italiana, all'inizio del 2019. Un padre di quattro figli, tra i dieci e i sedici anni, insoddisfatto di sé e della sua politica eccessivamente permissiva, si ritrova costretto a prendere in mano l'educazione dei figli andando contr...