82. Mistero svelato

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[Marco] [Domenica pomeriggio 28/04/2019]

Bella trovata, fratellone, così possiamo parlare da soli senza avere quelle due cozze incollate addosso, Giulietto a te e Luca a me. Loro non sanno cosa è successo ieri, pensano di essere gli unici che potrebbero essere stati scoperti da papà (non so cosa abbia fatto Luca ma è chiaro che si fa avanti con tale insistenza con Giulio perché sta cercando di coprirsi), ma anch'io ho fatto qualcosa che sa solo Riccardo, per fortuna. I nostri fratelli pensano che potremmo avere fatto la spia, ma ognuno di noi ha qualcosa da nascondere. Continuo a pensare che papà stia semplicemente bluffando. Magari ha tirato a indovinare. Un sabato sera soli in casa senza i nostri genitori? E' ovvio che ne avremmo approfittato. Vuole farci cadere nel tranello.

"Vedo che sei tornato quello di sempre", mi dice all'improvviso Ricky, rimettendosi a sedere sul mio ex letto, cioè ora il letto di Luca.

"E finitela con sta storia, sono sempre lo stesso", rispondo sbuffando. Mi lascio ricadere sulla sedia della scrivania.

"Se lo dici tu", taglia corto.

"Comunque che volevi dire?", gli domando, curioso, anche se non voglio ammettere che in questi giorni ho la testa altrove.

"Ma niente. Sei stato zitto e pensieroso per un po'. Ti potevo vedere gli ingranaggi della mente lavorare a pieno regime", ridacchia. Rido un po' anch'io.

"E' vero, stavo pensando a cosa ha in mente papà. Secondo me non ha scoperto niente".

"Quindi sei davvero convinto che stia bluffando".

"Sì, ma nel senso che ha tirato a indovinare. Ci hanno lasciati soli a casa, di sabato sera. Si aspettava che combinassimo qualcosa, quindi, in questo modo, ci sta spingendo a confessare. Non sa cosa abbiamo fatto, ma sa per certo che qualcuno, tra noi quattro, ne ha approfittato". Espongo il mio ragionamento, Ricky mi ascolta serio, poi sorride. "Be'? Che c'è?"

"Sei proprio un genietto, perché fai così schifo a scuola?" Ancora questa storia. Già mi basta papà. "Non te la prendere", aggiunge, forse leggendo la mia espressione. "E' solo che dico... insomma... l'avessi io una testa come la tua".

"Non la vorresti, credimi", taglio corto. Non mi piace parlare di me, nemmeno con Luca, che peraltro in questi giorni si è fatto insistente, ha capito che ho gli incubi, purtroppo non posso farci niente. "E non cambiamo discorso", aggiungo, prima che torni alla carica.

"D'accordo, come vuoi", mi dice tipo con... delusione, non so. "Allora, davvero non hai un piano, questa volta?"

"No, dico sul serio. Ormai papà è imprevedibile".

"Ma la tua spiegazione di oggi è convincente, evidentemente non è così imprevedibile".

"Vero, ma non so comunque cosa possiamo fare. Cioè le opzioni sono sostanzialmente due, anzi, tre. La prima: uno di noi alla fine decide di farsi avanti e confessa, sperando non faccia la spia sugli altri. Due: nessuno si fa avanti e papà alla fine scopre le carte, magari ha un sospetto su qualcuno, ma non so, potrebbe anche decidere di sculacciarne uno per indurre gli altri a confessare. A questo punto potrebbe prendersela con Giulietto per spingere te a farti avanti, oppure se la prende con Luca, aspettandosi che io prenda le sue difese".

"Be', mi pare che qualche sculacciata te la sei presa per Luca".

"Sì, ma... insomma..." Non ho più voglia di giocare al martire, ma questo non voglio dirglielo.

"E la terza?"

"Ci opponiamo", dico con fermezza. Comincio a esserne sempre più convinto.

"Ci abbiamo provato e non ha funzionato".

Le nuove regole di papà (vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora