[Papà] [Martedì sera 5/03/2019]
"Avanti, niente storie".
"Ma ti ho detto che sto bene!"
"Cosa ho detto?"
"Uffa... ma perché?"
"Fa' come ti dice papà, piccolo". La voce di Riccardo, dolce, calda, sorprendentemente carica di affetto, ci sorprende tutti e due.
E' la solita scena. Il piccolo si lagna perché non vuole prendere la supposta. "Ma perché non mi credi! Mi sento meglio ormai!" Mio figlio continua a insistere con quell'argomento. E' vero, durante il pomeriggio la febbre è scesa di parecchio, assestandosi a un paio di centesimi di grado sotto il magico numero (trentasette), e il ritrovato benessere e la nuova forza che gli ha rinvigorito lo spirito ha svoltato il pomeriggio, innescando una reazione a catena di capricci di vario genere. Prima, il desiderio di fare merenda con pane a Nutella (l'alimento più indicato per chi sta ancora combattendo con la febbre, ma certo!), poi la reiterata richiesta di continuare a guardare la tv, accesa ormai da troppe ore senza sosta, quindi la fiera opposizione alla raccomandazione di cominciare a smaltire i compiti arretrati, per non farsi trovare impreparato una volta ritornato in classe. Ennesimo capriccio che si è concluso con una stellina colorata in più sul suo schemino delle punizioni. Ancora una stellina e si sarebbe preso una sculacciata con la spazzola. Alle sette è poi rincasata mia moglie, ma, con lei, è tornata anche la febbre. Il termometro non mente mai e così poco prima della cena siamo tornati a viaggiare sopra i trentasette e mezzo. Un'altra supposta messa in conto e un'altra mattinata, quella di domani, di riposo. Non per me, che non potrò assentarmi proprio domattina, anche se avrei fatto la gioia dei miei studenti, desiderosi di posticipare la simulazione della prima prova scritta della maturità. Così, ho dovuto mettere da parte l'orgoglio e fare la telefonata ai miei genitori che da tanto ormai rimandavo. Dopo l'ovvia ramanzina – ti fai sentire solo se hai bisogno di qualcosa, mai che mi porti i miei nipoti per farmi piacere! – mia madre ha accettato di passare a casa, domani, per tenere compagnia al piccolo. Se il primo compito è stato svolto, il secondo è ancora in via di sviluppo...
"Cucciolo, ogni volta è la stessa storia, adesso basta. Già ti sei preso la seconda stellina. Continua così e oltre alla supposta di prendi una sculacciata con la spazzola".
"Ma papà!" Per quanto febbricitante, mio figlio mostra energie inesauribili, in questo continuo gioco ad acchiapparella in cui lo riconcorro casa casa. Pensavo di averlo messo all'angolo, imprigionandolo davanti al proprio letto, ma con l'agilità di un coniglietto mi ha sorpreso ed è riuscito di nuovo a scappare alla mia presa, schizzando al mio fianco. Mi giro e lo vedo muoversi verso la porta, in direzione del corridoio, ma rallenta il passo, barcollante. Le energie, forse, gli stanno venendo meno.
"Vedi di non svenire, razza di cretino!" Lo rimprovera aspramente suo fratello, steso sul suo letto e intento a giocherellare al cellulare, ma con un occhio fisso sui suoi movimenti. Approfitto di questa esitazione per agguantarlo da dietro e sollevarlo. Un urletto di sorpresa, un accenno di protesta, un braccio che agita l'aria, ma subito si arrende alla mia stretta, il corpo morbido e calmo premuto sulla spalla. Lo riporto rapidamente al suo letto. Lo metto giù e, continuando a tenerlo per un polso, mi siedo sul bordo del letto. Il piccolo non dice nulla, ammettendo la sconfitta. Sconfitto più dalla febbre che rapidamente risale che da suo padre, ovviamente. Riccardo osserva la scena divertito, mi accorgo gettandogli un'occhiata curiosa. Poi, con un gesto veloce, mi butto mio figlio addosso e lo posiziono come se volessi sculacciarlo, stendendolo sul mio grembo.
"Nooo! Non sculacciarmi ti prego!" Giulietto subito riconosce la posizione e inizia a protestare vivacemente, si agita e scuote e le gambe. A sentire l'odiata parola persino Riccardo si scuote, lascia ricadere il telefono sul letto e si rizza sulla schiena, rimanendo seduto.
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Le nuove regole di papà (vol. 1)
General FictionUna anonima città italiana, all'inizio del 2019. Un padre di quattro figli, tra i dieci e i sedici anni, insoddisfatto di sé e della sua politica eccessivamente permissiva, si ritrova costretto a prendere in mano l'educazione dei figli andando contr...