CAPITOLO 11

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ZULEMA

Amo avere il controllo.
Ho sempre pensato che è un po' come avere il potere sulla situazione, sulle persone, sugli avvenimenti. Riuscire a prevedere le cose prima ancora che accadano, essere preparata ad affrontarle e fare in modo che tutto scorra esattamente secondo la mia volontà.

Niente mi sorprende.
Niente mi coglie impreparata.
Nessuno mi buca la guardia.

Avere il controllo significa tutelarsi dal mondo esterno, essere sempre un passo avanti al mondo.
Vuol dire evitare di soffrire.

Ho sempre amato questa parte della mia vita che mi concede tutto questo. Manovrare le situazioni dall'alto come una lunga partita di scacchi. Non essere un pedone nelle mani di qualcuno.
Essere padroni della propria vita e del proprio destino.

Ho una fortissima necessità che tutto questo duri in eterno perché qualsiasi cosa che non rientra nel mio controllo mi spaventa.

L'ignoto mi terrorizza.
Essere nelle mani di qualcuno mi terrorizza.

Per questo ho sempre fatto in modo di non essere coinvolta, non avere sentimenti in gioco e quindi riuscire ad essere così razionale al limite della patologia.

Mi ha resa più forte anche se meno umana.

Quando esco sul terrazzo, nel caos generale degli operai che stanno rivoluzionando la mia casa con Trapani e motoseghe rumorose, vedo però una cosa al di fuori della partita da me programmata che mi terrorizza.

Fatima che gioca con Macarena.

La loro intesa, la loro complicità seppur si conoscano a malapena mi fa venire quasi il panico.

E, come ogni volta che entro in panico, faccio del gran casino.

"BASTA! PIANTATELA! HO DETTO PIANTATELA!" Urlo agli operai furibonda. Ma loro nemmeno mi sentono con questo trambusto perciò esco di casa per strappare via la spina dalla presa esterna "CAZZO! HO DETTO DI FERMARVI!" urlo ancora a pieno polmoni, ranco via la spina dalla presa con troppa energia perché perdo l'equilibrio e vado all'indietro finendo direttamente in piscina.

Quando riemergo vestita e fradicia, non solo sono terribilmente terrorizzata sotto lo sguardo stranito di tutti ma anche il triplo più incazzata.

Poco più tardi..

Sto camminando avanti e indietro nel mio salone, rischiando di fare un solco nel pavimento mentre Saray continua a prendermi in giro "Ti prego puoi rispiegarmi come sei finita nella piscina?"

"Smettila! Basta! Quella mi sta rovinando la vita, Saray!" Urlo puntando il dito fuori, quella bionda impertinente starà cambiando l'arredamento del mio giardino.

Lei sbuffa alzando gli occhi al cielo "Zulema.. ne ho le palle piene che tu mi chiami ogni volta che lei ti pesta un callo!" Protesta aprendo la porta finestra, affacciandosi fuori "Maca, puoi venire un attimo qua?"

Rientra ed io le dico "Tu lo sapevi che era pazza?"

Hierro ci raggiunge "Sai chi non è riuscita a passate il cancello?"

Non sapevo ci fossero problemi "Chi?"

"Il Consigliere di stato!" Esclama quasi svendendo.

Spalanco lo sguardo di colpo "Stiamo scherzando?!" Urlo ancora più forte.

La Bionda entra dalla portafinestra e con una tranquillità degna della psicopatica che è mi dice "Ce l'aveva l'appuntamento?"

Sto per mandarla al creatore quando Saray le chiede "Perché le hai annullato il brunch dalla Martin?" Altro problema che mi ha aggiunto alla lista, mi ha tolto dall'agenda la mia scopata del fine settimana "Ci va tutte le domeniche da almeno cinque anni.."

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