CAPITOLO 38

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FATIMA

Il tempo in qualche modo rallenta fino a fermarsi.
Una decisione.
Una parola.
Due lettere.
E tutto può drasticamente crollare come i tasselli del domino.

Zulema resta immobile, lui la guarda inginocchiato ma non è uno sguardo d'amore.

Sa di potere, convenienza, soldi e fama.
Ma non d'amore.

Io li ricordo gli sguardi d'amore.
Quelli dove il mondo intero perde valore e si spegne. Dove ti senti di troppo. Ricordo gli sguardi complici perché mi ricordo di Zulema e di Maca insieme.

Questo.. questo non è nemmeno una briciola al confronto.

Io sono più che convinta che mia madre lo sappia dentro di sé.
Ma, per qualche ragione a me ignota e incomprensibile, le sento dire "Sì"

Il sangue mi si gela nelle vene.
Lui si alza, le infila l'anello al dito e la prende tra le braccia sigillando l'accordo in un bacio.

Io resto pietrificata mentre il suolo sotto i piedi si segreta facendomi precipitare. Sprofondo nel terreno.

Si staccano e lui mi rivolge uno sguardo "Vieni a festeggiare con noi?"

"Domani ho scuola" giro i tacchi e mi chiudo in camera mia. Mai e poi mai sarò d'accordo con questa unione.

Alle prime luci..

Scendo le scale già pronta per andare a scuola, stare tra i banchi sembra senza dubbio l'opzione migliore rispetto ad affrontare il discorso di ti presento il tuo nuovo papà.

Ma i miei buoni propositi vengono troncati sul nascere quando lei, in vestaglia di seta, mi becca "Quanta fretta di andare a scuola!"

La fulmino con lo sguardo "Ma come..?"

Lei si avvicina "Sei mia figlia, Fatima, che ti piaccia o no ragioni come me"

"Onestamente mi piace pensare di fare scelte più sensate" rispondo acida.

"Forse dovremmo parlare di quello che è successo ieri" mi imbocca il discorso.

"Se solo le congratulazioni quello che vuoi, non lo otterrai" metto le mani avanti "La grande Zulema Zahir per una volta dovrà accettare il fatto che non può ottenere sempre quello che vuole"

"L'ho sentito dire da una sola persona nella mia vita" mi risponde ed io so chi è: Maca.

Assottiglio lo sguardo, diffido di ciò che vedo e sento "Come puoi.. dopo una come lei.. volere uno come lui?"

"Lei non tornerà" è convinta. Rassegnata. Accetta la realtà.

Potrei parlare ma scelgo di non tradire Maca, per qualche ragione sono convinta che c'è un motivo se resta nell'ombra "Come puoi accettare un rapporto del genere dopo aver vissuto l'amore vero?"

"Fa molto meno male" è la sua risposta ma è insoddisfacente.

"Fai ciò che vuoi della tua vita, ma non coinvolgermi. Non accetterò Fabio. Non fa parte della mia famiglia, una firma su un pezzo di carta non fa di lui un padre e sicuramente il fatto che lo scopi sotto il nostro tetto non lo rende uno di casa!" Le sputo veleno addosso ed esco di casa sbattendo la porta.

Gibbs mi osserva appoggiato alla macchina. Lui era amico di Maca e ora è mio amico. Una spalla. Un porto sicuro. Ho sempre pensato che sia rimasto per sostituirla e ha fatto bene il suo lavoro "Sicuramente sei stata chiara.." mi fa notare avendo sentito la discussione.

Apre la portiera del passeggero.
Mi accompagnerà lui a scuola.

Sbuffo e salgo in auto, lui fa lo stesso, appena usciti dal cancello apro bocca per dire "Senti.. devo dirti una cosa.."

In tarda mattinata..
MACARENA

Ogni venerdì io mi reco al cimitero da mia madre.

Perché si venerdì?
Perché l'ho seppellita di venerdì.
Perché una parte di me è morta quel venerdì.

Ci sono ogni settimana più lapidi, tutte uguali, il prato è quasi del tutto ricoperto da questa distesa di marmi bianchi. Ognuno di loro aveva una storia, una famiglia, degli amori e dei doveri. Ognuno di loro ha perso tutto nel momento in cui i loro cuori hanno smesso di battere.

Quanti capitoli rimasti in sospeso? Forse troppi, forse nessuno.

Cammino lungo i sentieri, rileggo il mio ultimo capitolo della mia storia dove tutto sembrava aver preso una piega felice e in un attimo la mia vita cambio.

Con un colpo di fucile di precisione. Un colpo destinato all'unica persona che contava per me. Presi il suo posto all'inferno per darle la possibilità di essere felice e tristemente da allora vado come un fantasma, un'anima in pena, in attesa di un po' di pace.

Mi fermo davanti alla tomba di mia madre.

Lei avrebbe avuto molto da dire.
Avrebbe saputo indicarmi la via.

La sua mancanza è vuoto che non sono mai riuscita a colmare, una ferita che non si è mai chiusa.

Ha sempre fiori freschi, qualcuno ci pensa e non ho mai capito chi fosse. Ma oggi.. nemmeno un fiore.

"Immagino che la vita da fuggitiva sia avvincente"

Un sorriso, il mio, nel riconoscere la voce del mio fedele amico. Nel voltarmi, lo vedo con un mazzo di tulipani in mano "Immagino che finalmente ora so chi lascia i fiori"

"Qualcuno ci deve pur pensare.." mi prende in giro, si avvicina per onorare mia madre.

"Mi fai passare per una figlia terribile" gli faccio notare.

"Possiamo fingere che sia da parte di entrambi, non lo verrà mai a sapere" ridiamo entrambi come bambini "Sapevo che ti avrei rivista.. anche se ora mi dirai di non dirlo a nessuno"

"Sai perché" rispondo senza girarci troppo intorno "Ed è meglio così"

"Sicura?" Risponde scettico.

"Gibbs.. da quando io non ci sono, gli attacchi terroristici si sono placati, non ha più ricevuto lettere minatorie e la sua carriera è decollata.. direi che è meglio sotto ogni punto di vista, non trovi?" Domando retorica.

Lui sembra deluso "Non fingere con me, Macarena, ti conosco da troppi anni.. meglio per chi? So per certo che non è il meglio per voi"

"Leggo i giornali, Gibbs, la notizia è in prima pagina.. si è ricostruita solo la carriera e in un modo brillante, la memoria corta probabilmente le ha fatto rimuovere il dettaglio che è stato Fabio e non fare intervenire i soccorsi quando eravamo sotto il primo attacco.. o forse, per convenienza politica, ha opportunamente accantonato la cosa" la fredda razionalità mi permette di parlare in questo modo "Ad ogni modo.. non è più un problema mio"

"È per questo che sei intervenuta per salvare Fatima? Perché non è più un problema tuo?" Domanda sfidandomi "Sì, la bambina ha parlato ma solo con me. Forse sperava che io sapessi qualcosa di più"

"Io non interverrò a fermare Zulema" rispondo tassativa.

"Sei rimasta per cinque lunghissimi anni a vegliare sulla tua famiglia, Maca.. vuoi farmi credere che perdere la donna che ami sia una scelta in qualche modo sopportabile?" Mi chiede, con ragione.

Resto impassibile anche a questo "Cinque anni fa decisi di perderla per salvarla, cosa che è avvenuta, non posso rimproverarla per essere andata avanti"

"Fatima non ti perdonerà" me lo dà per certo.

"È solamente l'ennesimo dolore con il quale imparerò a convivere" è la mia risposta prima di allontanarmi.

Sembro fredda lo so, ma la verità non ha temperatura.

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