CAPITOLO 53

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Negami il pane, l'aria, la luce, la primavera, ma il tuo sorriso mai, perché io ne morrei. (Pablo Neruda)

Ci baciamo per un tempo che non saprei definire. Il resto, tutto quello che ci circonda, perde automaticamente importanza adesso che sono qui con lei.

La mia pelle è surriscaldata, sento dentro un fuoco vivo che irradia il calore fino ad arrivare alle mie estremità. Una pulsazione incredibile e una forza come magnetica mi spinge verso di lei.

Mi travolge, il suo profumo e il suo sapore mi strega, sono schiava del suo tocco. Serva della sua lingua che si intreccia con la mia.

Spingo il bacino contro il suo e lascio che gema sulle mie labbra. Mi accende ancora di più, sempre se questo possa essere possibile.

Mi accarezza la schiena nuda mentre le mie labbra sono incollate alle sue, incapaci di staccarsi nemmeno per permetterci di respirare. Non ne abbiamo bisogno, io respiro attraverso lei.

"Sei mia?" Mi domanda in un sussurro caldo sul viso.

I miei occhi, così incantati da lei, rispondono prima delle mie parole "Sempre stata" le mie labbra scendono sul suo collo "Ti amo" le sussurro tracciando percorsi nuovi sulla sua pelle "ti amo.." scendo sul suo petto "ti amo.." scopro il suo seno per potermici dedicare con cure e attenzioni. Morsi e baci umidi. Lei ansima e geme ma strozza i rumori nel palmo della sua mano, cosa che trovo inaccettabile.

Gliela tiro via, intreccio le nostre dita, mentre le mie labbra scendono sul suo ventre piatto. La mia lingua segue un percorso sulla sua pelle e piano piano si avvicina al suo punto che mi brama di più.

Il suo respiro si fa più accelerato.

Stringo la sua mano nella sua mia quando scosto la stoffa e passo la lingua nella sua interezza su tutta la zona. La sua reazione è impagabile.

Mi ci dedico, anima e corpo. Mentre lei chiama il mio nome ripetutamente ma non è abbastanza per me. Sento che si trattiene nel dimostrarmi quanto in realtà la sto soddisfacendo.

Interrompo il movimento della mia lingua guadagnandomi una sua occhiata contrariata "Macarena.."

"Voglio sentirti, Zulema" le ordino mi sdraio sul suo corpo e la mia mano si fa spazio tra le sue gambe "Fammi sentire quanto ti sono mancata" le chiedo in un sussurro d'eccitazione poco prima di entrare.

Inarca la schiena "Dio" le sfugge, mi scopre il suo collo, le mie labbra si appoggiano lì e inizio a giocare con la lingua sulla sua pelle percependone io sapore "Maca" mi sussurra graffiandomi mentre continuo a spingere sempre più forte, sempre più velocemente. Aggiungo un dito e da come reagisce capisco che gradisce. Mi godo la visione di lei in completa estasi grazie a me. Una visione che non credevo più possibile e che sinceramente non ha prezzo.

La conosco, conosco il suo corpo, i suoi punti deboli, so molto bene cosa le piace e non esito a darle tutto quello che vuole per vederla tremare sotto le mie mani.

Finché non urla il mio nome.

Ansima con la bocca socchiusa mentre ricerca il controllo. Sorrido soddisfatta e le sussurro "Good Girl" schiocco la lingua e la bacio a stampo.

Non ci mette molto a farmi finire sotto di lei, ancora con il fiato corto e il sudore sulla fronte "Ora ci penso io a te"

Mi sale sopra, in una posizione di dominio assoluto ma ancora riesco a tenerle testa "Ah si?"

"Comando io" dichiara prendendomi i polsi per ancorarli alla testata del letto.

Le rido in faccia anche se sono eccitata da morire "Pensi di potermi comandare?"

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