CAPITOLO 55

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ZULEMA

Nel momento in cui le nostre labbra si toccano io sento solo una profonda sensazione di disgusto verso di lei. Cerca di approfondirlo e glielo permetto solo all'inizio prima di allontanarmi non riuscendo più a sopportare questa sensazione.

Non le sono mai appartenuta.
Mai.

È l'ennesima consapevolezza che non siamo mai state niente e ora mi chiedo come ho potuto andare avanti per anni con lei senza accorgermi di quanto il mio corpo mi spinga dalla parte opposta della stanza.

Lei non è mai stata Maca, non è mai stata Casa.

Gioco con lei fingendo un coinvolgimento che non c'è "Dammi il nome e avrai ciò che meriti"

"Non lo so" risponde ed è sincera, è troppo impegnata a guardarmi per pensare di mentirmi.

"Il nome del locale in cui sei stata" la interrogo ancora giocando con una ciocca dei suoi capelli.

"È sulla sesta.. il Bridge" mi risponde immediatamente.

"Che aspetto ha?" Domando sorridendole in quel modo così accattivante.

"Non l'ho mai visto" ed è ancora sincera.

Le mie labbra sfiorano il suo orecchio "Come vi siete messi in contatto?"

Lei ansima nel sentirmi così vicina, fintamente coinvolta "Un numero di telefono di un cellulare usa e getta.. avrà lasciato delle tracce sul mio cellulare" risponde mentre la mia mano le accarezza il fianco.

"Come lo hai conosciuto?" Domando infine mentre lascio scivolare appena le mie labbra sul suo collo.

"Il barista.. lui sa tutto" risponde in un gemito strozzato.

Ottimo.

Mi allontano di colpo "Ottimo, è tutto quello di cui avevo bisogno" ritorno in me, mostrandomi per i miei veri sentimenti e la mia vera faccia, la faccio rimanere di merda e vedo i suoi sogni sgretolarsi nel suo sguardo

"Avrò ciò che voglio?" Domanda speranzosa la squilibrata.

Sorrido in un ghigno "Avrai ciò che meriti.. una cella"

Si avventa contro di me in un attimo "Sei una maledetta stronza"

La pianto al muro in un nano secondo, i miei occhi sono di fuoco "Ho fermato Macarena perché è troppo buona e ucciderti, seppur sia la fine che meriti, le creerebbe un insieme di sensi di colpa che non riuscirebbe a gestire ma IO.." non stringo la mano serrando la sua gola, lei diventa viola "IO non sono così buona, non li avrei proprio perciò non sfidarmi. Non ci provare nemmeno, Helena" nel momento in cui la mollo, crolla sul pavimento ed entrano le autorità, i colleghi di Kabila "Portatela via"

"Subito, Onorevole" mi rispondono scortandola di peso fuori.

Resto solo io, con i miei demoni, mi volto non appena sento la presenza di qualcuno e spero di vedere Maca, certa del fatto che sarà incazzata nera ma tutto ciò che trovo è l'espressione contrariata di Gibbs.

"Lasciami indovinare.. ha visto tutto" dico senza aver bisogno di conferme, la sua espressione è sufficiente.

Mi aspetto una risposta più imparziale ma non mi risparmia nulla "Onestamente, Zulema, se questa volta non ti perdona.. sarò dalla sua parte"

Ho esagerato.

"Dov'è?" Chiedo.

"Fuori" risponde lui cercando di nascondere per quanto possibile la  sua disapprovazione "Non è riuscita ad assistere fino in fondo"

Fino in fondo "Ha visto.."

"Su una cosa hai ragione: Lei è troppo buona.. anche per te" mi rendo conto che non sto parlando al mio collaboratore ma con il suo amico "Cerca di meritartela"

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