CAPITOLO 40

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ZULEMA

Cammino avanti e indietro lungo tutto il salone senza sosta da quando ho letto il biglietto.
Avanti e indietro.
Indietro e avanti.
Incapace di rallentare o fermarmi.

Fatima mi osserva immobile, insicura su come reagire, certa del fatto che qualunque cosa dica non possa aiutare.

Perciò resta in silenzio.

La porta d'ingresso si apre ed entrata Saray con sguardo deciso pronta all'attacco "Nipotina, questa sarà una discussione per grandi.."

Fatima tentenna, so che sai sente grande ma è ancora una ragazzina "Certo, tenetemi pure all'oscuro come sempre" risponde petulante prima di salire le scale e rinchiudersi in camera.

"Fammi vedere" mi chiede. Senza soggetto, non ce n'è bisogno.

Indico il tavolino dove ci sono ancora i fiori "È lì sopra"

Lei si avvicina, lo prende in mano e lo legge "Potremmo anche farlo analizzare ma diranno che è pulito. Troppo attento per lasciare qualunque traccia.."

"Che cosa facciamo?" Chiedo incerta su come reagire "Annulliamo il matrimonio?"

"No"

Quella voce. La sua voce.
Resto immobile.
Una statua di marmo.
Tante volte ho pensato di sentirla ma nessuna di quelle poi si era rivelata reale.
Cinque anni che non la vedo né la sento eppure mi sembra ieri che l'avevo tra le mie braccia, cinque anni spezzati via da due misere lettere pronunciate con quel tono arrogante che ho sempre detestato ma che in fondo ho imparato ad amare.

"Assecondare la sua volontà sarebbe come ammettere che ne abbiamo paura"

Parla ancora e a questo punto ne ho la conferma: è lei.
Mi giro.
Molto lentamente perché ancora non ho realizzato.
I nostri sguardi si scontrano come due nemici.
C'è durezza nel suo come lei può vederla nel mio.
C'è diffidenza e gelo.
Lontananza e oscurità.
Non ho dimenticato il dolore che mi ha causato in questi cinque anni che mi ha lasciata, senza dire nulla e senza fare nulla. Come se non avesse contato niente. Come se non fosse stato amore.

D'altro conto la vedo cambiata. Ho un'estranea davanti a me.

Seppur ne riconosca le sembianze, i lineamenti del volto e delle labbra, sembra una persona totalmente diversa.

Mangiata da chissà quale rimorso o sentimento negativo che ne sottolinea la magrezza.

Non c'è più nemmeno l'ombra di quel biondo oro, al suo posto un castano scuro che le evidenzia più i lineamenti rendendoli duri e spigolosi.

Non ho dubbi che resta la donna più bella sul pianeta.

"Che cosa ci fa lei qui?" È tutto quello che chiedo. Con tono duro e distaccato, come se fosse un insetto da sbattere fuori casa.

"Il Sergente Ferreiro è ancora assegnata al tuo caso, Zulema" mi risponde Saray rivolgendomi la silenziosa preghiera di fare la brava.

Ma dovrebbe sapere che io non ne ho affatto l'intenzione "Bene: Sollevala." Dichiaro arrogante e decisa, uso il mio tono da capo. Taglio corto uscendo dalla stanza, non voglio avere più niente a che fare con lei.

MACARENA

Esce dalla stanza.
Cala il gelo.

Io devo ancora riprendermi dal fatto che la rivedo dopo tutto questo tempo, di persona. Mi sono tenuta informata ma mi sono anche sempre accontentata di vederla su qualche foto sui giornali o in televisione.

Così è diverso. Molto diverso.

Resta la donna più bella su questo Pianeta ed io ne sono completa innamorata.

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